“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi a cura di Giorgio Pagano. Dalle lotte di ieri a quelle di oggi, 8-9 giugno: cinque Sì per il lavoro e la cittadinanza – Incontro con Stefania Novelli e Luca Comiti. Venerdì 23 maggio ore 21 – La Serra
“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi
a cura di Giorgio Pagano
Dalle lotte di ieri a quelle di oggi
8-9 giugno: cinque Sì per il lavoro e la cittadinanza
Incontro con Stefania Novelli e Luca Comiti
venerdì 23 maggio ore 21
La Serra Circolo ARCI
Inaugurazione della mostra “Uomini e navi” 23 maggio ore 18
Il Circolo ARCI della Serra, in collaborazione con il Comitato provinciale per il Sì al referendum, ha organizzato, venerdì 23 maggio alle ore 21, la presentazione alla Serra – presso il Circolo ARCI – del libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”. Il tema è “Dalle lotte di ieri a quelle di oggi. 8 e 9 giugno: cinque Sì per il lavoro e la cittadinanza”. Stefania Novelli, presidente ARCI La Spezia, e Luca Comiti, segretario CGIL La Spezia, dialogheranno con Giorgio Pagano, curatore del libro e membro del Comitato provinciale spezzino per il Sì ai referendum.
Alle ore 18 sarà inaugurata la mostra “Uomini e navi”.
Dino Grassi (1926-2023) è stato un operaio del Cantiere del Muggiano alla Spezia, per oltre dieci anni segretario della Commissione Interna, dal 1953 al 1958 e dal 1964 al 1970. Fu poi consigliere regionale del PCI, dal 1970 al 1980. In quella fase continuò a fare l’operaio. Nato a Massa, si trasferì subito con la famiglia a Pozzuolo di Lerici e trascorse l’adolescenza e la gioventù a San Terenzo (località Valle).
La “memoria” annota la vita lavorativa di Grassi al Cantiere del Muggiano tra il 1940 e il 1980 del secolo scorso. Dai ricordi che mette su carta emerge l’esperienza di una persona, ma anche della comunità che lo accoglie, investita dai grandi eventi storici: il 25 luglio e l’8 settembre 1943; gli scioperi del 1944 e la Resistenza; la ricostruzione del paese e la rottura dell’unità sindacale; la restaurazione degli anni Cinquanta; la progressiva riscossa operaia dai primi anni Sessanta, le grandi conquiste di libertà e dignità con l’Autunno caldo, la successiva sconfitta.
La pubblicazione della “memoria” è stata curata da Giorgio Pagano, autore di un’intervista a Grassi e di una Postfazione che completano il libro.
Il libro invita a indagare le storie di fabbrica e a recuperare la ricchezza politica e culturale allora prodotta, affinché non vada perduto un patrimonio che ancora ci può essere utile.
Resta, di quella grande storia, la necessità di ridare libertà e dignità al lavoro. Il mondo del lavoro è cambiato e cambierà ancor più profondamente in futuro. Ma il lavoro, ogni lavoro, cioè l’attività vitale di ogni uomo, ha ancora la connotazione di merce: ed è ciò che mette in relazione tra loro tutti i lavori e spinge all’unificazione della classe lavoratrice.
Oggi il tema del lavoro sta tornando centrale. I referendum contro i licenziamenti facili, contro la precarietà infinita dei contratti a termine, per la sicurezza nei subappalti, per la piena cittadinanza a chi lavora e vive stabilmente in Italia hanno rimesso al centro del dibattito pubblico le grandi domande della democrazia sociale.
I referendum sono l’occasione per fare in modo che le politiche tornino a proteggere le persone, e che la politica sia fatta di partecipazione e democrazia. Per continuare, in forme nuove, le lotte di Dino Grassi e dei suoi compagni.
