Rosolino Ferrari il primo caduto della lotta di Liberazione ha finalmente un nome
29 Aprile 2025 – 23:03

Città della Spezia, 21 aprile 2024
Nell’articolo di questa rubrica “A ottant’anni dall’8 settembre 1943. Come Spezia fu occupata dai tedeschi” (3 settembre 2023), ho raccontato l’episodio in cui morì un alpino, il primo caduto della …

Leggi articolo intero »
Crisi climatica e nuove politiche energetiche

Economia, società, politica: anticorpi alla crisi

Quale scuola per l’Italia

Religioni e politica

Ripensare il Mediterraneo un compito dell’Europa

Home » Interventi Repubblica Il Lavoro

Verso Expo 2015 decolla il dialogo fra Liguria e Africa

a cura di in data 18 Marzo 2014 – 16:16

Repubblica – Il Lavoro – 17 Marzo 2014 – Expo 2015 non sarà un’esposizione tradizionale, tipo quella svoltasi in Cina nel 2010. Punterà infatti su grandi temi -“Nutrire il pianeta, energia per la vita”- con al centro il rapporto con l’Africa. Non a caso parteciperanno ben 35 Paesi africani. Sarà quindi una formidabile occasione per lo sviluppo del partenariato tra Italia e Africa, per conoscere le criticità e le eccellenze di ognuno dei due mondi, favorire gli scambi e gli investimenti, sia italiani in Africa che africani in Italia. La Liguria deve quindi prepararsi ad Expo non tanto e non solo con un approccio di tipo turistico – “Quanti visitatori verranno in Liguria”-, ma con un approccio strategico che guardi al futuro: “Quali alleanze si costruiranno tra Liguria e Africa nel campo della cooperazione e dell’economia”.

Il Rapporto dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) sulla politica dell’Italia verso l’Africa, presentato nei giorni scorsi, è un testo che ogni esponente della classe dirigente ligure dovrebbe leggere, se ambisce a uscire dai confini ristretti della Liguria per aprirla al mondo, alle sue culture e ai suoi commerci, e farla tornare cosmopolita. Il tema portante del Rapporto è quello della rapida e prolungata crescita economica in corso in Africa, anche se diseguale e spesso a statualità debole, e delle connesse opportunità del partenariato tra Italia e Africa. La posizione dell’Africa nelle relazioni internazionali si è notevolmente trasformata: in anni recenti gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna hanno incrementato la loro attenzione verso la regione, mentre diversi Paesi emergenti -Cina, India, Brasile, Turchia, Paesi del Golfo- stanno effettuando una penetrazione crescente. L’Italia, invece, è molto meno presente: il declino della cooperazione è ininterrotto dagli anni Ottanta, la rappresentanza diplomatica è limitata, mentre gli scambi commerciali sono sì cresciuti, ma rappresentano una percentuale ancora molto bassa del nostro interscambio.
L’Italia, sostiene il Rapporto, deve ripensare e rinnovare le proprie relazioni con l’Africa attorno a tre direttrici: la consapevolezza che la crescita economica africana può aiutare l’economia dell’Italia e al tempo stesso trarre beneficio da un aumento della presenza economica italiana; la stabilizzazione politica e la sicurezza dell’Africa; la cooperazione e il sostegno allo sviluppo africano, uno sviluppo sostenibile che abbracci, accanto alla dimensione economica, quella sociale, ambientale e culturale. Direttrici antitetiche a quelle che caratterizzano l’accaparramento delle terre in atto da parte dei Paesi ricchi e emergenti e di loro imprese (purtroppo anche italiane), che stanno comprando estensioni vastissime per coltivazioni intensive e non sostenibili, che minano la produzione agricola sul lungo periodo. Già 227 milioni di ettari di terra sono stati acquistati o affittati negli ultimi dieci anni, è stato spiegato nel convegno organizzato nei giorni scorsi a Genova da Januaforum, con il contributo di Alisei Ong: un’area grande quanto l’Europa nordoccidentale.
L‘Ispi identifica otto Stati per noi prioritari: Angola, Etiopia, Ghana, Kenya, Mozambico, Nigeria, Senegal e Sudafrica. A vantaggio del nostro Paese, conclude il Rapporto, vanno le buone competenze che esso vanta su temi come l’energia rinnovabile, la costruzione eco-compatibile, la conservazione della biodiversità, l’agricoltura a basso impatto ambientale e la valorizzazione dei saperi. Sono i temi al centro di Expo, sui quali la Liguria avrebbe qualcosa da dire e da fare. E sui quali la Regione dovrebbe coordinare l’impegno di istituzioni, associazioni e imprese liguri.

Giorgio Pagano

Popularity: 3%