Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Martedì 30 aprile aprile ore 17 a Tellaro, ex Oratorio ‘n Selàa
26 Aprile 2024 – 08:45

Presentazione di“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”di Dino GrassiMartedì 30 aprile ore 17Tellaro – ex Oratorio ‘n Selàa.
All’incontro interverrà Giorgio Pagano, curatore dell’opera e autore di una postfazione e di …

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La banca del tempo di Luni: come scambiarsi le ore e vivere meglio

a cura di in data 5 Febbraio 2013 – 10:36

La Spezia, Cadimare (2011) (foto Giorgio Pagano)

Città della Spezia – 3 Febbraio 2013 – E’ il tempo dell’attacco al welfare e dei tagli alle prestazioni sociali, mentre invece ci sarebbe bisogno di più intervento pubblico, per affrontare bisogni nuovi, complessi e specifici: si pensi all’invecchiamento della popolazione e all’aumento degli anziani soli, o al fenomeno delle nuove povertà, o al tema dell’accoglienza agli stranieri. Non bisogna dunque stancarsi di battersi per incrementare la spesa sociale, a scapito di altri settori, e per qualificarla e riorganizzarla. Nel contempo occorre più cittadinanza attiva, più “capacitazione” dei cittadini, direbbe l’economista Amartya Sen, che intende con questo termine l’insieme delle risorse relazionali di cui una persona dispone. E’ importante, in una logica di partecipazione responsabile, impegnarsi per rifondare ed estendere una rete di associazioni di carattere mutualistico, cooperativo e di auto aiuto che abbiano la capacità di dare risposte, autonome e/o sussidiarie all’intervento pubblico, ai bisogni di carattere sanitario, sociale, di gestione della vita quotidiana. Senza che ciò sia concepito come alternativa all’intervento pubblico, che va semmai rafforzato. Deve trattarsi, invece, di una integrazione tra privato sociale e pubblico, condivisa da ognuno e programmata dal pubblico.

In questa direzione si muove la preziosa esperienza delle Banche del Tempo, un’invenzione sociale nata dall’intelligenza

La Spezia, Cadimare (2011) (foto Giorgio Pagano)

creatrice di gruppi di donne. La prima Banca, in ordine di tempo, è nata nel 1992 a Parma. Da pochi mesi è attiva la prima Banca della nostra provincia, quella di Luni, operante a Ortonovo e Castelnuovo (il primo sportello è a Ortonovo, nella sede del Distretto socio-sanitario). Ma che cos’è una Banca del Tempo? E’ un sistema in cui le persone scambiano reciprocamente attività, servizi, saperi. Sono “libere associazioni tra persone che si auto-organizzano e si scambiano tempo per aiutarsi nelle piccole necessità quotidiane”. Sono “luoghi nei quali si recuperano le abitudini ormai perdute di mutuo aiuto tipiche dei rapporti di buon vicinato. Oppure si estende a persone prima sconosciute l’aiuto abituale che ci si scambia tra appartenenti alla stessa famiglia o ai gruppi di amici”. Le Banche del Tempo sono organizzate come istituti di credito in cui le transazioni sono basate sulla circolazione del tempo, anziché del denaro. La più grande differenza è che non si maturano mai interessi né in passivo e né in negativo! L’unico obbligo che si ha è il pareggiamento del conto: pareggiare cioè le ore ricevute con le ore date. Chiunque può aderire a una Banca del Tempo, poiché ognuno è potenzialmente in grado di offrire qualcosa ad altri e tutti hanno bisogno di qualcosa. Ma leggiamo il regolamento della Banca di Luni. “La Banca del Tempo è il luogo in cui desideri e disponibilità si incontrano, realizzando una forma innovativa di solidarietà sociale allo scopo di costruire una rete di auto aiuto senza distinzione di sesso, età e ruolo sociale e dove chi dà e chi riceve ha pari dignità. Tutti i partecipanti condividono le loro esperienze e le loro conoscenze: l’unità di scambio è il tempo impiegato per effettuare le attività, secondo una valutazione paritetica delle risorse di ognuno. La Banca del Tempo di Luni intende inoltre promuovere le occasioni per favorire la conoscenza interpersonale tra gli iscritti, stimolando gli scambi tra loro, al fine di superare il senso di isolamento e di solitudine tipici della nostra società, contribuendo la benessere fisico e psichico delle persone”.
Gli iscritti sono già 38, persone di Ortonovo e Castelnuovo. Le attività che si stanno scambiando sono molte: la cucina (preparazione di dolci, pane, ecc); i lavori nel verde (giardinaggio e raccolta delle olive); la compagnia per gite, pesca, raccolta funghi, marce, conversazioni con anziani; l’aiuto per tenere gli animali; l’aiuto per piccoli lavori domestici; l’insegnamento di inglese e francese; la fotografia; l’animazione nelle feste per bambini. Si sta lavorando per aprire uno sportello anche a Castelnuovo, e sono in corso contatti con le vicine Marina di Carrara e Ameglia: l’avvio delle attività è stato dunque molto promettente. Giuseppe Vinazzani, vice coordinatore del gruppo operativo che ha dato vita alla Banca, sottolinea ”l’alto rischio di solitudine e isolamento della popolazione anziana della zona” e vede nella Banca “una rete di socialità, una forma innovativa di solidarietà sociale e di cultura della reciprocità”. E va oltre, insistendo sulla “valenza economica” di questa esperienza, che definisce come “un seme di sistema economico alternativo a quello della globalizzazione”, perché “mette al centro il tempo e non il denaro, la persona con i suoi bisogni e non i pareggi di bilancio”.
Insomma, il futuro si intravvede a Ortonovo. Ma non solo: lo si tocca nelle tante altre Banche del Tempo che sono nate in Italia. O, per fare riferimento ad altre esperienze, nelle tante forme di co-working, la pratica del lavorare insieme in spazi condivisi, che è diventato un modo per costruire nuove comunità: prima a Milano, poi nel resto della penisola. Sono le nuove forme di mutualismo, che riprendono nei tempi nuovi i principi di fondo del mutualismo socialista: il valore dell’autogestione, la capacità positiva di realizzare dal basso e non solo di rivendicare verso l’alto, la solidarietà. Principi attuali per affrontare con la filosofia della condivisione la Grande Crisi. Come ha detto ieri nella nostra città don Luigi Ciotti, “tanti io devono diventare un noi, perché solo con il noi conquisteremo il cambiamento nel segno della solidarietà”.

lucidellacitta2011@gmail.com

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