“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 21 novembre ore 17 a Borgotaro
15 Novembre 2025 – 16:30

“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”
di Dino Grassi
Venerdì 21 novembre ore 17
Borgotaro
Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” sarà presentato …

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Presentazione di “Caccia ai nazisti” – intervento di Giorgio Pagano

a cura di in data 20 Ottobre 2025 – 09:56

PRESENTAZIONE DI “CACCIA AI NAZISTI” DI MARCO DE PAOLIS
Tresana (Barbarasco) – 25 luglio 2024
Intervento di Giorgio Pagano

Il libro racconta una storia molto importante.
La storia precedente non fa onore al nostro Paese: è quella del decreto di archiviazione del 1960 per i fascicoli dell’Armadio della vergogna sulle stragi nazifasciste in Italia, da parte della procura generale militare di Roma; ma anche quella dell’archiviazione dei fascicoli arrivati alle procure militari nel 1994, una volta scoperto l’Armadio della vergogna.
La nuova storia è quella che comincia nel 2002 alla Spezia, e si conclude nel 2018 a Roma: quindici anni di indagini, interrogatori, sopralluoghi, esami dei testimoni, processi che hanno portato a oltre 500 procedimenti giudiziari contro i criminali di guerra nazisti e fascisti per gli eccidi di civili e militari. Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Civitella in Val di Chiana, ma anche Kos e Leros, Cefalonia.
Ho tanti ricordi personali, di una battaglia condivisa dal Comune della Spezia, di cui – nel 2002 – ero Sindaco.
Ricordo il processo penale sulla strage di Sant’Anna di Stazzema, che iniziò il 20 aprile 2004. L’emozione di quella mattina, nell’aula del Tribunale Militare. La sentenza dei dieci ergastoli del 22 giugno. Il nostro Comune fu in prima fila accanto al Comune di Stazzema. Organizzammo un convegno nazionale; richiedemmo, a più riprese, di dare un pieno organico alla Procura, perché potesse portare a compimento le inchieste; affiancammo alla difesa delle parti civili un nostro legale di fiducia, Sergio Busoni.
Ricordo le manifestazioni a Stazzema, nell’anniversario: davvero un luogo simbolo.
Ricordo anche un’altra pagina che non fece onore allo Stato: la chiusura del Tribunale militare della Spezia nel 2008. Non ero più Sindaco, ma solo un semplice cittadino. Andai a salutare e a ringraziare De Paolis.
Voglio rimarcare le qualità professionali e morali di De Paolis. Ho conosciuto altri magistrati: altra pasta.
Questa storia ci insegna quanto sia importante l’autonomia della magistratura, ma anche come essa sia un tutt’uno con l’imperativo etico. De Paolis è stato autonomo perché spinto da un obbligo morale: lottare contro due grandi ingiustizie. Ha fatto più volte la scelta morale. Sempre dalla parte dei più deboli.
Questa storia ci insegna anche quanto sia importante l’autonomia dei giornalisti, il giornalismo d’inchiesta, quello di Franco Giustolisi in Italia,quello di Udo Gumpel in Germania. Una virtù appannata.
Colpisce, nel libro, la descrizione del metodo di lavoro. Ci dice quanto è ancora forte e democratico lo Stato. Il metodo ricorda quello della DNA.
Colpiscono le deposizioni dei sopravvissuti.
Colpiscono gli interrogatori dei nazisti: nessuno è veramente pentito.
Nemmeno i fascisti si pentirono mai.
Alla metà degli anni Settanta il film “Salò” di Pier Paolo Pasolini avanzò un’intuizione profonda, che oggi è più facile riconoscere: la vera natura del nazismo e del fascismo fu una costante riaffermazione di un cieco potere sulla vita. La violenza nazista e fascista ha una assoluta specificità, una sua incommensurabilità e incomparabilità nella storia delle enormi violenze che segnano la storia del Novecento. Oggi che la guerra è tornata nelle nostre vite, si affacciano altre violenze, esse pure forse incommensurabili e incomparabili.
De Paolis andò a Roma nel 2010. Si occupò di Cefalonia: nulla era stato fatto dal 1994.
Ci furono anche le stragi commesse dagli italiani. Ma anche in questo caso tutto era stato archiviato.
I tedeschi non hanno dato esecuzione alle sentenze. E nessuno in Italia ha fatto nulla.
Attorno a De Paolis ci sono state solidarietà ma anche indifferenza.
Leggiamo quanto scrive nel libro:
“Mi accorgevo che quando raccontavo la mia esperienza, le altre persone, compresi i colleghi, non solo non provavano quello che provavo io, ma talvolta mi guardavano con sufficienza o commiserazione, come fossi un po’ eccentrico. Una specie di soggetto fuori moda con la fissazione delle stragi, delle vecchie e inutili storie del nazismo; come se il nazismo fosse qualcosa di vecchio, di morto e sepolto, un fossile senza vita.
Invece non è così. Non solo perché fare giustizia è il preciso dovere di ogni magistrato e venire meno a tale dovere è ripugnante per un servitore dello Stato. Ma anche perché – come ho imparato in più di un’occasione – il seme cattivo del nazismo è sempre attuale e pericoloso, anche ai giorni nostri. Non è tramontato de tutto, ma è presente in varie forme, per così dire, silenti.
Per i giovani, il pericolo esiste. Nelle scuole, negli stadi, su Internet, nei luoghi di aggregazione giovanile è spesso presente – anche sotto mentite spoglie – quella parte di politica che al nazismo e al fascismo si ispira, che crede alla più o meno palesata superiorità di qualcuno sugli altri, che punta alla disumanizzazione del diverso. Per questo credo sia importante conoscere la storia, la nostra storia anzitutto. Perché è su questa storia che si fonda oggi la libertà di cui godiamo, il nostro meraviglioso benessere. Ed è necessario conoscere dunque quel lungo e tormentato percorso che ci ha condotti fin qui e che, in parte, si ritrova nelle pagine di questo libro. Un percorso che qualcuno ha voluto interrompere nel 1960 e che avrebbe potuto essere ripreso con ben altro vigore e ben altri risultati nel 1994, se si avesse avuto maggiore consapevolezza e coscienza di quei valori di solidarietà, umanità e democrazia che sono le fondamenta della nostra comunità”.
Parole sacrosante. A ogni 25 aprile si riapre il processo alla Resistenza, ribaltando torti e ragioni, meriti e bassezze, valori e disvalori. La storia raccontata in questo libro ci ricorda da che parte stare, ora e sempre.

Giorgio Pagano

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