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Legittima difesa e armi in Italia: per quale sicurezza? Sabato 8 giugno (ore 17.00-19.30) Centro Allende – La Spezia

a cura di in data 5 Giugno 2019 – 22:21
Invito

Invito

Legittima difesa e armi in Italia: per quale sicurezza?
Sabato 8 giugno (ore 17.00-19.30)
Centro Allende, viale G. Mazzini, 2 – La Spezia

L’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) di Brescia e l’associazione “Ognivolta” onlus di Viareggio insieme a numerose associazioni spezzine promuovono sabato 8 giugno (ore 17.00-19.30) presso il Centro Allende (viale G. Mazzini, 2) a La Spezia il convegno “Legittima difesa e armi in Italia: per quale sicurezza?”.

Il convegno sarà introdotto e moderato da Filippo Paganini (Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Liguria) e vedrà gli interventi dell’avvocato Maurizio Sergi (Docente a contratto presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali della Facoltà di giurisprudenza delle Università di Genova e Pisa) che illustrerà le modifiche in materia di legittima difesa introdotte dalla legge n. 36 del 26 aprile 2019; di Giorgio Beretta (Analista dell’Osservatorio OPAL di Brescia) che tratterà il tema dell’insicurezza e della diffusione delle armi in Italia; di Gabriella Neri (Presidente dell’associazione “Ognivolta” onlus) che presenterà l’impegno a difesa delle vittime di reati con armi legalmente detenute e per migliorare le normative sul rilascio delle licenze per armi; e di Giorgio Pagano (Presidente dell’Associazione culturale Mediterraneo) che affronterà le questioni connesse all’espandersi della “percezione della paura” e alle risposte, anche di tipo culturale e politico, per fronteggiarla.

Un convegno di grande attualità sia in riferimento alle recenti modifiche della legge sulla “legittima difesa”, sia perché pone in evidenza un problema, quello della diffusione legale delle
armi
, nel contesto dell’insicurezza, reale e percepita, e delle sue implicazioni sulla sicurezza pubblica nel nostro Paese. Un problema che non andrebbe sottovalutato a fronte dell’accrescersi, anche nel nostro Paese, di sentimenti di odio e di rancore, di manifestazioni xenofobe e razziste e della tendenza a legittimare le pulsioni a “farsi giustizia da soli”. In questo contesto è di particolare rilevanza il racconto delle esperienze delle vittime delle armi legalmente detenute: un racconto sobrio e sofferto che non accetta di essere spettacolarizzato, ma che chiede rispetto e considerazione da parte di tutti a cominciare dalle istituzioni preposte alla nostra sicurezza.

Il convegno è promosso, oltre che dall’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) di Brescia e dall’associazione “Ognivolta” onlus di Viareggio, in collaborazione con Spezia Bene Comune, da: Accademia Apuana della Pace, ACLI La Spezia, Associazione L’Alveare, Associazione Culturale Mediterraneo, Associazione di solidarietà al popolo Saharawi, Gruppo “Amici di padre Damarco”, Gruppo di Azione Nonviolenta, Libertà e Giustizia La Spezia, La Sinistra La Spezia.

Per contatti stampa:
Giorgio Beretta: (OPAL) – Email: berettagiorgio@gmail.com – Cellulare: 338/304.1742
_________________
L’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL) di Brescia è un’Associazione di promozione sociale attiva dal 2004, promossa da diverse realtà dell’associazionismo bresciano e nazionale (Collegio Missioni Africane dei Missionari Comboniani, Commissione Giustizia e Pace della Diocesi di Brescia, Associazione per l’Ambasciata della Democrazia Locale di Zavidovici, Camera del Lavoro Territoriale di Brescia “CDLT”, Pax Christi, Centro Saveriano Animazione Missionaria dei Missionari Saveriani, Servizio Volontario Internazionale) e da singoli aderenti, per sostenere la cultura della pace ed offrire alla società civile informazioni di carattere scientifico circa la produzione, il commercio e la diffusione delle “armi leggere” con approfondimenti sull’attività legislativa di settore. Membro della Rete Italiana per il Disarmo, l’Osservatorio, ha promosso a Brescia diversi convegni, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali ed ha pubblicato numerose ricerche e sei annuari di cui l’ultimo dal titolo “Commerci di armi, proposte di pace. Ricerca, attualità e memoria per il controllo degli armamenti”, Editrice GAM, 2014 nel quale sono presenti due ampi studi sulla produzione e esportazione di armi italiane e bresciane. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito: www.opalbrescia.org.

