“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi a cura di Giorgio Pagano. Dalle lotte di ieri a quelle di oggi, 8-9 giugno: cinque Sì per il lavoro e la cittadinanza – Incontro con Nicola del Vecchio e Giorgio Pagano. Giovedì 29 maggio ore 21 a Villafranca Lunigiana
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
a cura di Giorgio Pagano
Dalle lotte di ieri a quelle di oggi
8-9 giugno: cinque Sì per il lavoro e la cittadinanza
Incontro con Nicola del Vecchio e Giorgio Pagano
Giovedì 29 maggio ore 21
Villafranca Lunigiana – Salone voltato del Museo Etnografico
L’Associazione Culturale Benedicenti e l’Associazione Culturale Mediterraneo hanno organizzato, giovedì 29 maggio alle 21, la presentazione a Villafranca Lunigiana – nel Salone voltato del Museo Etnografico – del libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”. Il tema è “Dalle lotte di ieri a quelle di oggi. 8 e 9 giugno: cinque Sì per il lavoro e la cittadinanza”. Nicola Del Vecchio, segretario della CGIL di Massa Carrara, dialogherà con Giorgio Pagano, curatore del libro e membro del Comitato provinciale spezzino per il Sì ai referendum. Introdurrà la prof.ssa Mara Cavalli, presidente dell’Associazione Culturale Benedicenti.
Dino Grassi (1926-2023) è stato un operaio del Cantiere del Muggiano alla Spezia, per oltre dieci anni segretario della Commissione Interna, dal 1953 al 1958 e dal 1964 al 1970. Fu poi consigliere regionale del PCI, dal 1970 al 1980. In quella fase continuò a fare l’operaio.
La “memoria” annota la vita lavorativa di Grassi al Cantiere del Muggiano tra il 1940 e il 1980 del secolo scorso. Dai ricordi che mette su carta emerge l’esperienza di una persona, ma anche della comunità che lo accoglie, investita dai grandi eventi storici: il 25 luglio e l’8 settembre 1943; gli scioperi del 1944 e la Resistenza; la ricostruzione del paese e la rottura dell’unità sindacale; la restaurazione degli anni Cinquanta; la progressiva riscossa operaia dai primi anni Sessanta, le grandi conquiste di libertà e dignità con l’Autunno caldo, la successiva sconfitta.
La pubblicazione della “memoria” è stata curata da Giorgio Pagano, autore di un’intervista a Grassi e di una Postfazione che completano il libro.
Il libro invita a indagare le storie di fabbrica e a recuperare la ricchezza politica e culturale allora prodotta, affinché non vada perduto un patrimonio che ancora ci può essere utile.
Resta, di quella grande storia, la necessità di ridare libertà e dignità al lavoro. Il mondo del lavoro è cambiato e cambierà ancor più profondamente in futuro. Ma il lavoro, ogni lavoro, cioè l’attività vitale di ogni uomo, ha ancora la connotazione di merce: ed è ciò che mette in relazione tra loro tutti i lavori e spinge all’unificazione della classe lavoratrice.
Oggi il tema del lavoro sta tornando centrale. I referendum contro i licenziamenti facili, contro la precarietà infinita dei contratti a termine, per la sicurezza nei subappalti, per la piena cittadinanza a chi lavora e vive stabilmente in Italia hanno rimesso al centro del dibattito pubblico le grandi domande della democrazia sociale.
I referendum sono l’occasione per fare in modo che le politiche tornino a proteggere le persone, e che la politica sia fatta di partecipazione e democrazia. Per continuare, in forme nuove, le lotte di Dino Grassi e dei suoi compagni.
Il giro di presentazioni del libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” ha fatto tappa a Villafranca Lunigiana e a Vernazza.
Nicola Del Vecchio, segretario della CGIL di Massa Carrara, e Marzio Artiaco, della segreteria della FIOM della Spezia, sono partiti dall’esperienza di Grassi – una vita di lotte per la libertà e la dignità del lavoro al Cantiere Navale Muggiano della Spezia – per soffermarsi sui diritti da conquistare o riconquistare oggi. I referendum – hanno sostenuto – “mettono nuovamente al centro il valore del lavoro, che dà dignità alla vita umana”.
Con l’affermazione dei sì può cambiare concretamente la vita di milioni di persone: 3,5 milioni otterrebbero il diritto al reintegro in caso di licenziamento illegittimo; 3,7 milioni dipendenti dalle piccole aziende otterrebbero un risarcimento più alto in caso di licenziamento illegittimo; quasi 3 milioni di persone con contratti a termine potranno uscire dalle condizioni di precarietà; 4 milioni di lavoratori che operano nelle società in appalto potranno avere maggiori condizioni di sicurezza; 2,5 milioni di uomini e donne otterrebbero finalmente la cittadinanza.
Giorgio Pagano, curatore del libro, ha raccontato le lotte di Grassi per il “lavoro buono” contro il “lavoro cattivo”: il primo è quello in cui, come nel maestro d’ascia, “si esprime la ricchezza creativa dell’uomo”. Oggi “facciamo i conti con i risultati della globalizzazione neoliberista”: “il lavoro è sempre più cattivo e povero, come dimostra sia la fuga dei nostri giovani all’estero sia il fatto che attraiamo sempre meno migranti”. Ma in questo modo – ha proseguito – “è a rischio il nostro sistema produttivo, perché sta venendo a mancare la forza lavoro”.
I referendum, hanno concluso Del Vecchio e Artiaco, “sono l’occasione per mettere al centro la persona e non il profitto e per dare un futuro ai giovani e al nostro Paese”.
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