Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Martedì 30 aprile aprile ore 17 a Tellaro, ex Oratorio ‘n Selàa
26 Aprile 2024 – 08:45

Presentazione di“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”di Dino GrassiMartedì 30 aprile ore 17Tellaro – ex Oratorio ‘n Selàa.
All’incontro interverrà Giorgio Pagano, curatore dell’opera e autore di una postfazione e di …

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Ciao, vecchio Pietro

a cura di in data 1 Ottobre 2015 – 12:00

Città della Spezia, Cronaca4, Gazzetta della Spezia, 28 settembre 2015 – Pietro Ingrao era una delle ultime personalità di quella generazione che combatté il fascismo e conquistò la libertà, interpretando nel modo più alto la politica: l’impegno per la causa era sempre anteposto a tutto il resto. Flavio Bertone, che fu sindaco di Spezia e senatore per il Pci, non era quasi mai d’accordo con lui -pur militando nello stesso partito- ma di Ingrao diceva sempre: “se non ci fosse bisognerebbe inventarlo”. Perché era capace come pochi di scavare nelle contraddizioni del Paese, di immaginare un nuovo modello di sviluppo economico e nuove forme di partecipazione e protagonismo delle masse. A Spezia venne da Presidente della Camera, nel 1978, per celebrare i trent’anni della Costituzione. Fu una manifestazione enorme, in piazza Europa. In una città culla dell’antifascismo e del movimento operaio, Ingrao insistette sul nesso indissolubile tra Resistenza e Costituzione, “perché sono la stessa cosa: sono nate insieme, e se cade una cade anche l’altra”. E sul legame profondo tra la Costituzione e i lavoratori, che “costituiscono il cuore della democrazia”. Aggiunse una frase che oggi sembra profetica: “Di fronte a questa storia e a questo passato, non può essere consentito che uno possa pensare di decidere da solo, dall’alto, e comandare dicendo: io faccio così”.

Ricordo i suoi interventi nei congressi nazionali del partito: bellissimi ed emozionanti, anche per il suo linguaggio mai “politichese”. L’ultima volta che lo vidi fu a Firenze, al Forum Sociale Europeo del 2002, dove entusiasmò migliaia di giovani della generazione “no global”. Fu in quella occasione che mi chiese anche delle Cinque Terre: ricordava la loro natura quasi selvaggia, amata in una vacanza di molti anni prima. Era un politico colto, originale e fecondo, e una persona gentile e mite. Per me e per tanti ha rappresentato la nobiltà della politica, l’amore per la vita, la ricerca di un altro mondo possibile. La sua scomparsa obbliga a una riflessione radicale sulla sinistra, ora che quella del Novecento è morta in tutte le sue forme: una riflessione che, come quella di Ingrao, sappia sollecitare la continua ricerca, sempre permeata dal dubbio, delle vie inedite di una società giusta. Ciao, vecchio Pietro

Giorgio Pagano
ex segretario provinciale del Pci e del Pds e sindaco della Spezia

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