“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi a cura di Giorgio Pagano. Dalle lotte di ieri a quelle di oggi, 8-9 giugno: cinque Sì per il lavoro e la cittadinanza – Incontro con Luca Comiti e Giorgio Pagano. Giovedì 15 maggio ore 17.30 – Levanto
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
a cura di Giorgio Pagano
Dalle lotte di ieri a quelle di oggi
8-9 giugno: cinque Sì per il lavoro e la cittadinanza
Incontro con Luca Comiti e Giorgio Pagano
Giovedì 15 maggio ore 17,30
Levanto
Il Comitato provinciale per il Sì al referendum ha organizzato, giovedì 15 maggio alle 17,30, la presentazione a Levanto – presso la Loggia medievale in piazza del Popolo – del libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”. Il tema è “Dalle lotte di ieri a quelle di oggi. 8 e 9 giugno: cinque Sì per il lavoro e la cittadinanza”. Luca Comiti, segretario della CGIL spezzina, e Luca Del Bello. sindaco di Levanto, dialogheranno con Giorgio Pagano, curatore del libro e membro del Comitato provinciale per il Sì ai referendum.
Dino Grassi (1926-2023) è stato un operaio del Cantiere del Muggiano alla Spezia, per oltre dieci anni segretario della Commissione Interna, dal 1953 al 1958 e dal 1964 al 1970. Fu poi consigliere regionale del PCI, dal 1970 al 1980. In quella fase continuò a fare l’operaio.
La “memoria” annota la vita lavorativa di Grassi al Cantiere del Muggiano tra il 1940 e il 1980 del secolo scorso. Dai ricordi che mette su carta emerge l’esperienza di una persona, ma anche della comunità che lo accoglie, investita dai grandi eventi storici: il 25 luglio e l’8 settembre 1943; gli scioperi del 1944 e la Resistenza; la ricostruzione del paese e la rottura dell’unità sindacale; la restaurazione degli anni Cinquanta; la progressiva riscossa operaia dai primi anni Sessanta, le grandi conquiste di libertà e dignità con l’Autunno caldo, la successiva sconfitta.
La pubblicazione della “memoria” è stata curata da Giorgio Pagano, autore di un’intervista a Grassi e di una Postfazione che completano il libro.
Il libro invita a indagare le storie di fabbrica e a recuperare la ricchezza politica e culturale allora prodotta, affinché non vada perduto un patrimonio che ancora ci può essere utile.
Resta, di quella grande storia, la necessità di ridare libertà e dignità al lavoro. Il mondo del lavoro è cambiato e cambierà ancor più profondamente in futuro. Ma il lavoro, ogni lavoro, cioè l’attività vitale di ogni uomo, ha ancora la connotazione di merce: ed è ciò che mette in relazione tra loro tutti i lavori e spinge all’unificazione della classe lavoratrice.
Oggi il tema del lavoro sta tornando centrale. I referendum contro i licenziamenti facili, contro la precarietà infinita dei contratti a termine, per la sicurezza nei subappalti, per la piena cittadinanza a chi lavora e vive stabilmente in Italia hanno rimesso al centro del dibattito pubblico le grandi domande della democrazia sociale.
I referendum sono l’occasione per fare in modo che le politiche tornino a proteggere le persone, e che la politica sia fatta di partecipazione e democrazia. Per continuare, in forme nuove, le lotte di Dino Grassi e dei suoi compagni.
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi è stato presentato giovedì a Levanto e venerdì a Chiavari. Giorgio Pagano, curatore del libro, ha dialogato, a Levanto, con il segretario della CGIL Luca Comiti e con il Sindaco Luca Del Bello; a Chiavari con lo storico Getto Viarengo.
Nei due incontri è stata sottolineata l’attualità di tanta parte della “lezione” di Dino Grassi, operaio del Cantiere Navale del Muggiano dal 1940 al 1980, per molti anni segretario della Commissione Interna.
Pagano ha raccontato le tappe del lungo impegno di Grassi per la libertà e la dignità del lavoro, in modo particolare per la sicurezza in fabbrica.
Dietro ai referendum – ha detto Comiti – c’è la sfida a rimettere al centro della discussione, e dell’attenzione degli elettori, le questioni che riguardano le condizioni reali delle persone che lavorano, proprio come Dino Grassi ci ha insegnato: “Bisogna riaprire una discussione sui temi della precarietà, dei diritti, della sicurezza, per invertire la rotta dopo 25 anni di riforme contro il lavoro, riforme che hanno prodotto precarietà e lavoro povero. Già 4,5 milioni non hanno più la tutela dell’articolo 18, in 4,2 milioni lavorano con contratti part-time, spesso involontari, con redditi medi di 11 mila euro annui. Noi rivendichiamo il diritto dei lavoratori di essere liberi, e chi è precario o rischia di morire sul lavoro non è libero. Rivendichiamo una libertà che non può essere solo del mercato e del profitto”.
Pagano si poi soffermato su un punto chiave dell’esperienza di Grassi: la partecipazione, essenziale per la democrazia. Da qui la critica a chi promuove le ragioni dell’astensionismo e del non voto: “Di fronte a una crisi della democrazia, la democrazia si difende praticandola”.
Viarengo ha sottolineato che il libro di Grassi spinge a una riflessione non solo sulle rivendicazioni sindacali, ma anche e soprattutto su una visione ideale e politica di fondo, ispirata ai valori del socialismo: “la tesi di Grassi sull’abbandono dell’ispirazione socialista come causa della sconfitta dei lavoratori tocca il punto vero”.
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