Rosolino Ferrari il primo caduto della lotta di Liberazione ha finalmente un nome
29 Aprile 2025 – 23:03

Città della Spezia, 21 aprile 2024
Nell’articolo di questa rubrica “A ottant’anni dall’8 settembre 1943. Come Spezia fu occupata dai tedeschi” (3 settembre 2023), ho raccontato l’episodio in cui morì un alpino, il primo caduto della …

Leggi articolo intero »
Crisi climatica e nuove politiche energetiche

Economia, società, politica: anticorpi alla crisi

Quale scuola per l’Italia

Religioni e politica

Ripensare il Mediterraneo un compito dell’Europa

Home » Il Secolo XIX locale, Rubrica Punti di vista

Per superare la crisi idee e sfide nuove

a cura di in data 29 Giugno 2014 – 16:19

Il Secolo XIX, 22 giugno 2014 – L’indagine della Camera di Commercio sull’economia provinciale del 2013 disegna una realtà in grande difficoltà: 307 imprese in meno, 10.000 disoccupati, 14.000 famiglie in condizioni di povertà, la diminuzione del reddito procapite e il calo di tutti i settori, con esclusione del porto e del turismo. Condivido solo in parte, però, l’analisi del Presidente camerale Gianfranco Bianchi. Secondo lui “la città è rimasta ferma” dopo la crisi industriale dei primi anni Novanta, e oggi ne pagheremmo le conseguenze. In realtà la città, a cavallo del millennio, individuò in un grande “piano condiviso” gli assi di un nuovo modello di sviluppo: ancora l’industria, ma con una riconversione, in primo luogo nella nautica da diporto; il porto, ma compatibile con l’ambiente e con le altre vocazioni produttive; e, per la prima volta dalla realizzazione dell’Arsenale, anche il terziario e il turismo. Molti progetti di quella fase sono diventati realtà: i cantieri della nautica, il Distretto delle tecnologie marine, l’Università, il Porto Mirabello, i musei… Tant’è che, dal 1997 al 2007, gli occupati aumentarono di 9.000 unità, il tasso di disoccupazione scese dal 13% al 5%, le imprese crebbero di numero e il reddito salì. Fu la “Grande crisi” del 2008 a farci tornare indietro: in un anno perdemmo 7.000 posti di lavoro! E da allora la china non è mai stata risalita.

Certo, dobbiamo essere consapevoli, fuori da ogni provincialismo, che per la guarigione servono nuove politiche europee e nazionali: quelle che Renzi dovrebbe ottenere dalla Merkel e quelle che dovrebbe realizzare in Italia. Ma molto tocca a noi. Concordo con Bianchi sul fatto che vadano finalmente attuati i vecchi progetti rimasti sulla carta: il recupero a usi civili di aree militari inutilizzate, l’attuazione del Piano Regolatore del Porto, il waterfront. Anche se bisognerebbe capire perché si sono fermati, e correggere conseguentemente la rotta: nel caso del PRP, per esempio, è evidente che all’origine del conflitto giudiziario in atto c’è una scarsa sensibilità al dialogo sociale da parte delle istituzioni. Quando si arriva a questi punti, è troppo facile dare ogni colpa a chi si oppone: chi governa dovrebbe quantomeno interrogarsi sul perché è saltata la mediazione sulla cui base si siglarono, a inizio millennio, le intese tra le parti.

Ma quello che colpisce nelle parole di Bianchi, e di tanta parte della nostra classe dirigente, è l’assenza di nuovi progetti e di nuove sfide. E’ oggi che Spezia rischia di “stare ferma”! Per superare la “Grande crisi” serve “un’altra agenda”, che punti sull’innovazione, sia nelle tecnologie che nella socialità e nella cultura: mobilità sostenibile, rigenerazione urbana, salvaguardia del territorio, riconversione ecologica degli edifici, recupero e valorizzazione dei rifiuti, bonifiche dei siti inquinati, agricoltura di qualità e industria alimentare a km zero, comunicazione digitale, turismo sostenibile, cura delle persone e economia sociale e solidale, formazione e ricerca… Il lavoro del futuro sarà soprattutto questo. L’hanno capito gli industriali edili, nel loro convegno sul rischio idrogeologico. E negli indirizzi della Giunta per aggiornare il Puc qualche spunto nuovo c’è. Molti fondi comunitari sono alla portata di chi avrà pronta questa “altra agenda”: è l’occasione per tornare a essere creativi.

Giorgio Pagano
Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo

Popularity: 3%