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Ripensare il Mediterraneo un compito dell’Europa

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Le “nuove rivoluzioni” del Nord Africa. Quale futuro per il Mediterraneo?

a cura di in data 30 Maggio 2011 – 14:15

Lunedì 6 giugno ore 21 Sala Marmori Camera di Commercio

L’Associazione Culturale Mediterraneo, nell’ambito del ciclo “Ripensare il Mediterraneo, un compito dell’Europa”, ha organizzato un incontro sul tema “Le <nuove rivoluzioni> del Nord Africa. Quale futuro per il Mediterraneo?”, che si terrà lunedì 6 giugno alle ore 21 nella sala Marmori della Camera di Commercio (piazza Europa, 16).
L’iniziativa sarà innanzitutto l’occasione per presentare le iniziative di cooperazione e di aiuto umanitario in Libia e nel Nord Africa predisposte dal Comitato italo-libico “Insieme per il domani”. Ne parleranno Farag Bughrara e Hasan Gritli, esponenti della Comunità libica in Italia e cofondatori del Comitato, appena rientrati da Bengasi, dove hanno incontrato il nuovo Governo e i rappresentanti di numerose associazioni della nuova Libia. Interverrà anche il Presidente di Mediterraneo Giorgio Pagano che, nella veste di Presidente dell’Associazione Funzionari senza Frontiere, è anch’egli tra i fondatori del Comitato. La missione in Libia e in Nord Africa, prevista nel mese di giugno, è organizzata in collaborazione con l’Associazione Ligurian Ports, presieduta dal Presidente dell’Autorità Portuale spezzina Lorenzo Forcieri.
Il tema delle “nuove rivoluzioni” del Nord Africa verrà poi approfondito con la presentazione, a cura di Carlotta Gualco, direttore del “Centro in Europa”, dell’ultimo numero della rivista del Centro, dal titolo “Mediterraneo al centro della politica”. Interverranno Roberto Speciale, Presidente del Centro, e Simohamed Kaabour, marocchino, dell’Associazione Nuovi Profili.
Dopo il dibattito l’incontro sarà concluso dall’intervento dell’on Lapo Pistelli.

L’Associazione Culturale Mediterraneo ha chiamato a confronto analisti e testimoni per riflettere sulle “nuove rivoluzioni” del Nord Africa e il futuro del Mediterraneo. “Le rivolte sono state davvero una rottura rispetto al passato o sono destinate a rientrare?”, si è chiesto Roberto Speciale del Centro in Europa. Secondo tutti gli intervenuti si deve parlare di “primavera” e di “rottura vera”, caratterizzate da una mobilitazione senza precedenti dei giovani e dall’emersione di ideali e valori profondamente democratici. “L’islamismo fondamentalista è stato sconfitto dall’islamismo democratico”, ha sostenuto il Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo Giorgio Pagano, e in tanti hanno sostenuto che anche nei Paesi arabi sta avanzando “un processo di secolarizzazione della religione”. Perché le “nuove rivoluzioni” si consolidino “serve far crescere la società civile e avere il sostegno dell’Europa”, hanno affermato Speciale e Pagano, suscitando il dibattito sullo stato attuale dell’Europa, “priva di coesione e di identità” secondo i più. Farag Bughrara e Hasan Gritli, della Comunità libica in Italia, hanno spiegato la specificità della situazione in Libia, dovuta essenzialmente alla presenza di “un esercito di mercenari” e all’”assenza di istituzioni”. Cacciato Gheddafi, hanno detto, “occorre creare le istituzioni e solo dopo andare alle elezioni”. Simohamed Kaabour, dell’Associazione Nuovi Profili, ha concordato: “in Nord Africa c’è il senso di nazione, non ancora di Stato”.
Pagano ha infine ricordato, nella sua veste di Presidente dell’Associazione Funzionari senza Frontiere, che è stato siglato un protocollo di collaborazione tra l’associazione dei porti liguri Ligurian Ports e il Comitato “Insieme per il domani”, di cui fanno parte “Funzionari senza Frontiere”, l’Ong Alisei e molti cittadini italiani e libici, per fronteggiare l’emergenza umanitaria in Libia. Appena possibile partiranno alla volta di Bengasi navi con aiuti alimentari e farmaci, mentre già la prossima settimana partirà un aereo con un’equipe medica che opererà negli ospedali di Bengasi. Agli interventi per l’emergenza dovranno seguire, ha auspicato Pagano, “progetti di cooperazione indirizzati alla società civile e agli enti locali, per ricostruire le strutture non solo economiche ma civili e sociali della Libia”. E la Liguria dovrà essere in prima fila, “non solo per donare, ma anche per fare investimenti sociali ed economici e per accompagnare il processo di costruzione delle nuove istituzioni”. A tal fine partiranno per Bengasi, per incontri con il nuovo Governo libico e con le associazioni della società civile, sia Pagano che Ruggero Tozzo, Presidente di Alisei, e Lorenzo Forcieri, Presidente di Ligurian Ports.

 

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Le “nuove rivoluzioni” del nord Africa

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