Rosolino Ferrari il primo caduto della lotta di Liberazione ha finalmente un nome
29 Aprile 2025 – 23:03

Città della Spezia, 21 aprile 2024
Nell’articolo di questa rubrica “A ottant’anni dall’8 settembre 1943. Come Spezia fu occupata dai tedeschi” (3 settembre 2023), ho raccontato l’episodio in cui morì un alpino, il primo caduto della …

Leggi articolo intero »
Crisi climatica e nuove politiche energetiche

Economia, società, politica: anticorpi alla crisi

Quale scuola per l’Italia

Religioni e politica

Ripensare il Mediterraneo un compito dell’Europa

Home » Il Secolo XIX locale, Rubrica Punti di vista

Il centrosinistra a Spezia dialoghi con 5 Stelle

a cura di in data 29 Maggio 2012 – 09:14

Il Secolo XIX – 26 Maggio 2012 – Il risultato elettorale spezzino presenta, come quello nazionale, due fenomeni che sono sì due facce della stessa medaglia, ma molto diverse tra loro: la crescita dell’astensionismo (il 44,03%) e il successo del Movimento 5 Stelle (4368 voti, il 10,70%). Sono risposte alla stessa insofferenza verso i partiti tradizionali, ma di segno opposto. Gli astenuti sono più anziani, più orientati verso il centrodestra (il 40% dei votanti alle politiche del 2008 per il Pdl oggi si è astenuto) e meno attenti alla politica, più inclini al “privatismo”. Gli elettori di Grillo sono più giovani, più interessati e attivi in politica, e provenienti in buona parte dal centrosinistra: un terzo di essi, nel 2008, si astenne, ma il 25%  votò per il Pd e il 16% per l’Idv. La differenza è sostanziale: il voto al M5S è occupare spazi di democrazia, è politica. Il M5S ha riconquistato voti che erano probabilmente persi per la politica: nulla a che fare, quindi, con l’antipolitica, che è invece connaturata all’astensionismo. Semmai si può parlare di “antipartitismo”.

Il fenomeno è quindi principalmente, anche se non solo, una spina nel fianco del centrosinistra. Catalizza una disaffezione e organizza un nuovo civismo, e quindi non va né demonizzato né snobbato: serve aprire un confronto serio sui contenuti. Ciò è più facile a livello locale: perché non c’è, come a livello nazionale, un “uomo solo al comando” aggressivo e autoritario, ma ci sono giovani impegnati in battaglie civili degne di attenzione. Il programma spezzino del M5S contiene molti punti condivisibili, dalla lotta all’inquinamento all’impegno per il risparmio energetico e le fonti rinnovabili, dalla partecipazione alla concezione della politica come servizio e non come mestiere. Certamente i “grillini” sono stati votati più per le critiche che per le proposte. Ma è interesse di tutti che sappiano sviluppare la “pars construens”, interloquire con i partiti e trovare insieme ad altri le soluzioni, sempre complesse e mai semplici, ai problemi. E’ una prova del fuoco: praticare il potere dandosi obbiettivi concreti e non demagogici e, nel contempo, non farsi cambiare dal potere. Diventare un partito senza prendere i vizi dei partiti. Una bella sfida, a cui non possono che essere interessati i partiti del centrosinistra spezzino, che devono impegnarsi a loro volta a superare quei vizi. Il loro compito è certo combattere la demagogia sfascista dei Vaffa-Day ma anche confrontarsi con quel che c’è di buono nel M5S, e fargli “concorrenza” su temi come il rinnovamento della politica e la tutela dell’ambiente.

Un’ultima considerazione: il voto esprime anche un disagio sociale profondissimo. I partiti, se vogliono ridare dignità alla politica, devono in primo luogo ripartire dalla questione sociale e dalla vicinanza ai ceti più deboli. Tutti se ne occupano poco, M5S compreso. Per il centrosinistra significa fare definitivamente i conti con decenni di subalternità al neoliberismo, che lo hanno reso troppo simile ai suoi avversari.

Giorgio Pagano

Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo

Popularity: 2%