L’associazione “Ognivolta” onlus di Viareggio è stata costituita nel luglio del 2012 per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze negative della mancanza di adeguati controlli sulla detenzione legale delle armi da fuoco in Italia. Promuove e sostiene iniziative di tipo culturale, educativo, sociale e medico a tutela dei diritti civili delle vittime e dei famigliari delle vittime di armi da fuoco legalmente detenute. Collabora con Enti e Istituzioni locali e nazionali per favorire normative più adeguate riguardo ai controlli sul rilascio delle licenze per armi da fuoco e per cercare di prevenire abusi e negligenze. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito: www.ognivoltaonlus.it


L’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) di Brescia e l’associazione “Ognivolta” onlus di Viareggio insieme all’Associazione Culturale Mediterraneo e numerose associazioni spezzine hanno promosso sabato 8 giugno il convegno “Legittima difesa e armi in Italia: per quale sicurezza?”.

Tra gli interventi quello dell’avvocato Maurizio Sergi (Docente a contratto presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali della Facoltà di Giurisprudenza delle Università di Genova e Pisa) che ha spiegato: “Le modifiche in materia di legittima difesa introdotte dalla legge n. 36 del 26 aprile 2019 sono inutili e dannose. In realtà si è cercato, con alcune modifiche, di rendere sempre legittima la difesa e questo non sarà mai possibile, perché ci dovrà essere sempre un giudice che dovrà valutare caso per caso la situazione, e poi perché si pongono sempre a confronto due beni incomparabili, cioè la tutela della proprietà privata e il bene della vita umana. Poi è una legge dannosa perché fa credere al cittadino -come mera propaganda- che d’ora in poi sarà possibile e sarà lecito armarsi e sparare purché si sia all’interno della propria casa. Questo è una cosa assolutamente inesistente e questi convegni servono proprio a dimostrarlo e soprattutto a fornire dei dati numerici che esplicitano come questa emergenza supposta è assolutamente inesistente ed è il frutto di mera propaganda”.

E proprio sulla presunta, ma infondata, emergenza si è concentrata l’ampia relazione di Giorgio Beretta (analista dell’Osservatorio OPAL di Brescia). “Il testo della riforma della legge sulla legittima difesa (articolo 52 del Codice penale) è stato presentato evidenziando l’aumento dei reati violenti per furti e rapine nelle abitazioni e negli esercizi commerciali a danno dei cittadini. Si tratta di una colossale menzogna” -ha affermato Beretta. “Non solo l’Italia è nella media dei Paesi europei per furti e rapine -ha sostenuto mostrando i dati Eurostat e Istat- ma gli omicidi sono in forte calo rispetto agli anni Novanta (da 1.916 omicidi volontari nel 1991 a 368 nel 2017) e i furti nelle abitazioni sono tornati ai livelli di trent’anni fa, prima cioè del fenomeno dell’immigrazione. Le rapine negli esercizi commerciali nell’ultimo decennio sono in consistente calo (da 8.149 nel 2007 a 4.517 nel 2017) e anche quelle nelle abitazioni sono meno di dieci anni fa (erano 2.529 nel 2007, sono state 2.301 nel 2017). Ma, soprattutto, sono più che dimezzati gli omicidi per furti o rapine: si passa da una media annuale di oltre 80 omicidi ad inizi anni Novanta a circa 30 nell’ultimo quinquennio. Nel 2017 gli omicidi per furti o rapine nelle case degli italiani sono stati 16: è il numero più basso da 30 anni ad oggi. Dov’è l’emergenza?”. Beretta ha quindi spiegato che la nuova legge potrebbe portare a due conseguenze alquanto pericolose. “Innanzitutto potrebbe comportare un aumento degli omicidi a seguito di furti e rapine, ma non è affatto detto che le vittime saranno solo o principalmente i rapinatori, perché anche costoro si doteranno di armi e le useranno per aggredire e difendersi. Ma, soprattutto, potrebbe verificarsi un consistente aumento di omicidi con armi da fuoco in ambito familiare e interpersonale che sono, già oggi, gli ambiti più pericolosi e in cui si compiono più di un terzo degli omicidi, cioè tanti quanti ne commettono le mafie o la criminalità comune. Un dato su tutti: nel 2017, a fronte di 16 omicidi per furti e rapine, sono stati più di 40gli omicidi con armi detenute da legali detentori di armi”.

