Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Martedì 30 aprile aprile ore 17 a Tellaro, ex Oratorio ‘n Selàa
26 Aprile 2024 – 08:45

Presentazione di“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”di Dino GrassiMartedì 30 aprile ore 17Tellaro – ex Oratorio ‘n Selàa.
All’incontro interverrà Giorgio Pagano, curatore dell’opera e autore di una postfazione e di …

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Presentazione del libro “La sinistra la capra e il violino.Trenta parole per La Spezia che vorrei” di Giorgio Pagano

a cura di in data 11 Ottobre 2010 – 05:00

Lunedì 11 ottobre alle 17 al Centro Allende l’Associazione Culturale Mediterraneo organizza la presentazione del libro di Giorgio Pagano “La sinistra la capra e il violino. Trenta parole per la Spezia che vorrei”. Ne discuteranno con l’autore  Daniela Brancati, giornalista e scrittrice, Massimo Federici, sindaco della Spezia, Piero Ottone, giornalista e scrittore, Roberto Speciale, Presidente del Centro in Europa.
Sabato 9 ottobre il volume è stato presentato alla stampa da Giorgio Pagano E’ diviso in tre parti: una conversazione con Daniela Brancati; la raccolta degli articoli sulla città pubblicati in questi anni sul Secolo XIX, organizzati attorno a trenta parole chiave; e l’appendice “Acam, la verità. Diario 1997-2007”. La prefazione è di don Andrea Gallo, fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova. Le fotografie del libro, raccolte sotto il titolo “Terra Santa 2005-2010” sono state scattate in Israele e in Palestina o sono comunque ad esse dedicate: “testimoniano -scrive l’autore- un impegno personale e soprattutto ricordano a tutti noi il ruolo di pace assegnato dalla storia alla nostra città”. Il titolo, ha detto Pagano, rimanda a un quadro di Chagall, “La Marie”, in cui una capra suona il violino: è un invito, nella vita e nella politica, “a non ridurre tutto a calcolo e a dare aria alla fantasia e al sogno”, ad avere sempre un orizzonte e a non smarrirsi nella quotidianità.
Nel libro l’autore racconta le sue passioni attuali: l’impegno di cooperante in Palestina e in Africa, quello di segretario della Rete delle Città Strategiche, e l’impegno associativo e civico in città: l’Associazione Culturale Mediterraneo, il coordinamento antirazzista Io non respingo, il Comitato Unitario della Resistenza. “Sono uscito dalla politica tradizionale  -spiega l’ex sindaco- perché avevo queste nuove passioni, ma anche per il crescente distacco dalle sue forme attuali, sempre più prive di una dimensione ideale e etica”. Nella prefazione don Gallo commenta così questa scelta: “non è antipolitica, anzi è un forte stimolo per il rinnovamento radicale dei partiti”. E Pagano dice: “La mia postazione prioritaria è la società civile, nelle comunità del volontariato, della cultura, dell’associazionismo solidale. Quando si parla di politica e della sua crisi, perché l’attenzione non si rivolge a questo potenziale serbatoio di energie? Non per colonizzarle, ma per trarne, rispettandone la libertà, gli impulsi vitali. Invece la politica è un’oligarchia di giri chiusi, refrattaria ad ogni apertura. E non sa collegarsi alla vita reale delle persone”.
A una domanda su un suo ritorno alla politica <tradizionale> l’autore risponde così: “Sì, ma solo se si aprirà alla società civile, e se riuscirò a trovarvi quelle idealità e quelle speranze capaci di darmi nuove motivazioni”.
Pagano critica il Pd per la sua subalternità al liberismo e al leaderismo, e spezza una lancia  a favore del nuovo Ulivo proposto da Bersani: “a patto che sia il luogo dell’unità vera di tutte le forze progressiste e di sinistra, non un cartello elettorale, e che coinvolga la società civile”. “L’alleanza che bisogna costruire -prosegue- è innanzitutto con l’Italia che vuole il cambiamento. Bisogna rimotivare la politica come cosa pubblica, con un protagonismo popolare.” E a una domanda su Vendola Pagano risponde così: “Abbiamo bisogno di pensieri forti e di visioni del futuro, è un lavoro che non possiamo fare senza Vendola”.
Sulla città, l’ex sindaco sostiene che non è sufficiente attuare i vecchi progetti, e che bisogna affrontare nuove sfide progettuali: il sostegno alle piccole imprese, la green economy, la formazione, un nuovo welfare, la società interculturale: “In vista delle elezioni del 2012- sostiene- bisogna aprire un grande cantiere di discussione creativa, che coinvolga la città nel sentimento di una grande impresa comune. Occorre uscire all’aria aperta, riconnettendosi a un popolo scosso da una vicenda triste come quella delle Cinque Terre”.
Su Acam, infine, Pagano racconta in ogni dettaglio tutta la storia dell’azienda: “Hanno prevalso il localismo con la veduta corta, la scelta di rifiutare le aggregazioni e di coltivare un isolamento fuori dai tempi. Contro la mia volontà, il che non mi assolve affatto, perché chi è sconfitto ha il demerito di non avercela fatta a far passare le idee che riteneva giuste”. E aggiunge: “Occorrevano progetti e controlli capaci di evitare che l’azienda entrasse in difficoltà: ma sono mancati  per errori degli uomini che amministravano l’azienda, scelti con il metodo sbagliato dello Stato dei partiti”.

