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Città metropolitana occasione di rilancio

a cura di in data 27 Novembre 2012 – 16:01

La Repubblica – Il Lavoro – 27 Novembre 2012– Il Consiglio regionale ligure ha deliberato la proposta al Governo per il riordino delle Province e per l’istituzione della Città Metropolitana di Genova, i cui confini coincideranno con quelli dell’attuale Provincia. Si può discutere quanto si vuole sul fatto che l’istituzione delle Città Metropolitane sia venuta dall’alto e in un decreto sulla revisione della spesa: ma in 22 anni dalla legge 142/90, 11 anni dalla riforma del Titolo V° e 3 anni dalla legge sul federalismo fiscale non si era mai fatto nessun passo avanti, segno della nostra estrema difficoltà a modificare qualsiasi equilibrio politico e amministrativo. Non si può quindi offuscare il dato che ci troviamo finalmente di fronte, nonostante il modo sbagliato, a un fatto concreto: l’istituzione delle Città Metropolitane, cioè l’adeguamento dell’ordinamento amministrativo ai fenomeni dell’urbanesimo moderno, può diventare realtà. Ora, definiti i confini territoriali, deve aprirsi il confronto sugli Statuti, le funzioni, gli organi, le modalità di elezione (entro il 31ottobre 2013).

Ma che cos’è la Città Metropolitana? Non è solo un’istituzione, un meccanismo di norme, è soprattutto l’occasione per creare un nuovo modo di governare il territorio: migliorare i servizi per i cittadini e ridurre il loro costo; rinnovare il rapporto tra democrazia rappresentativa e partecipazione per contribuire alla riforma della politica partendo dalle città; raccordare le istituzioni e i soggetti sociali del territorio, riorganizzando la “filiera della programmazione” e sintonizzando ogni Città Metropolitana con la Regione, il Governo, le altre Città Metropolitane italiane ed europee, l’Unione europea.
In questo senso la Città Metropolitana è anche e soprattutto un nuovo stile di governo. Un percorso che non può essere affidato solo ai 67 Sindaci del territorio genovese e al Commissario della Provincia, ma che dovrà coinvolgere l’intero milieu metropolitano, i soggetti pubblici e privati e tutti i cittadini. Sarà decisivo costruire una governance unitaria del territorio, che non si improvvisa ma necessita di strumenti adeguati a supporto dell’azione di governo e a completamento di quelli tradizionali. A tal fine lo strumento più importante è il Piano strategico. E’ stato sperimentato dalle città più dinamiche d’Europa (da noi a Torino, Venezia, Bari, Bologna, e a Genova e a Firenze durante i mandati di Pericu e di Dominici) e ha guidato profonde trasformazioni partecipate. Non a caso le Città Metropolitane europee di maggior successo adottano la pianificazione strategica come strumento “ordinario” di governo, prevedendola nella norma tra le competenze della Città Metropolitana (si vedano il Greater London Authority Act 2000 e la Ley de la Generalitat de Catalunya del’Area Metropolitana de Barcelona 2010). Insomma, la pianificazione strategica serve a costruire la “Città Metropolitana reale”. Perché favorisce la cooperazione intercomunale, evitando il conflitto tra Comune capoluogo e altri Comuni dell’area; e perché crea il sistema di alleanze tra tutti i soggetti che rappresentano la Città. Ecco perché anche Genova dovrebbe dotarsi di questo strumento, il Piano come “disegno di sviluppo e patto per il territorio metropolitano” e anche come strumento di transizione verso la Città Metropolitana, come hanno deciso quasi tutte le altre Città Metropolitane italiane. Il Piano serve anche perché la Città Metropolitana funzioni meglio e costi meno, grazie a una programmazione integrata che raccordi il territorio e realizzi economie di scala (unificazione dei Corpi di Polizia Municipale, degli uffici tecnici, ecc). Il rischio è che le forze politiche e istituzionali tendano a conservare la situazione esistente (la Provincia preoccupata della sua scomparsa, i Comuni della cessione dei loro poteri, entrambi del centralismo regionale o nazionale). E’ il momento, invece, di elaborare proposte innovative.

Giorgio Pagano

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