Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Venerdì 2 Agosto ore 21.15 al Centro Sociale Polis di Ceparana
23 Luglio 2024 – 21:36

Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
Venerdì 2 agosto ore 21.15
Centro Sociale Polis di Ceparana
Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro …

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Salviamo le Cinque Terre

a cura di in data 3 Dicembre 2018 – 09:21
Vernazza (2015) (foto Giorgio Pagano)

Vernazza
(2015) (foto Giorgio Pagano)

Città della Spezia, 25 novembre 2018 – “Le Cinque Terre siamo noi”: così si chiamerà il soggetto unitario espressione dei cittadini e delle forze economiche del territorio che va da Riomaggiore a Monterosso, annunciato dai rappresentanti di 11 tra Proloco, associazioni e consorzi.
L’occasione del “grido di dolore” (“Gestire i flussi turistici diventa una necessità”, “Città della Spezia”, 9 novembre 2018) è stata data dall’annuncio da parte dell’Autorità Portuale del Mar Ligure Orientale del prossimo arrivo contemporaneo di quattro navi da crociera.
Viene in mente il “grido di dolore” dei cittadini di Amsterdam: la loro campagna di poster “I live here” punta a ricordare che la loro città non è solo un grande paese dei balocchi ma anche un luogo con abitanti in carne e ossa.
La questione è ormai chiara: nelle Cinque Terre i residenti sono sempre di meno, ma senza residenti non ci può essere vita. Di più: se un luogo perde i residenti perde una delle caratteristiche che lo rendono attraente. E dunque il turismo rischia di veder deperita la risorsa che lo alimenta.
Il pensiero delle 11 realtà del territorio -“Non possiamo sacrificare l’ambiente delle Cinque Terre sull’altare dello sviluppo”, “E’ ora di lavorare nella direzione del turismo sostenibile, da molti invocato ma da nessuno veramente perseguito”- è condiviso da Vincenzo Resasco, Sindaco di Vernazza e commissario straordinario del Parco. Su “Città della Spezia” del 7 agosto 2018 ha scritto infatti di un “declino turistico” delle Cinque Terre “già iniziato”. Queste le sue parole;
“Tutte le località turistiche hanno un ciclo di vita più o meno lungo e duraturo. L’acronimo T.A.L.C, che sta per Touristic Areas Life Cycle, è uno studio scientifico sul loro ciclo di vita. Quando ci sono sintomi consolidati quali: il numero dei turisti che supera il massimo sostenibile; il turismo mordi e fuggi, giornaliero, che è diventato prevalente; i luoghi che perdono la loro identità; l’evidente deterioramento della bellezza, del paesaggio e della qualità della vita; l’abbandono della terra e delle vecchie professioni legate all’agricoltura e al mare; i residenti che calano e cominciano a mostrare segni di insofferenza nei confronti del turista; la diminuzione del numero dei turisti che soggiornano alle Cinque Terre e che preferiscono i luoghi periferici; quando emerge lo scadimento della qualità e dei prodotti naturali tipici ormai non più sufficienti e, di pari passo, l’utilizzo di prodotti congelati; quando spariscono le aziende a conduzione famigliare locali mentre aumentano costantemente quelle provenienti dall’esterno; quando tutti gli esercizi pubblici e commerciali sono indirizzati, nell’offerta, al turista e non al residente; tutto ciò sta a significare che è iniziato il declino dell’area turistica e che occorre urgentemente invertire la tendenza per prevenire la fine e governare il futuro”.