In un Centro Allende gremito, l’Associazione Culturale Mediterraneo ha presentato il  libro “La sinistra la capra e il violino. Trenta parole per La Spezia che vorrei” del suo presidente Giorgio Pagano. Gianluca Solfaroli, nell’introduzione, ha parlato di un libro “che non è per addetti ai lavori” e che è “utilissimo a conoscere la città” e per “riflettere sulla crisi della sinistra”. Ma, ha aggiunto, il libro fa soprattutto conoscere la persona: “è un’autobiografia lucida e densa di emozioni, in cui si avverte il bisogno di ripartire da sé per ridefinirsi”. I due concetti chiave del libro, secondo Solfaroli, sono il “patriottismo cittadino” e il fatto che in politica debbano esserci “valori non negoziabili”. A queste considerazioni si è richiamato il giornalista e scrittore Piero Ottone, che ha fatto un excursus sui grandi personaggi politici da lui conosciuti durante il suo lavoro, per concludere che “il personaggio a cui assomiglia Pagano è Obama, perché antepone il senso del dovere e dei valori non negoziabili davanti alla carriera”. Ottone si è poi domandato se in questa fase della politica Pagano potrà “avere un avvenire politico”: “è difficile che possa averlo nell’era della crisi dei valori e del populismo, ma se ci riuscirà farà comunque il suo dovere verso la comunità”. Anche Roberto Speciale, Presidente del Centro in Europa, si è dichiarato pessimista: Pagano, ha affermato, “con il suo lavoro culturale e civico fa cose molto utili, ma la politica oggi vive in una sfera separata e quindi temo che non ne sia influenzata”. E’ comunque necessario, ha concluso, “tenere accesi dei fuochi”, in attesa che ”i giovani irrompano nella politica per darle la scossa necessaria”. La giornalista e scrittrice Daniela Brancati, coautrice della conversazione con Pagano che apre il volume, ha condiviso la visione della politica dell’ex sindaco e ha concluso: “è vero che fare la politica tradizionale oggi è difficile ma, arrivati al punto in cui siamo, la battaglie vanno fatte”. Anche il sindaco Massimo Federici, che ha concluso il giro delle presentazioni del volume ricordando la lunga collaborazione con Pagano nel partito e in Comune, si è augurato che “il libro concluda una fase della vita dell’autore, perché c’è bisogno della sua esperienza”.
Infine Giorgio Pagano. Il Presidente di Mediterraneo ha ricordato i caratteri di fondo della sua cultura e del suo operare: “l’interesse per la società e per le energie popolari, per i bisogni delle masse e delle persone” e “la consapevolezza che serve un progetto di società, un’ispirazione etica e ideale della politica”. Ed ha aggiunto: “mi sono distaccato dalla politica tradizionale non solo per le mie nuove passioni, soprattutto quella per la Terra Santa e la pace in Medio Oriente” ma anche “per la critica a una politica sempre più priva di una dimensione ideale ed etica, sempre più separata dalla società e dalla vita delle persone”. Pagano ha parlato della sua “postazione oggi prioritaria, la società civile”, invitando la politica, anche cittadina, “ad aprirsi a questo serbatoio di energie e ad uscire dalle oligarchie dei giri chiusi”. Circa un suo possibile ruolo nella politica tradizionale Pagano ha risposto così: “ sì, se ci sarà un’apertura alla società civile e una discussione progettuale in cui poter trovare idealità e speranze, capaci di darmi nuove motivazioni”. Senza queste motivazioni, ha concluso, “non ne sarei capace perché non sono un carrierista”. Ma intanto, ha detto l’ex sindaco, “una mano voglio darla, non solo con Mediterraneo, ma anche mettendomi a diposizione dei partiti di sinistra, a patto che le sedi che mi vengano offerte siano di progettualità e di cooperazione e non di competizione astiosa per il potere: le prime mi interessano, le seconde proprio no”.

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Iniziativa con Giorgio Pagano 11-10-2010

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