Rete Pace e Disarmo consegna le oltre 1600 firme ai Sindaci del golfo – 14 Dicembre 2024
12 Dicembre 2024 – 21:18

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Lezioni di buongoverno nel continente nero. La sfida dei sindaci italiani in nome dello sviluppo

a cura di in data 27 Dicembre 2007 – 10:22

Il  Secolo  XIX27 dicembre 2007 – E’  presto per affermare se il vertice tra l’ Unione Europea e l’Africa  che si è tenuto nei giorni scorsi a Lisbona abbia segnato o no una svolta decisiva nelle relazioni tra i nostri due continenti. “Abbiamo rotto il ghiaccio che perdurava da qualche anno e messo fine al linguaggio colonizzati-colonizzatori”, ha detto il premier portoghese e presidente di turno dell’UE  Josè Socrates dopo l’adozione del nuovo”partenariato strategico” tra i 27 Paesi UE e i 53 africani. E ha aggiunto che da oggi “ una nuova dinamica strutturerà le relazioni tra l’Europa  e l’Africa”. Relazioni – aggiungiamo noi – adulte e responsabili, tra partner che si rispettano, che cercano un rapporto tra uguali, che superano il modello anacronistico “donatore- beneficiario”. Non c’è dubbio che la dichiarazione finale e il “piano d’azione”in otto punti che sono stati approvati a Lisbona vadano nella direzione giusta. Ma nei fatti che accadrà? Come far sì che questi obbiettivi non rimangano  sulla carta e nelle parole dei convegni?
Io credo che la questione centrale sia che questi obbiettivi hanno bisogno di istituzioni, che li programmino e li realizzino. Ma quali istituzioni? Finora il dialogo euro-africano è stato organizzato al solo livello dei governi e dei parlamenti degli Stati. Esso deve potersi allargare alle istituzioni locali, ai Comuni. Dobbiamo quindi portare tra le sfide dello sviluppo e della cooperazione tra Europa e Africa la prospettiva locale. Perché solo grazie al decentramento e allo sviluppo locale ci potrà essere lo sviluppo dell’Africa.
L’ANCI lo ha capito grazie agli amici toscani impegnati nel progetto “Euro-African Partnership for Decentralized Governance”. In ogni occasione in cui c’è l’opportunità di discutere con sindaci e amministratori locali africani, che rappresentano istituzioni appena nate o con pochissimi anni di vita, si resta colpiti dalla qualità e dall’utilità del confronto che ne scaturisce. E si capisce che nessun Paese può attendere che lo sviluppo e l’eliminazione della povertà arrivino dall’esterno; che le basi della crescita dell’Africa risiedono nel tessuto economico, sociale e istituzionale interno; e che in questo tessuto ha un ruolo chiave la capacità di avere uno Stato decentrato, uno sviluppo locale, un autogoverno dei territori.
Siamo sempre più convinti che, se vogliamo sconfiggere le malattie,la fame, la siccità, non bastano buoni programmi ben finanziati, pur necessari, ma occorrono un rafforzamento delle istituzioni locali e una formazione di nuove classi dirigenti per dare continuità e profondità all’azione di cooperazione. Non si tratta di valorizzare qualche sindaco, ma di sostenere un processo senza il quale la crescita africana non ci sarà, perché dove ci sono i Comuni ci sono più acqua, più salute, più sviluppo economico. Ecco perché l’ANCI ha siglato nei mesi scorsi con le Nazioni Unite un protocollo di intesa per promuovere la partecipazione dei Comuni italiani all’iniziativa “ Euro-African Partnership for Decentralized Governance” e sta stipulando convenzioni con i Comuni italiani interessati a trasferire ai Comuni africani le proprie esperienze e capacità. Formeremo i dipendenti comunali che si recheranno in Africa per tre settimane a trasferire esperienze nei settori della gestione dell’anagrafe e dello stato civile, della tutela dell’ambiente, del suolo e delle acque, della formulazione del bilancio e del piano di sviluppo locale, e così via. Il costo per ogni dipendente comunale , a carico del Comune italiano, è di 10.000 euro. Auspichiamo una forte adesione  dei Comuni liguri, perché è anche e soprattutto questo che oggi l’Africa domanda all’Europa e a tutti noi.

Giorgio Pagano
Presidente di ANCI Liguria

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