Resasco individua poi alcuni obbiettivi: il recupero della valenza agricola e paesaggistica del territorio e una assidua manutenzione, altrimenti l’architettura creata dall’uomo “ci crollerà addosso”; gli incentivi agli agricoltori e ai pescatori; la riduzione del numero dei turisti. Bisogna, scrive, “avere il coraggio di accontentarsi di meno turisti”, per non diventare un “non luogo”. E’ così: le Cinque Terre si difendono soltanto distinguendo tra visitatori mordi e fuggi e visitatori stanziali, perché i flussi turistici sono ormai diventati insopportabili. Aggiungo a questo elenco di obbiettivi la leva fiscale: bisogna favorire l’affitto ai giovani che vogliono risiedere nelle Cinque Terre e ridurre la convenienza ad affittare per uso turistico.
Questo programma è difficilissimo. Ma bisogna essere ambiziosi, se vogliamo “prevenire la fine e governare il futuro”. Lo dimostrano i primi risultati della Fondazione Manarola: 7.809 mq di terreni disboscati; 418,50 mq di muri ricostruiti; 3.053 mq di terreni abbandonati assegnati ad aziende agricole private; 4.953 mq di terreni in fase di assegnazione alla Cooperativa Agricola Cinque Terre.
Certamente occorrono gli strumenti idonei. Non aiuta il bailamme dei vari strumenti regionali, provinciali e comunali che si occupano di turismo. E non aiuta il fatto che il Parco Nazionale delle Cinque Terre non abbia un Presidente dall’ottobre 2017. Resasco è infatti un commissario straordinario, che deve limitarsi all’ordinaria amministrazione. Ha ragione l’ex Presidente Vittorio Alessandro: “E’ inammissibile che i veti politici impediscano lo svolgersi del normale andamento amministrativo, lasciando le cose -anche le più preziose- al loro destino”. Il nuovo Ministro dell’Ambiente Sergio Costa l’11 settembre scorso ha dichiarato: “Voglio buoni manager ambientali, di cui non mi interessa il ‘colore’ ma il livello, che deve essere alto. Vorrei persone in grado di saper spendere le risorse a disposizione su progettualità concrete”. Giusto, è tempo di passare dalle parole ai fatti.

Corniglia (2010) (foto Giorgio Pagano)

Corniglia
(2010) (foto Giorgio Pagano)

CON NICOLE
Oggi è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nei giorni scorsi Nicole Philip, giornalista del “New York Times”, ha raccontato i sei mesi da lei trascorsi in Italia nel 2013, quando a Firenze frequentava il campus della New York University. “Un amico si sposerà in Italia e rimetterò piede nel luogo che ha lasciato una profonda cicatrice nel mio cuore”, ha scritto sul suo giornale. L’articolo si intitola “Il mio personalissimo assaggio del razzismo all’estero”. Nicole racconta degli epiteti che le gridavano a Firenze, ma anche del momento più brutto, su una spiaggia delle Cinque Terre. Un uomo, che aveva flirtato con alcune ragazze bianche, si è scagliato contro di lei e un’amica di colore definendole “nere disgustose”. “Improvvisamente ho sentito un liquido freddo colpirmi il corpo -ricorda- appena mi sono voltata un’altra spruzzata di birra mi è arrivata dritta in faccia. Quell’uomo ha afferrato la mia amica come fosse una bambola di pezza e solo quando gli ho dato un pugno sul braccio, l’ha lasciata andare. Mi sono guardato intorno e ho visto un mare di facce bianche, nessuno mi ha aiutato”. Le Cinque Terre non sono razziste, sono una comunità aperta. Come dimostra l’esperienza della Fondazione Manarola, che ha coinvolto nel corso di formazione per costruttori di muretti a secco anche giovani migranti richiedenti asilo. E poi forse quell’uomo era un turista, chissà. Tuttavia l’episodio non va minimizzato. Sarebbe bello che oggi alle Cinque Terre qualcuno pensasse a Nicole e magari la invitasse qui da noi, per riflettere insieme sul razzismo e sulla violenza contro le donne.

Post scriptum:
Su questi argomenti si vedano, in questa rubrica, gli articoli:
Cinque Terre, è iniziata la rinascita”, 25 marzo 2012
Facciamo rifiorire le Cinque Terre”, 13 luglio 2014
La strada del Palaedo, le Cinque Terre e la lezione di Pietro Leopoldo”, 9 ottobre 2016
Di troppo turismo si muore”, 30 settembre 2018
Su “Città della Spezia” si veda inoltre l’articolo:
I flussi economici del turismo vanno riusati per la tutela del territorio”, 29 settembre 2017
Si vedano, infine, su www.associazioneculturalemediterraneo.com:
Salvare le coste, Cinque Terre banco di prova”, “Repubblica Liguria”, 4 febbraio 2014
La miopia Ue affossa il recupero dei migranti”, “Il Secolo XIX” nazionale, 20 dicembre 2015

lucidellacitta2011@gmail.com

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