Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Venerdì 2 Agosto ore 21.15 al Centro Sociale Polis di Ceparana
23 Luglio 2024 – 21:36

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 2 agosto ore 21.15
Centro Sociale Polis di Ceparana
Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro …

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Presentazione di “Tra utopia e realismo. Appunti sul sessantotto” – Sabato primo giugno ore 17 – Sarzana “Libri per strada”

a cura di in data 29 Maggio 2024 – 21:06

Invito

Presentazione di “Tra utopia e realismo. Appunti sul sessantotto
Sabato primo giugno ore 17
Sarzana – “Libri per strada”

Sabato primo giugno alle ore 17 a Sarzana, a “Libri per strada”, sarò presentato il libro “Tra utopia e realismo. Appunti sul Sessantotto”, appena uscito per le edizioni ETS. Introdotti da Roberto Centi, docente e consigliere regionale, interverranno Giorgio Pagano, curatore del libro, e Alfonso Maurizio Iacono, filosofo, docente dell’Università di Pisa, autore di uno dei testi contenuti nel libro.
Sessant’anni fa, il 30 novembre 1964, iniziò l’occupazione di Sproul Hall, nel campus di Berkeley. Joan Baez intonò Blowin’ in the wind di Bob Dylan («Su quante strade deve camminare un uomo / Prima di essere chiamato tale?»). Mario Savio, leader del Free Speech Movement, tenne un brevissimo discorso agli studenti, basato sul concetto che «la storia non è finita» e che «è possibile una migliore società». Il Sessantotto fu la richiesta di un cambiamento di civiltà all’insegna della fratellanza: l’essere persone nuove e il sentirsi reciprocamente legati. Più che un movimento nato nelle sedi istituzionali della politica, un movimento “morale” che poi scoprì la politica ma non assunse una forma definita. E che volle rispondere alle sfide della secolarizzazione ricercando un nuovo senso della vita, intrecciando in questo tentativo spinte di provenienza marxista, cattolica, libertaria. Fu utopia, ma anche realismo, lotta per conquistare qui e ora una scuola e una fabbrica più libere e democratiche, una radicale riforma del sapere e della cultura, una maggiore giustizia sociale.
In questo libro storici, filosofi e studiosi di diversa provenienza riflettono e discutono ancora sugli anni Sessanta e sul Sessantotto. Forse perché l’utopia concreta di «una migliore società» non può esaurirsi, e la storia può e deve ricominciare. Quegli anni sono ormai molto lontani da noi, ma l’approccio umanistico contro un mondo disumanizzato è più che mai necessario.
Il libro ospita scritti di: Giorgio Pagano, Marcello Flores, Luisa Passerini, Chiara Dogliotti, Giovanni Gozzini, Alessandro Santagata, Alfonso Maurizio Iacono, Massimo Cappitti, Luca Basile, Marcello Montanari, Guido Viale.
Giorgio Pagano è stato Sindaco della Spezia dal 1997 al 2007. E’ impegnato in progetti di cooperazione internazionale in Africa e in Palestina. Alla Spezia è copresidente del Comitato Unitario della Resistenza e presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo. Giornalista e storico, ha curato la pubblicazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi (ETS, 2023) ed è autore di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”, con Maria Cristina Mirabello (Cinque Terre, 2019 e 2021).


Il libro “Tra utopia e realismo. Appunti sul Sessantotto” (ETS edizioni) sé tato presentato con successo a Sarzana, a “Libri per strada”, dove hanno dialogato Roberto Centi, Giorgio Pagano e Alfonso Maurizio Iacono, docente di filosofia all’Università di Pisa.
Secondo i relatori la democrazia partecipata e la lotta per la giustizia sociale furono i temi di fondo del Sessantotto in tutto il mondo, mentre oggi stanno crescendo l’apatia politica e le diseguaglianze.
Il tema del lavoro allora era centrale, ha detto Iacono, e oggi sembra sparito, ma non è così: “il lavoro è frammentato, solo, atomizzato, ma esiste ancora come lavoro sfruttato”. Anche il tema dell’autoritarismo, ha aggiunto, “resta attualissimo”, perché “c’è qualcosa di simile contro cui lottare, il dispotismo che pervade la democrazia”. “Non possiamo vivere nell’eterno presente, dobbiamo comprendere il passato e tornare a sperare nel futuro – ha concluso – il libro ha la qualità di inserire il Sessantotto in un contesto storico più lungo e di cogliere di esso ciò che è irripetibile e ciò che ci parla ancora”.

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