Rosolino Ferrari il primo caduto della lotta di Liberazione ha finalmente un nome
29 Aprile 2025 – 23:03

Città della Spezia, 21 aprile 2024
Nell’articolo di questa rubrica “A ottant’anni dall’8 settembre 1943. Come Spezia fu occupata dai tedeschi” (3 settembre 2023), ho raccontato l’episodio in cui morì un alpino, il primo caduto della …

Leggi articolo intero »
Crisi climatica e nuove politiche energetiche

Economia, società, politica: anticorpi alla crisi

Quale scuola per l’Italia

Religioni e politica

Ripensare il Mediterraneo un compito dell’Europa

Home » Il Secolo XIX nazionale, Rubrica Punti di vista

Centrale a carbone intervenga il Sindaco

a cura di in data 7 Febbraio 2017 – 22:07

Il Secolo XIX nazionale, 2 febbraio 2017 – A causa di una minore importazione di elettricità dalla Francia il Ministro dello Sviluppo Economico ha chiesto a Terna di riaccendere la centrale a carbone di Genova, che a partire dal 2017 era già destinata alla chiusura definitiva, perché vetusta e inquinante.
Sarebbe interessante sapere se, prima di decidere, il Ministro Calenda abbia chiesto il parere dei Ministri dell’Ambiente e della Salute. Sarebbe stato il caso, in quanto la riaccensione dell’impianto, nel corso dei successivi 12 mesi, immetterà nell’atmosfera genovese 553 tonnellate di anidride solforosa, 604 di ossidi di azoto e 6 di polveri: inquinanti che con i venti di mare finiranno sulla città, in particolare sui quartieri di fronte al porto (Oregina, Lagaccio, Sampierdarena) e nei polmoni di chi vi abita.

Il Ministro dell’Ambiente Galletti avrebbe potuto ricordare a Calenda che, anche a causa del cronico inquinamento genovese, l’Italia è in infrazione da parte dell’Unione europea per il mancato rispetto degli obiettivi di qualità dell’aria e che la riaccensione della centrale avrebbe aggravato la nostra posizione.
Forse sarebbe stato inutile sentire il Ministro della Salute Lorenzin, che sembra ignorare i danni sanitari prodotti dall’inquinamento dell’aria. Eppure, visto che la centrale produce oltre il 7% degli ossidi di azoto che impattano su Genova, con la sua chiusura ci eravamo risparmiati un po’ di ricoveri d’urgenza per problemi cardio circolatori e respiratori: un piccolo beneficio che la scelta di riaprire la centrale di Genova vanifica.

In questa vicenda dovrebbero intervenire il Sindaco, massima autorità a tutela della salute pubblica, alle prese a Genova con il cronico inquinamento da ossidi di azoto, sempre superiore ai limiti di legge, e la Regione, per le sue competenze in campo sanitario, ambientale ed energetico. Serve, in particolare, un Piano energetico regionale. Un obiettivo minimo a cui tendere dovrebbe essere quello deliberato dal Consiglio europeo nel 2014, orizzonte temporale al 2030: -50% riduzione emissioni climalteranti; + 33% energia da fonti rinnovabili; + 35-40% efficienza energetica. Una svolta che salverebbe ambiente e salute e darebbe tanta occupazione in più.

Giorgio Pagano e Federico Valerio
Promotori dell’Osservatorio Civico Ligure

Popularity: 3%