La mostra “Uomini e navi” segue il filo narrativo della “Memoria”: l’infanzia e la gioventù di Dino, il primo affascinante incontro con le navi e con gli operai, il matrimonio e la vita familiare, le lotte in fabbrica, i vari e le trasformazioni del Cantiere, fino all’impegno in Regione.“Il titolo ‘Uomini e navi’ – spiega Giorgio Pagano – era uno dei due titoli proposti da Dino per la ‘Memoria’. ‘Io sono un operaio’ era la risposta che Dino dava quando gli si chiedeva l’identità. ‘Uomini e navi’ erano le due grandi passioni della sua vita: la sua classe, gli altri, gli oppressi in tutto il mondo, e i prodotti del lavoro, in cui lui e i suoi compagni si realizzavano come persone”.
Il giro di presentazioni del libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”, incentrato sul tema “Dalle lotte di ieri a quelle di oggi. 8 e 9 giugno: cinque Sì per il lavoro e la cittadinanza”, ieri ha fatto tappa alla Serra, nella splendida cornice del piazzale sotto il Circolo ARCI, affacciato sul golfo. Stefania Novelli, presidente ARCI La Spezia, e Luca Comiti, segretario CGIL La Spezia, hanno parlato entrambi di “un libro che dovrebbe essere letto in tutte le scuole, perché insegna la storia della conquista dei diritti nella nostra città e nel nostro Paese: dignità del lavoro, sicurezza, cittadinanza, libertà, democrazia”. Diritti oggi da riconquistare, o da conquistare per la prima volta.
Comiti ha fatto l’esempio della sicurezza, raccontando le lotte di Grassi e degli operai del Muggiano, che iniziarono costruendosi da soli la lettiga che mancava in cantiere, fino a riuscire a ottenere la presenza fissa di un’ambulanza: “oggi – ha proseguito – l’ambulanza non c’è più, e gran parte del lavoro pericoloso viene svolto dai lavoratori precari delle ditte di appalto, senza che il committente Fincantieri abbia alcuna responsabilità”.
“I vari quesiti ci parlano di un modello di società diverso dall’attuale – ha detto Giorgio Pagano, curatore del libro e membro del coordinamento del comitato provinciale per il sì al referendum – in cui il diritto al lavoro dignitoso, stabile, sicuro sia finalmente attuato. Quasi 700 incidenti mortali sugli oltre 1000 nel 2024 sono avvenuti nelle ditte d’appalto. E gli infortuni sono stati mezzo milione. Il referendum che propone la responsabilità del committente riguarda una questione fondamentale: la giustizia, la tutela della vita umana”.
Comiti ha poi letto un brano del libro in cui Grassi ricorda quando, da bambino, nel 1932, vide per la prima volta gli operai: “Poco dopo il ‘fischio’ veniva snodandosi su per la salita che da Muggiano porta a Pozzuolo – e quindi Pugliola, Lerici, Sarzana, ecc. – un corteo di uomini lavati e riordinati negli abiti, a piedi molti, in bicicletta parecchi, che vociavano tra loro delle cose più diverse”. Oggi – ha aggiunto – l’80% del valore di una nave è realizzato da ditte d’appalto. Tagliare i costi, lavoro al ribasso. I lavoratori bengalesi non escono lavati e riordinati come nel 1932. Non hanno docce e stipetti. Salgono puzzolenti sugli autobus, scansati da tutti. Vige il sistema della paga globale: tutto è conglobato in una paga oraria individualizzata contrattata tra il lavoratore e l’impresa appaltatrice. O si affrontano questioni come queste o non c’è futuro per la democrazia”.
Stefania Novelli è partita da questa parte del libro per spiegare il senso del referendum che propone di dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza, ripristinando un diritto introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992: “Non si tratta di ‘regalare’ nulla né di concedere cittadinanze indiscriminate, parliamo di persone che vivono e studiano o lavorano in Italia, che sono incensurate, che pagano le tasse contribuendo in modo decisivo a finanziare il nostro welfare. Votare sì significa fare un passo avanti verso una società davvero inclusiva. E’ una questione di dignità e di civiltà”.
Nella giornata di ieri è stata anche inaugurata la mostra “Uomini e navi”, che sarà visitabile al Circolo ARCI fino a domenica 25 maggio. “Gli uomini e le navi – ha spiegato Pagano – erano le due grandi passioni della vita di Dino Grassi: la sua classe, gli altri, gli oppressi in tutto il mondo, e i prodotti del lavoro, in cui lui e i suoi compagni si realizzavano come persone”.
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