Presentazione di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi. Incontro con Giorgio Pagano e Mario Artiaco – Vernazza, venerdì 30 maggio ore 17
Presentazione di
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”
di Dino Grassi
a cura di Giorgio Pagano
Incontro con Giorgio Pagano, e Mario Artiaco
Venerdì 30 maggio ore 17
Vernazza – Biblioteca Pia Parlanti
Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” sarà presentato a Vernazza, nella Biblioteca Pia Parlanti, venerdì 30 maggio alle ore 17.
Giorgio Pagano, curatore dell’opera, dialogherà con Marzio Artiaco, della segreteria provinciale della FIOM.
Interverranno il sindaco Marco Fenelli e l’assessore Francesca Salmonese.
L’iniziativa è organizzata dal Comune di Vernazza, in collaborazione con l’Associazione Culturale Mediterraneo.
Dino Grassi (1926-2023) è stato un operaio del Cantiere del Muggiano alla Spezia, per oltre dieci anni segretario della Commissione Interna, dal 1953 al 1958 e dal 1964 al 1970. Tra i due mandati di Grassi vi fu quello di Mario Giacomelli, operaio castelnovese, che dal 1964 fu a lungo Sindaco di Castelnuovo Magra. La sua figura sarà ricordata nell’ambito della presentazione. Dino Grassi fu poi consigliere regionale del PCI, dal 1970 al 1980. In quella fase continuò a fare l’operaio.
Il libro è stato pubblicato da ETS edizioni nell’ambito della collana “Verba manent”, dedicata alle storie di donne e uomini testimoni del loro tempo, spesso impegnati a costruire un mondo più giusto e solidale.
La “memoria” annota la vita lavorativa di Grassi al Cantiere del Muggiano tra il 1940 e il 1980 del secolo scorso. Dai ricordi che mette su carta emerge l’esperienza di una persona, ma anche della comunità che lo accoglie, investita dai grandi eventi storici: il 25 luglio e l’8 settembre 1943; gli scioperi del 1944 e la Resistenza; la ricostruzione del paese e la rottura dell’unità sindacale; la restaurazione degli anni Cinquanta, la caduta del mito di Stalin, la progressiva riscossa operaia dai primi anni Sessanta, l’Autunno caldo e la successiva sconfitta. Alla Spezia, lungo il decennio che va dai primi anni Sessanta ai primi anni Settanta, fu epica la lotta per la salvezza del Cantiere del Muggiano.
La pubblicazione della “memoria” è stata curata da Giorgio Pagano, autore di un’intervista a Grassi e di una Postfazione che completano il libro.
In una fase di rimozione delle vicende del proletariato industriale, la “memoria” di Grassi, insieme all’intervista, ci invitano a indagare le storie di fabbrica e a recuperare la ricchezza politica e culturale allora prodotta, affinché non vada perduto un patrimonio che ancora ci può essere utile.
Il giro di presentazioni del libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” ha fatto tappa a Villafranca Lunigiana e a Vernazza.
Nicola Del Vecchio, segretario della CGIL di Massa Carrara, e Marzio Artiaco, della segreteria della FIOM della Spezia, sono partiti dall’esperienza di Grassi – una vita di lotte per la libertà e la dignità del lavoro al Cantiere Navale Muggiano della Spezia – per soffermarsi sui diritti da conquistare o riconquistare oggi. I referendum – hanno sostenuto – “mettono nuovamente al centro il valore del lavoro, che dà dignità alla vita umana”.
Con l’affermazione dei sì può cambiare concretamente la vita di milioni di persone: 3,5 milioni otterrebbero il diritto al reintegro in caso di licenziamento illegittimo; 3,7 milioni dipendenti dalle piccole aziende otterrebbero un risarcimento più alto in caso di licenziamento illegittimo; quasi 3 milioni di persone con contratti a termine potranno uscire dalle condizioni di precarietà; 4 milioni di lavoratori che operano nelle società in appalto potranno avere maggiori condizioni di sicurezza; 2,5 milioni di uomini e donne otterrebbero finalmente la cittadinanza.
Giorgio Pagano, curatore del libro, ha raccontato le lotte di Grassi per il “lavoro buono” contro il “lavoro cattivo”: il primo è quello in cui, come nel maestro d’ascia, “si esprime la ricchezza creativa dell’uomo”. Oggi “facciamo i conti con i risultati della globalizzazione neoliberista”: “il lavoro è sempre più cattivo e povero, come dimostra sia la fuga dei nostri giovani all’estero sia il fatto che attraiamo sempre meno migranti”. Ma in questo modo – ha proseguito – “è a rischio il nostro sistema produttivo, perché sta venendo a mancare la forza lavoro”.
I referendum, hanno concluso Del Vecchio e Artiaco, “sono l’occasione per mettere al centro la persona e non il profitto e per dare un futuro ai giovani e al nostro Paese”.
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