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Presentazione del libro “Il grande saccheggio” di Piero Bevilacqua

a cura di in data 2 Dicembre 2011 – 16:59

MARTEDI’ 6 DICEMBRE ALLE ORE 17 AL CAMEC

La nuova iniziativa dell’Associazione Culturale Mediterraneo ha come protagonista lo storico Piero Bevilacqua, dell’Università La Sapienza di Roma, che presenterà il suo ultimo libro “Il grande saccheggio”. L’incontro si terrà martedì 6 dicembre alle ore 17 al CAMeC di piazza Battisti. Viviamo, sostiene l’autore, in una delle più paradossali società che la storia umana abbia mai edificato nel suo lungo cammino. Una ricchezza straripante che dilaga dappertutto e la condanna alla marginalità degli uomini e delle donne che la producono. Oceani di beni intorno a noi, che non servono però a dare tempo di vita, non ci liberano dalla precarietà, ci gettano nell’insicurezza, obbligano a un lavoro crescente, a rapporti umani mercificati e privi di senso. Il culto dell’individualismo esorta al consumismo solitario di prodotti effimeri, degrada l’ambiente, danneggia l’habitat sociale comune, è in conflitto con l’interesse generale. Paradossalmente, mentre spinge alla solitaria soddisfazione di ognuno, compromette alla radice la possibile felicità di tutti. E’ altra invece, secondo Bevilacqua, la direzione di marcia richiesta da un approdo più avanzato di civiltà: l’utilizzo dei beni comuni richiede non il possesso, ma la condivisione d’uso, non la predazione individuale, ma il godimento collettivo Il libro cerca di trovare le parole capaci di raccontare questa nuova dimensione pubblica della ricchezza. L’incontro, inserito nel ciclo “Economia, società, politica: anticorpi alla crisi”, è dunque quanto mai attuale, perché affronta i due grandi temi, connessi tra loro, oggi drammaticamente all’attenzione dei cittadini: la crisi economico-finanziaria e quella ambientale, e le vie d’uscita possibili. Il capitolo finale, intitolato “Uno sguardo al futuro”, contiene le linee essenziali di un “Piano del lavoro per la gioventù”, una base di discussione ricchissima di spunti anche per la nostra realtà locale: recupero delle aree interne e ritorno dell’agricoltura,  industria verde e energie rinnovabili, centralità dell’università e della ricerca.

L’Associazione Culturale Mediterraneo ha presentato, al CAMeC,  “Il grande saccheggio” dello storico Piero Bevilacqua, una lucida analisi di quella che l’autore definisce “l’età del capitalismo distruttivo”. Bevilacqua si è soffermato sulle cause della crisi: la produzione sempre maggiore di merci con un numero sempre minore di lavoratori, sostituiti dalle macchine; la caduta della domanda causata dall’impoverimento sociale di operai e ceti medi; la “grande trovata” di farli continuare a consumare indebitandoli con le carte di credito e i mutui; fino all’esplosione del 2007-2008; l’intervento degli Stati per salvare le banche, che si sono così indebitati a loro volta ed oggi sono oggetto delle speculazioni delle banche stesse. “Il potere finanziario tiranneggia gli Stati -ha affermato lo storico- ma ci sono responsabilità enormi del potere politico”, perché “la crisi è figlia della deregolamentazione da loro voluta”. Il problema della rappresentanza democratica è serissimo, ha aggiunto, per la “commistione tra potere economico e potere politico”. Tra le possibili soluzioni, l’autore ha citato il “limite alle spese elettorali”, condizione per spezzare il legame tra politica e affari; e la costituzione di “un osservatorio politico per il monitoraggio delle attività dei politici”, che li sottoponga al controllo della partecipazione dei cittadini.

Bevilacqua, soffermandosi sulle possibili vie d’uscita alla crisi, ha escluso che si possa “tornare a comportarsi come prima, alla consuetudine dello sviluppo economico come lo conoscevamo”, anche per i suoi effetti devastanti sull’ambiente e sulla sopravvivenza del pianeta. “Bisogna rivalersi sul capitale finanziario con una tassa sulle transazioni”, perché ”il peggio deve ancora venire” e “le ricette che ci vengono proposte sono le stesse che ci hanno portato alla crisi”. Il possibile punto di svolta sta nella “capacità della politica di progettare nuovi lavori per finalità generali: restaurare le città, rilanciare l’agricoltura di qualità, mantenere il territorio”. Ma la politica “oggi vola basso, non ha la cultura per affrontare questi temi”. Serve un “lavoro culturale e politico dal basso” che incida sulla politica “spezzando l’anello che la collega al capitale finanziario e la riconnetta ai cittadini”. La parola d’ordine del futuro, ha concluso lo storico, è quella dei “beni comuni”.

E’ possibile scaricare tutto il materiale in formato .ZIP dal seguente link:

Iniziativa con Piero Bevilacqua del 6-12-2011

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