Rosolino Ferrari il primo caduto della lotta di Liberazione ha finalmente un nome
29 Aprile 2025 – 23:03

Città della Spezia, 21 aprile 2024
Nell’articolo di questa rubrica “A ottant’anni dall’8 settembre 1943. Come Spezia fu occupata dai tedeschi” (3 settembre 2023), ho raccontato l’episodio in cui morì un alpino, il primo caduto della …

Leggi articolo intero »
Crisi climatica e nuove politiche energetiche

Economia, società, politica: anticorpi alla crisi

Quale scuola per l’Italia

Religioni e politica

Ripensare il Mediterraneo un compito dell’Europa

Home » Il Secolo XIX locale, Rubrica Punti di vista

Inopportuno dare l’Allende ai fascisti

a cura di in data 19 Dicembre 2015 – 11:27

Il Secolo XIX, 15 dicembre 2015 – Ha ragione Amerigo Lualdi sul Secolo: la concessione della sala dedicata a Salvador Allende per un’iniziativa sul Fronte della Gioventù è stata una “stortura”. Forse non a caso la notizia è stata data il giorno stesso in cui l’incontro si è tenuto. Il giorno dopo, nel corso della presentazione del mio libro “Eppur bisogna ardir. La Spezia partigiana 1943-1945”, abbiamo denunciato l’accaduto. Non si tratta di negare la libertà di opinione, che vale per tutti: ma l’inopportunità morale e politica della concessione di quella sala è evidente. Così come è stata inopportuna la presenza del Sindaco di Sarzana a un convegno sul ministro fascista Biggini.

Sono piccoli episodi che fanno riflettere. Perché la Repubblica sta oscurando le sue incontestabili origini antifasciste? Perché la Costituzione è così sotto attacco? Il tema è al centro del mio libro. Nel dopoguerra la memoria dell’antifascismo è stata trasmessa dai partiti: non ci sono riusciti fino in fondo, prima per le divisioni della “guerra fredda”, poi per l’identificazione tra “compromesso storico” e antifascismo, ma almeno ci hanno provato. Ora questa storia è finita. I partiti non ci sono più, o almeno quelli veri, radicati nel popolo. Che fare? Occorre ripartire dalle persone, dalle donne e dagli uomini semplici che hanno fatto la Resistenza, dalle loro testimonianze: raccontare il loro “ardir”, il loro coraggio morale è l’unico modo per restituire ai giovani l’eredità della Resistenza.

Lualdi si chiede in quale partito militi. In nessuno. Non ho mai creduto nel Pd, e anche per questo, finito il mio secondo mandato da Sindaco, rinunciai a ogni incarico e scelsi l’impegno sociale e culturale dal basso. Poi cercai di conciliarlo per qualche tempo con l’impegno in Sel, sperando che la sinistra potesse tornare. Ma mi illudevo. Tutti i contenitori esistenti sono consumati, le loro identità ancora di più. Come ha scritto il sociologo Luciano Gallino nel suo ultimo libro: “la sinistra è morta, insieme ai partiti che la divulgavano”. Anche per l’oggi quel che conta è ripartire dalle persone. Non è dall’alto dei poteri costituiti e dei partiti esistenti che possiamo pensare di migliorare le nostre vite. Sono i germogli che nascono nella società, spesso tra i più umili, quelli dove si trova talora la consapevolezza che manca altrove. E’ dal basso che sorgeranno i partiti del futuro.

Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo

Popularity: 3%