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Presentazione del libro di Antonio Floridia “PD un partito da rifare? Le ragioni di una crisi” – Lunedì 23 gennaio ore 17 Auditorium Biblioteca Beghi

a cura di in data 18 Gennaio 2023 – 22:03

Invito 23 Gennaio

Presentazione del libro di Antonio Floridia
PD un partito da rifare? Le ragioni di una crisi
Lunedì 23 gennaio ore 17
Auditorium Biblioteca Beghi

L’Associazione Culturale Mediterraneo e il Circolo Pertini hanno organizzato il ciclo di incontri “Socialismo e democrazia, uguaglianza e libertà. Storie, riflessioni, speranze”, che si svolgerà da gennaio a maggio 2023.
La prima iniziativa si terrà lunedì 23 gennaio alle ore 17 all’Auditorium della Biblioteca Beghi: verrà presentato il libro del politologo Antonio FloridiaPD un partito da rifare. Le ragioni di una crisi”. Con l’autore dialogheranno Giorgio Pagano, presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo, e il deputato Andrea Orlando, fondatore del Pd.
Il PD è stato fondato nel 2007 e da allora ha vissuto una costante caduta dei propri consensi elettorali: dai 12 milioni di voti del 2008 ai 5 milioni e 300mila delle elezioni del 25 settembre 2022. Di fronte a tutto ciò Antonio Floridia si pone alcune domande: è possibile ancora provare a riformare questo partito? E può essere davvero “rifatto”? E come? L’autore indaga le ragioni profonde della crisi del PD, ricostruendo la sua vicenda, analizzando i “miti fondativi” che ne hanno segnato le origini, il suo modello organizzativo, i tentativi (falliti) di rinnovarlo; la progressiva riduzione della sua capacità di parlare ai settori della società che un partito della sinistra dovrebbe in primo luogo proporsi di rappresentare; l’indeterminatezza della sua cultura politica e della sua identità. Il Pd appare, sostiene Floridia, un “partito in gabbia”, intrappolato nel suo stesso impianto originario: ed è questo che rende a suo parere oggi molto difficile un vero processo di rinnovamento.
“Le due associazioni sono rigorosamente e gelosamente autonome rispetto a partiti e gruppi politici ma non sono affatto apolitiche – affermano i presidenti Giorgio Pagano e Nicola Caprioni -, la nostra collocazione culturale è nella sinistra, una sinistra nuova, plurale ma non informe e sbiadita, che potrà risorgere solo guarendo dalle sue piaghe: la mancanza di un’identità autonoma, di un punto di vista critico della società e di una rappresentanza sociale degli sfruttati, l’abbandono della visione solidaristica e cooperativa, il ‘governismo’ come unico orizzonte dell’agire politico possibile, il leaderismo correntizio e la riduzione della politica a mero strumento di promozione personale, quando non dei traffici nei bassifondi affaristici”.


 

Biblioteca Beghi gremita per il primo incontro del ciclo “Socialismo e democrazia, uguaglianza e libertà. Storie, riflessioni, speranze”, organizzato dall’Associazione Culturale Mediterraneo e dal Circolo Pertini. Il politologo Antonio Floridia, introdotto da Nicola Caprioni, presidente del Circolo Pertini, ha presentato il suo libro “PD un partito da rifare. Le ragioni di una crisi”, discutendo con Giorgio Pagano, presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo, e con il deputato Andrea Orlando, fondatore del Pd.
Pagano ha spiegato il significato del ciclo di incontri: “creare un luogo di elaborazione e trasmissione di un pensiero critico sul presente e di un’idea alternativa di società, perché la sinistra potrà risorgere solo con un punto di vista socialista, una nuova moralità e senso della vita, una ‘disciplina del mercato’ nel segno della lotta alle diseguaglianze e della libertà del lavoro”.
Per Floridia i due fondamentali fattori di declino del Pd sono il fatto di “non essere un partito di parte, di rappresentanza del mondo del lavoro” e di “non avere un’identità chiara, una cornice di principi condivisi che lo tenga unito”. Anche l’organizzazione del partito ha contribuito, secondo Floridia, alla sua involuzione: “sono i candidati segretari che fanno eleggere gli organismi dirigenti, non il contrario”, mentre le primarie “svalorizzano una seria partecipazione”. Con questo “meccanismo plebiscitario” – ha aggiunto – “le correnti diventano un dato organico, insuperabile, e il partito si divide in feudi”. Il Pd, ha concluso, “per evitare una consunzione deve scegliere tra due anime, quella liberal-liberista e quella socialdemocratica, aperta agli apporti della cultura cattolica di sinistra e dell’ambientalismo”.
Anche per Orlando “tra Calenda-Renzi e il M5S c’è spazio solo per una forza socialista, che ridimensionerebbe le altre due forze”, ma “l’ostacolo a questa operazione sono le regole stesse del partito, un meccanismo che riconducendo tutto alle primarie per la leadership non è in grado di risolvere il problema dell’identità politica”. “Avrei voluto un congresso vero ma a questo punto – ha concluso – solo la carta Schlein può innescare una svolta per aprire la fase costituente di un nuovo partito socialista e del lavoro”.

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