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Cooperazione, serve una rete regionale

a cura di in data 15 Febbraio 2017 – 21:55

Il Secolo XIX nazionale, 6 febbraio 2017 – Sandro Cappelletto, sul Secolo XIX del 30 gennaio, ha evidenziato i limiti della cooperazione internazionale. Il vero problema è l’efficacia degli aiuti. “L’unico aiuto utile è quello che uccide l’aiuto”, scrive Cappelletto citando un grande africano, Thomas Sankara. E’ così: la buona cooperazione è la capacità di rendere le persone autonome e capaci di autodeterminare la propria vita, non più assistite.

Cito la mia ultima esperienza: l’elaborazione del Piano di sviluppo del Distretto (Regione) di Lembà a Sao Tomé e Principe, un Paese africano tra i più poveri. Il Piano, costruito con la partecipazione popolare, ha un obbiettivo di fondo: supportare la capacità dei saotomensi di autogovernarsi da sé. Un esempio: a Lembà c’è un impianto per la pesca costruito dalla cooperazione “dall’alto”, abbandonato perché nessuno sa adoperarlo. Noi proponiamo di dar vita a una società per la pesca costituita dallo Stato, da un’impresa straniera, dalle piccole imprese locali, fino ai pescatori artigianali e alle venditrici del pesce. L’innovazione va portata dal di fuori ma al tempo stesso va fatta nascere dall’interno, coinvolgendo le persone, supportandole nei cambiamenti, suscitando la loro creatività.

In questa concezione è decisivo il potenziamento delle strutture istituzionali, economiche e civili decentrate: l’autogoverno delle persone è un processo che si sviluppa all’interno di sistemi locali in grado di governare il territorio.

E’ decisivo, inoltre, che la cooperazione coinvolga le nostre imprese, mosse non solo dalla volontà di investire sulla creazione di un mercato ma anche dalla responsabilità sociale e ambientale. Occorre coniugare cooperazione e internazionalizzazione delle imprese, dono e investimento.

Il problema è che le esperienze positive sono frammentate. L’obbiettivo è costruire un sistema italiano, basato su sistemi regionali. Anche in Liguria, come propone l’associazione Januaforum, serve una rete regionale che faccia lavorare insieme, in un Paese o in un territorio di un Paese, le istituzioni, le Ong, le imprese, le fondazioni bancarie, le università. Solo così la Liguria uscirà dal suo isolamento, in un cammino congiunto con qualche Paese africano, a reciproco interesse e beneficio.

Giorgio Pagano
Socio dell’associazione Januaforum

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