Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Martedì 30 aprile aprile ore 17 a Tellaro, ex Oratorio ‘n Selàa
26 Aprile 2024 – 08:45

Presentazione di“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”di Dino GrassiMartedì 30 aprile ore 17Tellaro – ex Oratorio ‘n Selàa.
All’incontro interverrà Giorgio Pagano, curatore dell’opera e autore di una postfazione e di …

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Spezia imiti Genova premio a Eros Pagni

a cura di in data 1 Novembre 2016 – 11:14

Il Secolo XIX, 25 ottobre 2016 – Il Comune di Genova ha consegnato a Eros Pagni, spezzino, icona del teatro italiano, la massima onorificenza , il Grifo d’oro. Ecco le motivazioni: “Attore e doppiatore ha svolto una lunga e straordinaria carriera nel cinema, nella televisione e soprattutto sul palcoscenico diventando così uno degli interpreti più conosciuti e apprezzati del teatro italiano”. Siamo sicuri, noi spezzini, di conoscere fino in fondo il profilo di questo grande artista? Forse la sua natura schiva e discreta ha fatto di tutto perché non ce ne accorgessimo: “L’orso in camerino” è non a caso il titolo della sua biografia.

Pagni, studente al Pacinotti, figlio dell’oste Otello, studiò all’Accademia di Arte Drammatica di Roma, sotto la guida di Sergio Tofano e Vittorio Gassman. Poi trovò, nel Teatro Stabile di Genova, Ivo Chiesa: “un padre che mi ha aiutato a fare le scelte giuste”, ha dichiarato in un’intervista al Secolo XIX. Allo Stabile c’erano altri giovani attori spezzini, che ben lo ricordano. Bisognerebbe raccogliere le testimonianze e trarne la storia di un pezzo importante della cultura spezzina del dopoguerra. Da allora Pagni interpretò come protagonista più di sessanta commedie o tragedie. E poi ci furono trentun film, tra cui il cult di Dario Argento “Profondo rosso”, le fiction, i doppiaggi, le operette… Tante volte abbiamo potuto apprezzare il suo talento al Teatro Civico, l’ultima volta in “Il sindaco del rione Sanità” di Eduardo De Filippo, e prima nelle opere di Miller come di Moliere, di Brecht come di Shakespeare… Tra i tanti ricordi indelebili c’è in me “Madre Courage e i suoi figli” di Brecht: ero un ragazzo, la scuola ci portava allo Stabile perché il Civico non era ancora diventato teatro. Lui interpretava il cuoco. E poi, più recentemente, la sua immensa interpretazione di Willy Loman in “Morte di un commesso viaggiatore” di Miller. Ma come dimenticare la sua voce del sergente di ferro in “Full Metal Jacket” di Kubrick? Per quel film, confessò sempre al “Secolo”, rimase per un poco senza voce.

Dopo Genova, tocca a Spezia: con riconoscenza, a questo punto della sua grande carriera, dobbiamo celebrarlo e rendergli onore.

Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo

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