Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Martedì 30 aprile aprile ore 17 a Tellaro, ex Oratorio ‘n Selàa
26 Aprile 2024 – 08:45

Presentazione di“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”di Dino GrassiMartedì 30 aprile ore 17Tellaro – ex Oratorio ‘n Selàa.
All’incontro interverrà Giorgio Pagano, curatore dell’opera e autore di una postfazione e di …

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I beni culturali a Lerici: problema o risorsa?

a cura di in data 10 Gennaio 2015 – 11:27
Invito 16 gennaio 2015 a Lerici

Invito 16 gennaio 2015 a Lerici

“I BENI CULTURALI A LERICI: PROBLEMA O RISORSA?”
Venerdì 16 gennaio ore 17
Lerici, sala consiliare

L’Associazione Culturale Mediterraneo e la Società Marittima di Mutuo Soccorso di Lerici organizzano, venerdì 16 gennaio alle ore 17, presso la sala consiliare del Comune di Lerici, un incontro sul tema “I beni culturali a Lerici: problema o risorsa?”. Dopo il saluto dell’Amministrazione Comunale e l’introduzione di Bernardo Ratti, presidente della Società Marittima, ci saranno tre relazioni. Marco Greco, archeologo e operatore presso il Castello di Lerici, interverrà sul tema “Le fasi edilizie del Castello di Lerici (secoli XII-XVI)”; “Sant’Anastasia di Lerici e l’architettura del Duecento nel Levante genovese” sarà il tema trattato da Claro Di Fabio, studioso di scultura medievale con interessi fino all’Ottocento, per molti anni Direttore dei Musei di Sant’Agostino e di Palazzo Bianco a Genova, attualmente docente all’Università di Genova; infine Piero Donati, storico dell’arte, già Soprintendente per i Beni Storici e Artistici di Genova, interverrà sul tema “Oltre il Castello: gli altri beni culturali”. Conclusioni affidate a Giorgio Pagano, presidente di Mediterraneo.

“Il modello di approccio alla questione dei beni culturali a Lerici sta incontrando difficoltà molto serie, occorre battere sentieri nuovi” -affermano Ratti e Pagano- “e nella ricerca di queste nuove strade sono indispensabili le competenze”. L’incontro servirà a fare il punto su tutti i beni culturali lericini: “il Castello di Lerici e quello di San Terenzo, e Casa Doria, che ha una naturale vocazione come sede per le tradizioni marinare, tre beni che possono essere gestiti unitariamente”, ma anche “l’archeologia medievale a Barbazzano e a San Lorenzo, per la quale possono aprirsi grandi prospettive”, e gli oratori, “quello in Selaà a Tellaro e quello di Barcola”. L’incontro servirà ad approfondire anche il tema delle “colonne della Caletta”. Per Ratti e Pagano è auspicabile che dall’incontro scaturisca “un processo di vasta consultazione: si potrebbe costituire una commissione consiliare ad hoc, aperta al contributo di tutti i cittadini interessati”. “Ci impegneremo -concludono- perché la nostra iniziativa non costituisca un fatto isolato ma abbia un seguito e porti a cambiamenti reali”.

