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La via maestra per la democrazia partecipata

a cura di in data 17 Ottobre 2013 – 09:27

Il Secolo XIX – 16 Ottobre 2013 – Sabato a Roma, alla grande manifestazione di popolo “La via maestra”, lo striscione più applaudito è stato quello dell’Anpi di Lerici, dietro a cui marciavano tre partigiani, Luigi Fiori “Fra Diavolo”, Piero Guelfi “Danilo” e Giuseppe Cargioli “Sgancia”. Eravamo tanti, tristi per la notizia, appena appresa, della scomparsa di Bruno Brizzi “Cammello”, uno di quelli che si è sempre battuto per mettere la Costituzione nell’agenda del Paese e del suo riscatto. Ma pieni di fiducia e di speranza per ciò di cui eravamo parte: una manifestazione plurale e aperta, che ha voluto unire e includere, con l’obbiettivo di far ripartire dal terreno comune della Costituzione una politica fatta di partecipazione e di confronto. C’erano i mondi del lavoro, del sapere, dei beni comuni e dei diritti civili, c’era il mondo giovane della precarietà. Tante persone che hanno ritrovato la voglia di partecipare, di esserci, per rinnovare una politica che è “al grado zero”, sempre più distante dalle loro vite. Uomini e donne appartenenti a oltre 200 associazioni, che hanno cominciato a scoprire il valore di essere insieme, su cose piccole e grandi: la lotta per la dignità del lavoro, per la pace, contro la mafia, per il riconoscimento delle proprie diversità, per la cultura, per la difesa dell’ambiente e del paesaggio. I tanti frammenti di un modo di pensare e di vivere alternativo alle “ferree leggi” della dittatura dell’economia e della finanza, che hanno trovato un punto in comune, un progetto che tutti li può contenere, la bussola del cambiamento di cui c’è bisogno: la Costituzione. Che va difesa e applicata. Perché negli ultimi vent’anni sono state realizzate politiche che sono andate in direzione opposta: sono aumentate le diseguaglianze, la disoccupazione, la precarietà, l’evasione fiscale, la corruzione. E ora una politica mai così fragile e debole, che non è nemmeno capace di cambiare la legge elettorale, si propone addirittura di modificare la Costituzione: un fatto immorale, perché una seria politica costituzionale può nascere solo da una adeguata riflessione della politica su se stessa, che è esattamente quel che manca.

Chi ha voluto dare una lettura tutta interna all’orizzonte chiuso dei partiti ha capito ben poco delle speranze che “La via maestra” ha saputo aggregare: l’obbiettivo è molto più ambizioso rispetto a quello di dar vita a un ennesimo partito, è quello di rilanciare la Politica, in un Paese in cui la metà dei cittadini non vota più e in un’Europa in cui le forze fasciste e razziste sono sempre più forti. La manifestazione è stata solo un passaggio, l’avvio di un percorso perché si affermi una politica che torni a partire dal basso. Sarà sempre più difficile ignorare la domanda che una così larga parte del Paese rivolge alle istituzioni e ai partiti. Anche a Spezia “La via maestra” è solo all’inizio: un buon inizio. Ora siamo più forti per far valere le ragioni della democrazia partecipata, in una città e in una provincia in cui la politica è in crisi profonda e il potere opera sempre più in solitudine.

Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo

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