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Vernazza, Corniglia e il Terzo Paradiso

a cura di in data 8 Dicembre 2023 – 14:17

Maria Pioppi – spettacolo dello “Zoo” L’uomo ammaestrato – Vernazza, in piazza – 17 agosto 1968 – foto Bruno Scagliola – archivio Pistoletto Fondazione Pistoletto

Città della Spezia, 25 giugno 2023

Oggi Michelangelo Pistoletto, gigante dell’arte contemporanea, compie novant’anni.
Fino a pochi giorni fa, a Palazzo Reale di Milano, era allestita una grande mostra in suo onore. Il titolo, attualissimo, era “Pace preventiva”. Nel manifesto la colomba di Picasso reggeva il simbolo pistolettiano del Terzo Paradiso contro la guerra. All’interno, un labirinto composto da quattro chilometri di cartoni ondulati introduceva all’esperienza di scelta tra il Minotauro, mostro di tutti i mali, e la Virtù, il filo d’Arianna dentro di noi che ci può far evitare la catastrofe.
L’arte di Pistoletto nacque negli anni Sessanta, in alcuni luoghi tra cui Vernazza e Corniglia, che ebbero un ruolo davvero particolare. Il tema del labirinto, per esempio, fu sviluppato da Pistoletto proprio a partire da quegli anni (il primo labirinto fu realizzato nel 1969 in un museo olandese).
Michelangelo cominciò a frequentare Vernazza nel 1965. Conosceva l’artista Alighiero Boetti, che stava a Prevo, sulle alture. Vernazza era allora “un’avanguardia sul mare”. Per primo venne il regista teatrale Aldo Trionfo, che riportò alla luce tutti gli archi della piazza, che erano stati murati dopo la guerra per poter ricostruire più velocemente. Venivano, tra gli altri, Paolo Poli, Paolo Villaggio, Fabrizio De André, Gino Pa-oli, Dario Fo e Franca Rame, l’architetto Richard Rogers, che tornò per realizzare il progetto di rifacimento della piazza dopo l’alluvione del 2011…
Nella mostra di Pistoletto “Infinity, l’arte contemporanea senza limiti”, allestita a Roma, al Chiostro del Bramante, ci sono i “quadri specchianti”. Anch’essi nacquero negli anni Sessanta. Michelangelo scoprì quanto è essenziale lo specchio: senza, non possiamo vederci e riconoscerci. Fu così che lo portò nella pittura. Lo specchio gli fece capire anche l’importanza degli altri: nello specchio non era solo, era con gli altri. “La mia identità sono gli altri”, spiega.
Vernazza e poi Corniglia furono la sede principale di attività del gruppo “Lo Zoo”, nato tra il 1967 e il 1968. Con Michelangelo c’era, tra gli altri, Maria Pioppi, da allora la sua compagna di vita. L’elemento cardine del gruppo fu il principio della collaborazione creativa, anch’esso continuamente ripreso e applicato in nuovi contesti nei decenni successivi. Leggiamo un brano della testimonianza di Pistoletto in “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”:
«Tra il 1967 ed il 1968 io e Maria prendemmo casa a Corniglia, dove non saliva nessuno, un luogo più tranquillo e riflessivo. Per tutta l’estate del 1969 installammo a Corniglia le attività dello “Zoo”. Era il nostro laboratorio di ricerca, facevamo ogni giorno uno spettacolo quotidiano in piazza, dalle sedici alle diciannove e trenta. L’atto creativo era quotidiano, con la musica, con le azioni. Si stabilì un rapporto straordinario con gli abitanti, come se fossimo una grande famiglia socio-artistica. Le persone di Corniglia esprimevano le loro capacità creative, una creatività continua e corale. Fu anche un progetto politico alternativo di vita comunitaria e di rapporto con la comunità dei residenti. Lo spettacolo si chiamava “L’uomo nero”: era un gioco in cui l’”uomo nero” di turno decideva cosa fare, anche per le azioni del gruppo. Ma “l’uomo nero” era anche l’uomo che disegna un cerchio e vuole uscirne perché ne avverte l’insopportabilità».
A Corniglia Pistoletto realizzò spettacoli di gruppo fino al 1981.
È lui stesso a sostenere che gli anni Sessanta e Settanta furono gli anni decisivi per il suo cammino futuro:
«Il Pistoletto di oggi c’era già allora, lì a Vernazza, a Corniglia: l’interazione tra le diverse arti e la partecipazione delle persone. Furono gli anni del passaggio verso quel rapporto arte-società che ha caratterizzato tutta la mia opera successiva. Lo ’’Zoo” è l’antefatto di tutto quello che è venuto dopo».
Il riferimento è a quella straordinaria centrale di energia civile che è Cittadellarte a Biella, nata per collegare tutte le arti tra loro e con la politica, l’economia, la religione, la scienza…
Pistoletto ha mantenuto un rapporto stabile con Corniglia: vi ha preso casa, e vi soggiorna spesso.
Ama tutte le Cinque Terre da cinquant’anni: «sono una meraviglia», dice.
Un giorno del giugno 1968, in cui il mare agitato con onde alte e terribili offriva un meraviglioso spettacolo, Michelangelo chiese a un centinaio di persone che prendevano il sole sulla spiaggia di Vernazza di fare un bell’applauso al mare.
Ma questa meraviglia non deve perdere il riferimento ancestrale ai luoghi abitati:

Pistoletto e interpretato da alcuni membri della sua famiglia e persone di Corniglia – 1981 – archivio Pistoletto Fondazione Pistoletto

«L’economia turistica ha fatto di questi luoghi una piccola Svizzera. Si perde la produzione locale, l’autonomia, la vita comunitaria, l’economia sostenibile. Nel 1968-1969 il passaggio era obbligato: il sistema economico era deficiente, non c’erano risorse per il futuro. Il turismo era la soluzione: ma doveva e deve essere sostenibile. A Corniglia oggi c’è la società di tutto il mondo, la stessa frenesia consumista. Però è entrata in crisi. Bisogna migliorare la vita comune. È l’obiettivo di allora, ma in forme diverse: dobbiamo fare del passato nuovamente il motore del progresso. Anche se rivoluzionari eravamo “sviluppisti”. Però nella visione dell’Arte Povera che praticavo, c’era già la critica al consumismo. Ecco perché scelsi le Cinque Terre: ma non ce l’abbiamo fatta. Rimane sempre il bisogno di cercare l’equilibrio, le proporzioni. Le attività devono svilupparsi, ma in equilibrio con la natura, con le radici di un luogo. Scienza e tecnica devono imparare a usare le risorse in modo consapevole. Le grandi organizzazioni politiche sono indifferenti, meglio agire allora in modo capillare, partendo dalle singole comunità. Nella speranza confido fino ad un certo punto. Preferisco darmi da fare».
Dopo il Paradiso Naturale, dove tutto è regolato dall’intelligenza della Natura, abbiamo avuto il Paradiso Artificiale, quello sviluppato dall’intelligenza umana. La collisione tra queste due sfere è in atto. Per evitare la catastrofe si deve concepire il progetto globale che Pistoletto chiama Terzo Paradiso, una nuova armonia tra il primo e il secondo.
Ieri, 24 giugno, ero in un’altra «meraviglia»: la vetta del monte Gottero. È il giorno in cui le comunità di Sesta Godano, Varese Ligure e Zeri si ritrovano per il ballo di San Giovanni, al suono delle fisarmoniche. Ero immerso per molti versi in un Paradiso Naturale. Ma è vero anche che sono salito passando nel bosco, non più nel sentiero: le moto cross lo hanno ridotto a un canale pietroso. E in alto il prato dove si ballava non era più di erba rasata dalle pecore, ma di erba alta, perché le pecore sono scomparse. Il Paradiso Artificiale ha contagiato anche il Gottero. Non c’è dubbio, abbiamo bisogno di un ritorno in forme nuove dell’umanesimo degli anni Sessanta: un umanesimo non più antropocentrico, con l’Uomo al centro, ma che riconosca la Natura come un soggetto avente diritti.

Tanti auguri Michelangelo!

Post scriptum:
Entrambe le fotografie di oggi provengono dall’ archivio Pistoletto della Fondazione Pistoletto. Quella in alto ritrae Maria Pioppi nello spettacolo dello “Zoo” L’uomo ammaestrato, che si tenne a Vernazza, in piazza, il 17 agosto 1968. La foto è di Bruno Scagliola. Quella in basso è di Anno Uno, spettacolo diretto da Michelangelo Pistoletto e interpretato da alcuni membri della sua famiglia e da persone di Corniglia, che si tenne a Corniglia nel 1981.
Su Michelangelo Pistoletto rimando al mio articolo pubblicato ieri sul Secolo XIX nazionale “Michelangelo Pistoletto. Un laboratorio di ricerca tra il verde e il mare. Così a Corniglia la creatività diventa corale”, che sarà riprodotto a breve su www.associazioneculturalemediterraneo.com

lucidellacitta2011@gmail.com

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