Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Martedì 30 aprile aprile ore 17 a Tellaro, ex Oratorio ‘n Selàa
26 Aprile 2024 – 08:45

Presentazione di“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”di Dino GrassiMartedì 30 aprile ore 17Tellaro – ex Oratorio ‘n Selàa.
All’incontro interverrà Giorgio Pagano, curatore dell’opera e autore di una postfazione e di …

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San Francesco Grande ritorni alla città

a cura di in data 23 Marzo 2014 – 16:20

Il Secolo XIX, La Nazione, Città della Spezia, Cronaca 4, Gazzetta della Spezia – 22 Marzo 2014 – Due giornate per visitare l’Arsenale e scoprirne i segreti, il 22 e 23 marzo: l’iniziativa del Fai, d’intesa con la Marina Militare, è meritoria e segna un momento davvero rilevante. In particolare, è significativo che gli spezzini possano ammirare la bellezza della chiesa di San Francesco Grande, l’unico edificio quattrocentesco ancora esistente nella nostra città. Non è conosciuta perché fu trasformata in magazzino con la costruzione dell’Arsenale, mentre l’annesso convento ospitò una prigione, poi un lazzaretto e, oggi, una caserma dei Carabinieri. Ma possiamo ancora apprezzare la facciata della chiesa, il convento e i suoi chiostri. La chiesa, ampliata alla fine del Cinquecento, aveva 13 altari e conteneva due importanti opere d’arte di Andrea della Robbia e di Luca Cambiaso, oggi ospitate nella chiesa di Santa Maria Assunta; e una biblioteca con preziosi corali, conservati alla Biblioteca Mazzini. Era, ed è ancora nonostante tutto, un bene culturale davvero prezioso.

Ed è un bene che può essere restituito alla comunità. E’ situato, infatti, ai confini tra Arsenale e città, vicino a viale Fieschi: basta dunque arretrare il muro arsenalizio per un breve tratto, ricollocando il magazzino e la caserma in altri edifici interni all’Arsenale, oggi inutilizzati. San Francesco Grande e il Museo Navale potrebbero così fungere da poli prestigiosi di un percorso che riguardi anche l’archeologia industriale, dai bacini di carenaggio al ponte girevole. Fino al recupero, attraverso indagini archeologiche non particolarmente costose, del sito dell’antica chiesa di San Vito a Marola. La cultura e la storia della città sono la nostra identità, e l’identità è ciò che rende forte una città, ed è anche il tema nuovo della domanda turistica. Ecco perché futuro della base navale e futuro della città sono inscindibili: non solo, come una volta, dal punto di vista dell’industria, ma ora anche dal punto di vista della cultura e da quello del turismo.

Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo

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