Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Martedì 30 aprile aprile ore 17 a Tellaro, ex Oratorio ‘n Selàa
26 Aprile 2024 – 08:45

Presentazione di“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”di Dino GrassiMartedì 30 aprile ore 17Tellaro – ex Oratorio ‘n Selàa.
All’incontro interverrà Giorgio Pagano, curatore dell’opera e autore di una postfazione e di …

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I progetti camminano sulle gambe di tutti

a cura di in data 19 Aprile 2009 – 15:32

IlSecoloXIX – 19 aprile 2009 – Ieri è stato inaugurato l’ex oratorio di S. Maria Assunta in Selàa a Tellaro, monumento religioso costruito nel 1600 per dare assistenza ai bisognosi. Nel 1939 fu requisito dalla Marina etrasformato in alloggio militare. Iniziò così il suo abbandono, fino alla vendita negli anni ‘70 a un privato per farne un’abitazione. Ma il vincolo della Sovrintendenza e l’impegno della sezione del Pci, guidata dall’indimenticato Delio Pellegri, lo impedirono. Con una sottoscrizione popolare l’ex oratorio fu acquistato nel ‘76 dalla società Teae, legata al Pci, e diventò un luogo di aggregazione e di riunioni politiche: quand’ero dirigente del Pci-Pds ero di casa. Ma la speranza di tutti i tellaresi, che definivano l’edificio “scultura del mare”, era che fosse restaurato e diventasse pubblico. Ecco perché fu donato, nel ’95, al Comune. Cominciò allora la ricerca dei finanziamenti per l’intervento di restauro conservativo che ieri ha visto finalmente la luce. Un lavoro pregevole, che farà tornare l’ex oratorio un luogo della comunità: salaper convegni e mostre, spazio culturalee sociale.

Di luogo della comunità si deve parlare anche per piazza Brin, inaugurata anch’essa ieri dopo un intervento direstauro. Ho sempre pensato a questa piazza come alla più bella della città: per i suoi porticati, la fontana, i palazzi, la Chiesa. Ora la è davvero: è più ampia e vivibile, perché comprende una parte delle vie Roma e Firenze grazie all’eliminazione del traffico; ed è tornata alle sue caratteristiche originarie, con i giardini all’italiana simili a quelli realizzati accanto al mare.

La nuova piazza può essere davvero uno strumento utile per la convivenza tra culturee generazioni diverse. A tal fine serve l’impegno per garantire il diritto alla sicurezza, ma non basta. Occorreche i cittadini ritornino a vivere il quartiere, che si incontrino, che imparino a stare insieme. Se degli esseri umani accettano e apprezzano altri esseri umani e si impegnano nel dialogo, le differenze culturali e generazionali possono non essere più un problema. Si può essere differenti e vivere insieme, e si può imparare l’arte di vivere con la differenza, rispettandola. Ecco l’importanza della piazza come luogo di coesione sociale.

Il Quartiere Umbertino è quello con più anziani e più immigrati. E’ un vero e proprio laboratorio: per questo il Comune lo scelse per la progettazione del Contratto di Quartiere, che fu finanziato, e poi per la progettazione di ulteriori interventi finanziati, tramite la Regione, con i fondi europei. In questo modo sarà parte integrante del centro storico, che non è solamente la città già medievale, ma anche tutta la città ottocentesca. Un centro “allargato” che arriva fino a viale Ferrari, già riqualificato, e a piazza Saint Bon, che lo sarà presto. Un polo attrattivo che si affaccerà sul waterfront e svilupperà la sua funzione culturale, sociale, commerciale. Palazzo Crozza diventerà sede della “memoria storica” cittadina, l’Odeon Mediateca regionale e centro giovanile, l’ex Liceo Scientifico casa per gli studenti, l’ex scuola Pontremoli centro di attività sociali… E poi c’è l’obbiettivo più grande: portare in questa parte della città la nuova sede dell’Università.

Sono mete possibili perché qui ci sono risorse umane e sociali: associazioni e cittadini attivi. La nuova piazza è nata con un’esperienza di progettazione partecipata che ha coinvolto queste risorse. E’ un metodo che servirà anche per gli interventi futuri.

lontanoevicino@gmail.com

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