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A lezione con Ahmad nelle aule spezzine

a cura di in data 13 Novembre 2015 – 08:46

Il Secolo XIX, 10 novembre 2015 – Ahmad è un profugo siriano. Qualche giorno fa, in sala Dante, invitato dall’Associazione Culturale Mediterraneo e dalla Consulta Studentesca Provinciale, ha raccontato la sua storia a decine di studenti. Era un giovane attivista contro il regime di Assad, è stato chiamato a fare il servizio militare e poco dopo è scoppiata la rivolta in Siria. Per non combattere contro i giovani ribelli ha disertato, e dopo un lungo viaggio ha raggiunto l’Italia, ottenendo lo status di rifugiato. Tra i ragazzi e Ahmad si è sviluppato un rapporto di domande e risposte, senza più un relatore e uno spettatore: si è spezzato un muro e si è creato un ponte, l’equilibrio di un dialogo, che è l’unico strumento su cui costruire la conoscenza. Mi sono chiesto: perché non portare tanti altri profughi e le loro storie dentro le aule scolastiche? Lo stanno facendo a Genova, per iniziativa di Comunità di Sant’Egidio, Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale, Direzione Scolastica Regionale e Ufficio Migrantes, con il progetto “Storie di una diversa giovinezza”, che porterà 120 migranti richiedenti asilo in 13 scuole. A uscire dall’anonimato e a presentarsi come persone: “Costruire una conoscenza personale -ha detto Luca Borzani, Presidente della Fondazione- è il primo strumento per favorire la comprensione e costruire empatia, che è l’antidoto alla xenofobia. Se la xenofobia è ridurre le persone a cose, l’antidoto vero è ricostruire le persone, attraverso la loro conoscenza”. Uno dei problemi della nostra società è la paura del diverso, di chi non si conosce. L’antidoto è solo l’incontro, il parlarsi e guardarsi. Solo così chi viene percepito come nemico diventa amico.

La Direzione Scolastica Regionale è già impegnata: ora tocca al Comune della Spezia, in particolare all’assessorato alla cultura e all’istruzione, e alle associazioni che gestiscono le strutture di accoglienza dei migranti nel nostro territorio. Il problema dell’accoglienza resterà, deve risolverli la società tutta. Ma la scuola ha un ruolo chiave, perché è il primo luogo in cui si forma una coscienza civile. Giovedì 19 novembre -per iniziativa di Mediterraneo, dell’associazione Igino Giordani e del Liceo Scientifico- Martin Nkafu, filosofo africano, incontrerà gli studenti spezzini sul tema “L’Africa e il mondo che migra”. Sarà l’occasione per capire se anche Spezia è pronta a far partire un progetto che duri nel tempo. Mediterraneo, con i suoi volontari, è a disposizione.

Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo

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