Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Martedì 30 aprile aprile ore 17 a Tellaro, ex Oratorio ‘n Selàa
26 Aprile 2024 – 08:45

Presentazione di“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”di Dino GrassiMartedì 30 aprile ore 17Tellaro – ex Oratorio ‘n Selàa.
All’incontro interverrà Giorgio Pagano, curatore dell’opera e autore di una postfazione e di …

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“MEDITERRANEO: MODELLO DI CIVILTA’ O METAFORA DEL TERRORE?” Incontro con AFEF HAGI, AHMAD SADIDDIN e GIANLUCA SOLERA
Martedì 3 novembre ore 10,30 Sala Dante, ore 17 Urban Center

a cura di in data 27 Ottobre 2015 – 17:00
Invito comunicato

Locandina invito

MEDITERRANEO: MODELLO DI CIVILTA’ O METAFORA DEL TERRORE?
INCONTRO CON AFEF HAGI, AHMAD SADIDDIN E GIANLUCA SOLERA
Martedì 3 novembre ore 10,30 Sala Dante, ore 17 Urban Center

L’Associazione Culturale Mediterraneo continua il suo lavoro di riflessione e di confronto sull’attuale modello di convivenza multiculturale, alla luce di fenomeni drammatici come le grandi migrazioni e i nuovi fondamentalismi, e sullo stato attuale e sulle prospettive future del rispetto dei diritti umani, in primis il diritto di asilo e quello a spostarsi dove si può vivere, e della pacifica convivenza tra fedi e culture diverse in Italia e nel Mediterraneo.
Occasione della riflessione e del confronto è il libro dell’attivista e scrittore Gianluca Solera “Riscatto Mediterraneo”, un reportage letterario sui movimenti, dalla Primavera Araba agli Indignados, che hanno riportato il Mediterraneo al centro dei grandi cambiamenti della storia. Insieme all’autore saranno presenti Afef Hagi, ricercatrice tunisina, autrice di studi sui conflitti sociali e sul ruolo della donna nel Mediterraneo, e Ahmad Sadiddin, ricercatore siriano, esperto di politiche agricole, attivista contro il regime siriano di Assad.
L’iniziativa del mattino si svolge in collaborazione con la Consulta Studentesca Provinciale.

Nell’iniziativa del pomeriggio l’Associazione festeggerà i suoi sette anni di attività: la prima iniziativa si tenne infatti il 3 novembre 2008, con il “maestro di strada” Marco Rossi-Doria. Da allora l’Associazione ha organizzato, compresi i due incontri del 3 novembre, 173 iniziative, con oltre 17.000 presenze.

L’incontro promosso in sala Dante dall’Associazione Culturale Mediterraneo e dalla Consulta Studentesca Provinciale sul tema “Mediterraneo: modello di civiltà o metafora del terrore?” è stato l’occasione di un interessante confronto tra gli studenti delle scuole spezzine e i relatori, lo scrittore Gianluca Solera, autore di “Riscatto mediterraneo”, il ricercatore Ahmad Sadiddim, rifugiato siriano in Italia, e Giorgio Pagano, Presidente dell’Associazione.

Pagano ha insistito sul Mediterraneo “modello di civiltà e di mescolanza di culture diverse”: “bisogna prendere atto che i confini dell’Europa non coincidono né con quelli dell’euro, né con quelli dell’Unione o della Nato, ma abbracciano tutti i Paesi confinanti, dal Medio Oriente al Nord Africa” e quindi occorre “unire le due sponde”, smettendola di costruire muri e costruendo invece partenariati economici, sociali, culturali. “E’ quello che è mancato in questi anni -ha aggiunto Pagano- l’Europa non ha saputo guardare al Sud, non ha fornito una sponda adeguata alle primavere arabe, le ha lasciate sole, contribuendo in questo modo a rafforzare il fondamentalismo islamico e il terrorismo”.

Analisi condivisa da Solera, che ha proposto di “tornare allo spirito del manifesto europeista di Ventotene, per proporre il progetto euro-mediterraneo di unità delle due sponde, fondato sui diritti per tutti, senza distinguere tra persone di religioni e etnie diverse”. Ai ragazzi che hanno chiesto se valeva la pena, visti i risultati, di dar vita alle primavere arabe, Solera ha risposto che “i regimi erano allo sfacelo” e che “la spinta al lavoro, alla libertà e alla giustizia sociale era insopprimibile”: “la gente è cambiata, non ha più paura di battersi per i diritti”, e quindi “la transizione alla democrazia sarà lunga e complessa, ma non si può più tornare indietro”.

Ahmad Sadiddim ha raccontato la sua storia: il dottorato a Napoli, poi il ritorno in Siria e l’impegno contro la dittatura di Assad, il servizio militare e la diserzione “quando è scoppiata la primavera siriana, per non combattere contro i giovani ribelli”, fino alla richiesta di asilo in Italia. Sadiddim ha analizzato la situazione siriana dal punto di vista delle forze democratiche che combattono sia Assad che l’Isis e sono critiche verso la Russia, “che protegge Assad e continua a sparare contro i civili”. Critico per il mancato appoggio dell’Europa alla primavera siriana, Sadiddim ha spiegato che l’opposizione democratica ad Assad vuole “conciliare la democrazia con l’Islam, per non perdere le radici e l’identità della Siria”. E’ un’opposizione, ha aggiunto rispondendo alle domande delle studentesse, “che combatte il maschilismo presente nella società siriana”, grazie anche al “ruolo decisivo delle donne in tutte le primavere arabe, compresa quella siriana”.

Il confronto si è spostato, al pomeriggio, all’Urban Center, dove è intervenuta anche la ricercatrice e attivista tunisina Afef Hagi, che ha messo in rilievo la grande importanza del conferimento del Premio Nobel per la Pace a quattro organizzazioni della società civile tunisina: “il ruolo della società civile è stato ed è decisivo -ha spiegato- perché la classe politica non è ancora pronta”. In Tunisia la rivoluzione della dignità, ha aggiunto la Hagi, “non è morta, è riuscita a trasformare una dittatura in una democrazia, a elaborare una Costituzione unica nel mondo arabo, a evitare la guerra civile e a contenere il terrorismo che vuole costruire lo Stato islamico”. Ecco il motivo, ha concluso Solera, per non essere pessimisti: “la spinta per i diritti e il risveglio della società civile, non solo in Medio Oriente e in Maghreb, ma anche in tutta l’Europa del Sud, sono ancora vivi e forti e sono la nostra speranza”.

L’Associazione Culturale Mediterraneo ha festeggiato, con queste iniziative, i suoi sette anni di vita. “Siamo orgogliosi -ha detto Giorgio Pagano- di essere un punto di riferimento per tutti coloro che non rinunciano a esercitare il pensiero critico per migliorare e rendere più giusta la nostra società”.

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