Un problema, quello della detenzione legale delle armi, che ha sollevato anche Gabriella Neri, Presidente dell’associazione “Ognivolta” onlus. Rimasta vedova nel 2010, Gabriella ha raccontato la sua storia: “Il 23 luglio del 2010 un collaboratore della ditta di mio marito è entrato con una pistola e ha ucciso mio marito Luca e un suo collega. L’assassino aveva avuto diversi gravi problemi psichici, che lo avevano portato a più tentativi di suicidio e a trattamenti sanitari obbligatori, ma nonostante questo, continuava a detenere un’arma in maniera del tutto legale: aveva infatti una licenza di porto d’armi ‘per uso sportivo’. Dopo questa dolorosa vicenda ho realizzato che nella nostra normativa sul rilascio del porto d’armi esiste una falla e quindi, come associazione, stiamo cercando di colmare le lacune a livello legislativo per fare in modo di evitare tragedie come quella che mi ha riguardato. Al momento c’è un disegno di legge depositato in Senato per la creazione di un’anagrafe informatizzata di dati fra le strutture sanitarie e le forze di polizia affinché una persona che è ricoverata in reparto psichiatrico venga segnalata affinché si possa togliere il porto d’armi. Sembra una cosa molto semplice, ma ancora manca e soprattutto, purtroppo, finora questa non è stata ancora presa in esame in Parlamento”. “Resta un fatto: una pistola sul comodino è la sconfitta più grande di una società civile e dei suoi valori umani” -ha voluto ribadire Gabriella Neri.

L’ultima relazione, di Giorgio Pagano, Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo, ha affrontato il tema “Dentro l’Italia delle paure e del rancore: quali risposte?”.
“La parola rancore è una parola usata anche dal Censis, nel Rapporto 2017, uscito nel 2018 -ha detto Pagano: il blocco della mobilità sociale, la crisi economica, le diseguaglianze sono alla radice del rancore. L’87,3% degli italiani appartenenti al ceto popolare pensa che sia difficile salire nella scala sociale, così l’83,5% del ceto medio. Il 71,5% del ceto popolare pensa di scivolare in basso, così il 65,4% del ceto medio.
La paura del declassamento è il nuovo fantasma sociale: allora si demarcano le distanze dagli altri e si cercano i capri espiatori”. Pagano ha così proseguito:
“La risposta sta nel combattere la campagna che avvelena da anni il cuore degli italiani raccontando le bugie enormi sui migranti come sui reati. E sta nel denunciare che i principali problemi del Paese sono la povertà e le diseguaglianze, che sono esplose a livelli paragonabili solo ai periodi di guerra: 18,6 milioni di italiani a rischio esclusione, 5 in povertà assoluta, 9,3 relativa, mentre 12 milioni non si possono più curare e 1,2 sono bambini. Sta nel battersi per una politica economica e sociale che sostenga tutti i più deboli e non incentivi la guerra tra i poveri. Sta nel combattere quei politici di oggi che dicono ‘prima gli italiani’ e che sono gli stessi che ci hanno impoverito tagliando i fondi alle politiche sociali, hanno tagliato la sanità e l’istruzione pubblica, hanno reso più precario il lavoro. Sta nel proporre una politica della cooperazione che renda gli africani padroni a casa loro, e una politica dell’accoglienza basata sulla formazione e il lavoro, per garantire agli immigrati il ‘diritto di tornare’.
“Viviamo nell’Italia -questa la conclusione- dominata dalla paura: la paura dell’uomo che spara, la paura dello straniero, la paura dei buoni principi. Il Paese vive come in un incubo, chiuso nelle sue fortezze. Ma arriverà qualcuno che bucherà la bolla della paura, e ricomincerà la buona politica. Per bucare la bolla bisogna andare alla radice della paura: la crisi economica e le diseguaglianze. Solo così la buona politica potrà sconfiggere gli imprenditori della paura”.

Il convegno è stato promosso, oltre che dall’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) di Brescia e dall’associazione “Ognivolta” onlus di Viareggio, da: Accademia Apuana della Pace, ACLI La Spezia, Associazione L’Alveare, Associazione Culturale Mediterraneo, Associazione di solidarietà al popolo Saharawi, Gruppo “Amici di padre Damarco”, Gruppo di Azione Nonviolenta, Libertà e Giustizia La Spezia, Sinistra Italiana La Spezia, Spezia Bene Comune.

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