Sala consiliare affollata a Lerici per l’incontro sul tema “I beni culturali a Lerici: problema o risorsa?”, organizzato dall’Associazione Culturale Mediterraneo e dalla Società Marittima di Mutuo Soccorso. Dopo il saluto del neo assessore alla cultura del Comune di Lerici Cinzia Aloisini, è intervenuto Bernardo Ratti, presidente della Marittima: “Sono soddisfatto della sinergia tra le due associazioni, che si mettono a disposizione della cittadinanza e dell’Amministrazione per una collaborazione fattiva e propositiva. I due Castelli vanno valorizzati, resi fruibili e gestiti unitariamente, Casa Doria deve diventare un “museo delle tradizioni marinare”, moderno, con una sezione multimediale, utilizzabile anche per corsi di specializzazione per i giovani; se aggiungiamo i borghi antichi e i “monumenti cosiddetti minori”, i sentieri delle colline, i tesori contenuti nelle chiese e la tradizione della poesia ci accorgiamo dell’altissimo valore dei beni culturali lericini, e di come possano rappresentare il volano di un rilancio economico: Lerici deve puntare sulle sue peculiarità”. Le tre relazioni, molto apprezzate, l’hanno ampiamente testimoniato. Marco Greco, archeologo e operatore presso il Castello di Lerici, lo ha definito “un manuale di archeologia dell’architettura” e ha raccontato le fasi che hanno caratterizzato il Castello dal XII al XVI secolo, proponendo anche l’ipotesi dell’esistenza di un’altra torre, la prima, genovese, precedente a quella costruita dai pisani (a Lerici per pochi anni) e all’ultima, sempre genovese. Greco ha inoltre mostrato i reperti trovati durante gli scavi archeologici al castello, depositati al Museo di Luni, a disposizione di Lerici. Clario Di Fabio, docente all’Università di Genova, ha dimostrato la “grande coerenza del castello di Lerici con l’architettura genovese dell’epoca”: “la cappella di Sant’Anastasia -ha detto- ha il medesimo linguaggio di San Pietro a Portovenere, di San Salvatore a Cogorno, di San Lorenzo a Genova”. Lo storico dell’arte Piero Donati ha fatto una panoramica sugli altri beni: l’abside della chiesa di San Lorenzo sul monte Carpione, del XII secolo; i resti del borgo di Barbazzano, risalenti al XIII secolo, circa i quali ha sollecitato gli scavi archeologici consentiti dalla convenzione tra il Comune e la Curia, che ne è in gran parte proprietaria; i resti dell‘antica chiesa di Santa Marta, il quadro della Madonna di Maralunga e le tante altre opere d’arte presenti nelle chiese lericine, che potrebbero essere ospitate nell’ex oratorio di San Bernardino, quale sede lericina distaccata del Museo Diocesano. Donati si è soffermato anche sulla colonna della Caletta, divisa in tre “rocchi”, il più grande ora a Luni, gli altri due ancora in mare. La colonna sarebbe ottocentesca e destinata al costruendo Teatro Carlo Felice di Genova e non romana, affondata per un incidente del “navicello” che la trasportava a Lerici da Marina di Avenza. Colonna che andrebbe valorizzata a terra, e a Lerici anziché a Luni, come auspicato anche da Ratti nell’introduzione.

Conclusioni affidate a Giorgio Pagano, presidente di Mediterraneo: “Abbiamo voluto dare un contributo di idee alle istituzioni e alle altre associazioni: Lerici, per evitare il declino e non perdere i suoi giovani, deve offrire lavoro, e ciò è possibile solo puntando su cultura e turismo, cioè sull’identità… la cultura e la storia di Lerici sono la nostra identità, e l’identità è ciò che rende forte una città, ed è anche il tema nuovo della domanda turistica”. Identità che Pagano ha così sintetizzato: “le colline e il mare, con i castelli, la tradizione marinara e quella della poesia”, senza dimenticare tante altre radici: la presenza ebraica, quella inglese testimoniata anche dal Parco della Rimembranza, il ruolo di Lerici nel Risorgimento e nella Resistenza”.

Infine la proposta delle associazioni: “Mediterraneo e Marittima chiedono all’Amministrazione di dar vita a uno strumento permanente che coinvolga istituzioni, associazioni, competenze, cittadini interessati, e che abbia il compito di elaborare una visione condivisa e partecipata del futuro, fatta di tanti progetti concreti di valorizzazione dei beni culturali lericini, da attuarsi progressivamente nel tempo”.

E’ possibile scaricare i documenti ai seguenti link:

icona-pdfRelazione di Marco Greco: Le fasi edilizie del castello di Lerici

 

icona-pdfRelazione di Piero Donati

 

icona-pdfRelazione di Clario di Fabio

 

Clicca sui documenti di seguito per aprire e consultare la rassegna stampa:


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Rassegna Stampa

 

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