Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Martedì 30 aprile aprile ore 17 a Tellaro, ex Oratorio ‘n Selàa
26 Aprile 2024 – 08:45

Presentazione di“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”di Dino GrassiMartedì 30 aprile ore 17Tellaro – ex Oratorio ‘n Selàa.
All’incontro interverrà Giorgio Pagano, curatore dell’opera e autore di una postfazione e di …

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L’hospice non si può non fare

a cura di in data 13 Dicembre 2015 – 11:58
Principe, Praia Santa Rita    (foto Giorgio Pagano)

Principe, Praia Santa Rita
(foto Giorgio Pagano)

Città della Spezia, 13 dicembre 2015 – La vicenda dell’hospice per i malati oncologici terminali ha dell’incredibile. Matteo Melley, Presidente della Fondazione Carispe, l’ha raccontata in modo dettagliato nell’intervista a “Città della Spezia” del 9 dicembre “Hospice, Viale frettolosa: noi ancora disponibili a sostenerlo”. In sostanza: la Fondazione acquistò nel 2010 un’area di via Fontevivo per realizzarvi un edificio con un polo riabilitativo e, all’ultimo piano, un hospice, non alternativo ma complementare a quello previsto a Sarzana dal Piano sanitario regionale; nel giugno 2014 l’allora Presidente della Regione Burlando auspicò questa soluzione; nel dicembre 2014 l’Asl 5 (con Burlando ancora Presidente) comunicò che la programmazione regionale prevedeva l’attivazione dell’hospice solo a Sarzana. Quindi per anni si è andati avanti, tra Fondazione, Comune, Asl 5 e Regione, nella più totale ambiguità. La Fondazione si è impegnata, Asl e Regione hanno dapprima espresso un auspicio, poi si sono tirate indietro. E il Piano sanitario regionale non è mai cambiato.

Il no del nuovo assessore regionale Viale, espresso il 2 dicembre in occasione dell’inaugurazione dell’hospice di Sarzana, è stato arido e freddo ma purtroppo prevedibile, perché basato su quanto lasciato in eredità dalla precedente Giunta. E tuttavia non regge. E’ un no che può e deve essere ritirato. Perché a Spezia l’hospice c’è già, e la Fondazione Carispe ha pure assicurato la copertura parziale dei costi di finanziamento per tre anni (250.000 euro all’anno, su un costo totale di 600-700.000 euro). Il buonsenso, oltre all’attenzione ai bisogni dei malati di tumore, impone un superamento del “frettoloso” diniego della Viale. L’hospice non si può non fare: la politica che vi si è opposta e vi si oppone è burocratica e ragionieristica, del tutto lontana dalla vita delle persone.

Principe, il ponte pedonale che collega l'Ilheu e la Praia Bom Bom    (foto Giorgio Pagano)

Principe, il ponte pedonale che collega
l’Ilheu e la Praia Bom Bom
(foto Giorgio Pagano)

Leggo che quasi tutte le forze politiche spezzine sono d’accordo sul questo obbiettivo: bene, si uniscano anche in Regione e convincano Toti e la Viale dell’errore che stanno facendo. Mettendo un punto fermo: la modifica del Piano sanitario regionale. Se si teme che ciò isolerebbe Spezia rispetto alle altre province liguri, si insista sul fatto che l’hospice è già pronto e che funzionerebbe con una spesa ridotta. E si usino anche i validi argomenti forniti dal dottor Lorenzo Di Alesio, oncologo in pensione e animatore del movimento di opinione pro Hospice, a cominciare dalla proposta di utilizzare i posti letto dell’hospice anche per le malattie degenerative del sistema nervoso centrale, per le quali Genova ha ora un hospice dedicato (“La Nazione”, 4 dicembre). Di Alesio dovrebbe essere ascoltato anche quando pone l’esigenza di una logica dipartimentale in Oncologia, quella per cui si batté sempre da dirigente del reparto. Molti hanno vissuto la triste esperienza di assistere i loro cari, e ricordano che le attività legate a Oncologia si tenevano tutte al Felettino, a stretto contatto tra loro, mentre ora sono parcellizzate, sparse per il Sant’Andrea o addirittura a Sarzana. Si può e si deve fare meglio!

lucidellacitta2011@gmail.com

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