Per la giustizia sociale e ambientale – Sarzana il 4 maggio, Lerici il 17 maggio e La Spezia il 27 maggio
2 Maggio 2024 – 21:35

Per la giustizia sociale e ambientaleSarzana – Sala della Repubblica 4 maggio ore 16Lerici – Sala Consiliare 17 maggio ore 16,30La Spezia – Circolo ARCI Canaletto 27 maggio ore 21
E’ possibile imboccare oggi la …

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Crisi climatica e nuove politiche energetiche

Economia, società, politica: anticorpi alla crisi

Quale scuola per l’Italia

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Rapporto sulla scuola in Italia 2009

a cura di in data 8 Maggio 2008 – 18:04

copj13aspLa scuola in Italia è una scuola a rischio. Le indagini internazionali sugli apprendimenti delineano un quadro impietoso del gap di competenze linguistiche, matematiche e scientifiche che già a 15 anni separa i ragazzi italiani dai loro coetanei europei. I nostri insegnanti appaiono nel complesso sfiduciati, penalizzati dall’assenza di incentivi retributivi e professionali, demotivati dalla caduta di prestigio del proprio ruolo sociale. L’autonomia scolastica, nata dieci anni fa sull’onda delle spinte al decentramento, è ancora oggi monca, incapace di dare vita a una distinzione efficiente di ruoli fra governo centrale, governi locali e scuole, e men che mai di alimentare nei singoli istituti sostanziali miglioramenti della didattica e dell’organizzazione dello studio. Allo stesso modo segna il passo anche il processo per sottoporre la scuola a un efficace e trasparente sistema di vantazione, complemento indispensabile dell’autonomia. È una situazione allarmante quella descritta dal rapporto della Fondazione Agnelli che, dopo aver fotografato lo stato generale di degrado e abbandono del nostro sistema educativo, propone linee di sviluppo futuro fondate non solo sul confronto con l’estero ma anche su una seria e approfondita operazione di rinnovamento e potenziamento professionale del corpo insegnante.

Da dove vengono le competenze degli studenti?
I divari territoriali nell’indagine OCSE PISA 2003.

di Massimiliano Bratti, Daniele Checchi e Antonio Filippin

edizioni Fondazione per la Scuola

Il processo formativo, pur originandosi all’interno della famiglia, risente del contesto della scuola e del territorio di riferimento. Il problema è di particolare importanza per l’Italia, dove l’indagine OCSE PISA condotta nel 2003 sugli studenti quindicenni segnala un divario nord-sud equivalente a quello esistente, per esempio, tra Finlandia e Grecia. Muovendo da recenti ricerche sul tema, questo volume approfondisce le determinanti socio-economiche dei divari osservati a livello individuale e di territorio .

Massimiliano Bratti è ricercatore in Economia politica presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegna Economia del lavoro.

Daniele Checchi insegna Economia del lavoro ed Economia dell’istruzione presso l’Università degli Studi di Milano.

Antonio Filippin insegna Microeconomia e Teoria dei giochi presso l’Università degli Studi di Milano.

La scuola bene di tutti

a cura di Lorenzo Caselli

edizioni Fondazione per la Scuola

La scuola è una istituzione troppo importante per essere «di parte», dunque non può costituire oggetto di scontro politico; nella scuola si pongono i tasselli di quella cittadinanza – fatta di senso di appartenenza e di valori civici – che, chiamata a innervare la convivenza civile, inclusiva e solidale, è alla base del bene sociale; infine, la scuola deve essere aperta in egual misura a tutti e ordinata a misura di ciascuno. Nel volume  vengono presentati e discussi alcuni nodi problematici: l’educazione civica e la formazione alla cittadinanza attiva; le strategie più idonee per garantire l’equità; l’educazione interculturale; la promozione della creatività; l’impiego di metodologie cooperative.

Lorenzo Caselli è  docente di Etica economica e responsabilità sociale delle imprese e Direttore del Dipartimento di tecnica e economia delle aziende nell’Università di Genova.

La Parola contro la barbarie

Insegnare ai nostri bambini a vivere insieme

di Alain Bentolila

ed. V&P

Se parlare vuol dire sedersi al tavolo della negoziazione linguistica, accettare che l’altro abbia il diritto di interpretare il senso delle mie parole e insieme cercare di evitare che questa interpretazione sia un tradimento della mia intenzione, allora dobbiamo riconoscere alla parola (e alla scritttura) un potere prezioso:  quello di trasformare pacificamente il momdo e gli altri. Il testo, pur non essendo destinato al mondo della scuola, presenta riflessioni molto interessanti per chi si occupa di costruzione delle competenze linguistiche.

Alain Bentolila è professore di Linguistica alla Sorbona di Parigi.

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