Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Martedì 30 aprile aprile ore 17 a Tellaro, ex Oratorio ‘n Selàa
26 Aprile 2024 – 08:45

Presentazione di“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”di Dino GrassiMartedì 30 aprile ore 17Tellaro – ex Oratorio ‘n Selàa.
All’incontro interverrà Giorgio Pagano, curatore dell’opera e autore di una postfazione e di …

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Il mare è una risorsa ma bisogna crederci

a cura di in data 10 Agosto 2008 – 17:28

Il Secolo XIX – 10 agosto 2008 – L’ottantaduesima edizione del Palio del Golfo, la nostra manifestazione più importante, non ha tradito le attese.
Negli anni la città è riuscita, grazie all’impegno del Comune e alla passione  del Comitato delle borgate, a fare del Palio un punto centrale dell’offerta culturale e turistica e a valorizzarlo come parte fondamentale della trama culturale e identitaria della comunità. Sempre più il Palio ha saputo divenire l’evento che celebra la tradizione e ci ricongiunge alle nostre radici di città di mare. Insomma, la sua progressiva crescita è stata parte integrante del cammino per ritrovare la nostra identità di città e per valorizzare la nostra storia. La storia di una città che oggi proprio sul mare fonda il suo progetto di sviluppo per il futuro.
Il mare è la risorsa di cui la città è stata privata e che oggi può gradualmente riconquistare: innanzitutto con il progetto per il nuovo waterfront di Calata Paita, una straordinaria occasione per accogliere nuove funzioni culturali, ricreative, turistiche. Poi con l’impegno per il Ponente, affinché, nell’ambito del processo di qualificazione della presenza della Marina, si proceda a un ridisegno del rapporto tra la città e l’Arsenale per incontrare storiche aspirazioni di recupero del rapporto con il mare a Cadimare e a Marola. E infine con i progetti per il Levante, che, con la Marina del Levante, la darsena, gli spazi previsti a Muggiano e a Ruffino, potrà anch’esso ridefinire un legame con il mare.
Il mare è la nostra vocazione economica principale. Certo, nel contesto dell’ “economia della varietà”. Non è vera la tesi che è quasi impossibile per una città essere di successo con una struttura economica diversificata. E’vero, però, che è quasi impossibile indirizzare delle risorse scarse verso obbiettivi troppo numerosi. Quindi la nostra deve essere un’economia sì  plurale, ma con un ruolo e un peso differenti per le diverse vocazioni. Con delle priorità chiare, che determinino la nostra immagine esterna. Una sorta di marchio  riconoscibile a livello nazionale ed europeo, che sa attrarre interesse ed attenzione nei confronti della città. Questo marchio è il mare, perché la nostra forza è  essere una città di mare. Una forza  che non è solo proiezione esterna, ma anche forte radice identitaria. Mare come porto, nautica e turismo, finalmente compatibili tra loro così come previsto dagli strumenti di programmazione approvati: è questa la nostra vocazione di fondo.
Ma su questi obbiettivi si sono accumulati ritardi e ci sono seri problemi a passare alla fase  attuativa, nel rapporto sia con l’Autorità Portuale sia con il Ministero della Difesa e la Marina. Il sindaco fa bene a chiamare la classe dirigente alla coesione e alla comune assunzione di responsabilità. Serve l’unità delle istituzioni, e serve un coinvolgimento delle forze sociali e dei cittadini. I cambiamenti si fanno se tutta la città “ci crede”, ha orgoglio, si confronta, si impegna. Un imprenditore, nei giorni scorsi, mi ha detto: “la crisi non è solo economica, è psicologica, di fiducia”. Sempre, ma tanto più nei momenti di difficoltà, una città deve essere capace di essere comunità, e i cittadini devono essere attori, non spettatori. Con la partecipazione della città anche l’unità tra le istituzioni sarà più facile, e più vera.

lontanoevicino@gmail.com

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