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La festa della donna e le presentazioni di “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Mercoledì 7 Marzo a Massa, Giovedì 8 a La Spezia e Varese Ligure

a cura di in data 25 Febbraio 2018 – 22:08
Inviti

Inviti

La festa della donna e le presentazioni di
Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello

* Mercoledì 7 marzo ore 17 Massa, Libri in Armonia
* Giovedì 8 marzo ore 11 La Spezia, Auditorium Istituto Superiore Cardarelli
* Giovedì 8 marzo ore 17 Varese Ligure, Sala Consiliare

Il libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” (edizioni Cinque Terre) sarà protagonista nelle iniziative dedicate alla Festa della Donna. Il primo appuntamento è fissato per mercoledì 7 marzo alle 17 a Massa, alla libreria Libri in Armonia (via Pacinotti, 16). Giovedì 8 marzo il libro sarà presentato alle ore 11 alla Spezia nell’Auditorium dell’Istituto Superiore Cardarelli (via Montepertico, 1) e alle ore 17 nella Sala Consiliare di Varese Ligure (via Municipio, 26), uno dei luoghi simbolo della Resistenza nella IV Zona Operativa. Quest’ultimo appuntamento, organizzato dai Comuni di Varese Ligure e di Maissana, vedrà gli interventi dei rispettivi Sindaci, Gian Carlo Lucchetti ed Egidio Banti, e di Doriana Ferrato, presidente della Sezione della Spezia dell’Associazione Nazionale Deportati.

L’intendimento del libro è quello di fornire un materiale organizzato, anche documentario, tramite il quale capire con la ragione e percepire sentimentalmente il fenomeno della Resistenza al femminile: moltissime donne, nate e cresciute sotto il fascismo, mai prima protagoniste, compirono dopo il 25 luglio e l’8 settembre 1943 scelte morali pesanti e drammatiche. Parteciparono agli scioperi operai, organizzarono proteste, diventarono staffette o partigiane in armi. Nelle campagne e nelle montagne si sviluppò la Resistenza civile delle donne, che furono curatrici e sostenitrici: senza il loro aiuto, variamente declinato fra silenzio, protezione, assistenza, il movimento partigiano non avrebbe potuto superare le traversie del durissimo inverno 1944-45.

Senza la pretesa di esaurire l’argomento “Donne e IV Zona Operativa”, il libro sicuramente costituisce una novità e un punto fermo: il nuovo sta nell’articolazione dei contenuti, nell’apparato di note, nell’ agevole accesso al materiale anche grazie all’indice analitico, nelle indicazioni bibliografiche, nell’ampia documentazione fotografica; il punto fermo è dato dal fatto che sono state raccolte- e oltre l’attuale fase storica sarebbe stato davvero impossibile- le ultime testimonianze delle protagoniste e/o di chi a stretto contatto con esse ha vissuto: 32 sono i ritratti delle donne partigiane, e un intero capitolo è dedicato alle donne delle campagne e delle montagne.

Il libro sarà quindi l’occasione per una riflessione sul percorso di emancipazione delle donne. “Indubbiamente -sostengono gli autori- senza la Resistenza non ci sarebbe stata la Costituzione e gli articoli che sanciscono l’emancipazione e l’eguaglianza femminile. Ma va anche detto che l’onda lunga partita dalla Resistenza si infranse spesso contro la mentalità dell’epoca e contro una legislazione arretrata che impiegò lunghissimi anni per adeguarsi ai cambiamenti previsti dalla Legge fondamentale dello Stato. E se nel tempo la legislazione si è faticosamente adeguata, sulla mentalità e sui comportamenti relativi all’epoca che viviamo, ci sarebbe ancora oggi molto da ridire”.

L’Associazione informa che la presentazione del libro di Carlo Galli “Democrazia senza popolo”, prevista per lunedì 26 febbraio e rinviata per il maltempo, si terrà martedì 27 marzo alle ore 17 all’Urban Center. Insieme a Carlo Galli interverrà Mauro Barberis.

“Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona operativa, tra La Spezia e Lunigiana” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello ha fatto tappa, nel suo “tour” tra 7 e 8 marzo, anche al Liceo Cardarelli, nell’auditorium di via Montepertico gremito di ragazze ragazzi.
Giorgio Pagano ha letto le testimonianze di alcune donne protagoniste del libro: Delfina Betti, filandina, Olga Furno, staffetta, Angela Bastelli, partigiana in armi, le mamme di Godano, incarcerate per aver protetto i loro figli disertori della Repubblica fascista di Salò, fino a Irma Marchiani, infermiera e poi combattente, Medaglia d’Oro della Resistenza. Storie diversissime tra loro, che tutte esprimono l’ardimento della scelta morale delle donne, che fu alla radice della Resistenza al femminile. “La Resistenza -ha detto Pagano- cambiò non tanto il Paese, quanto le persone che vi presero parte, le donne in primo luogo, fino ad allora costrette a rinchiudersi nel privato: fu scuola di vita, laboratorio di maturazione, di crescita personale e sociale, di emancipazione”. “Furono gli anni -ha detto citando Natalia Ginsburg- in cui molti divennero diversi da ciò che erano stati prima. Diversi e migliori. La sensazione che la gente fosse divenuta migliore circolava nelle strade. Ognuno sentiva di dover dare il meglio di sé. Questo spandeva intorno uno straordinario benessere insieme ai disagi, al freddo, alla fame e alla paura, che in quelle giornate non ci lasciavano mai”.
E’ questa la lezione perenne della Resistenza: “dare il meglio di sé”, ha detto Maria Cristina Mirabello, che ha ricordato in particolare Anna Maria Vignolini e il suo ruolo nell’organizzazione dei Gruppi di Difesa della Donna: “La guerra rende audaci i timidi e Anna Maria, ragazza riservata e perfino, come lei stessa si autodefinisce nella sua testimonianza, un po’ paurosa, osò cose inimmaginabili: e questo soprattutto in nome degli ideali da cui era animata e da cui -ella dice- era spinta ed erano spinte coloro che operarono con lei”. Mirabello ha così concluso: “La Resistenza fu una storia di organizzazioni, ma anche di uomini e di donne, e per le donne fu una novità assoluta. Queste ultime spontaneamente seppero, in momenti drammatici, quando sembrava quasi impossibile farlo, impegnarsi per trovare una via che portò l’Italia faticosamente e con dignità fuori dalla situazione in cui il Fascismo l’aveva cacciata, ponendo dei punti fermi per arrivare alla Costituzione in cui, per la prima volta, nei Principi Fondamentali viene affermata solennemente l’eguaglianza delle donne, affermazione che si riflette poi a cascata nell’articolato del testo”. Dopo di allora ci sono stati passi in avanti ma anche arretramenti: “l’augurio da fare perché vada avanti il percorso di emancipazione e liberazione femminile è quello di non smarrire l’idealità e i principi delle ragazze di oltre settant’anni fa”.

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