“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi, Venerdì 21 novembre ore 17 a Borgotaro
15 Novembre 2025 – 16:30

“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”
di Dino Grassi
Venerdì 21 novembre ore 17
Borgotaro
Il libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” sarà presentato …

Leggi articolo intero »
Crisi climatica e nuove politiche energetiche

Economia, società, politica: anticorpi alla crisi

Quale scuola per l’Italia

Religioni e politica

Ripensare il Mediterraneo un compito dell’Europa

Home » Città della Spezia, Rubrica Luci della città di Giorgio Pagano

Sanità, Spezia si è svegliata

a cura di in data 24 Luglio 2025 – 21:08

La Spezia,14 giugno 2024, manifestazione “Siamo stufi di essere pazienti” indetta da Insieme per la sanità pubblica
(foto Marco Ursano)

Città della Spezia, 16 giugno 2024

Una manifestazione così non si vedeva in città da molto tempo. Finalmente ci siamo svegliati. Lavoratori e cittadini, “insieme per la sanità pubblica”. E’ stata l’idea vincente della rete associativa che è stata creata in provincia un anno fa e si è radicata nel territorio con assemblee diffuse nei paesi, nei quartieri, nei luoghi di lavoro, fino al grande incontro in piazza di venerdì.
A nome delle associazioni ha parlato Gino Di Sacco:
“Siamo davanti a un problema di diritti che vengono meno. Non bisogna chinare il capo, ma lavorare tutti insieme. La privatizzazione è uno spettro e dobbiamo evitare che prenda il sopravvento. Il nostro filo conduttore è la richiesta di aumentare le risorse e il personale sanitario, perché mancano medici e infermieri, i Pronto soccorso sono sempre pieni e le liste di attesa troppo lunghe. Negli ultimi vent’anni sono stati tagliati 40 miliardi alla sanità pubblica”.
E’ significativa la totale sintonia con i nomi più significativi della ricerca scientifica italiana – persone fuori dall’agone politico – che recentemente hanno sentito il bisogno morale di dire la loro sulla sanità. Il loro documento critica frontalmente le scelte del governo Meloni. A partire dallo scarso budget a disposizione del Servizio sanitario nazionale, che mette a repentaglio l’esistenza di un welfare pubblico e universale come quello ereditato dalla riforma del 1978. “I dati dimostrano che il sistema è in crisi”, hanno denunciato gli studiosi:
“Arretramento di alcuni indicatori di salute, difficoltà crescente di accesso ai percorsi di diagnosi e cura, aumento delle diseguaglianze regionali e sociali. Questo accade perché i costi dell’evoluzione tecnologica, i radicali mutamenti epidemiologici e demografici e le difficoltà della finanza pubblica hanno reso fortemente sottofinanziato il Ssn, al quale nel 2025 sarà destinato il 6,2% del Pil (meno di vent’anni fa)”.
Il problema più drammatico per la tenuta del nostro sistema sanitario è rappresentato dalla carenza di personale medico e infermieristico. Per quest’ultima categoria stiamo andando verso un record negativo a livello internazionale (6.6 x 1.000 abitanti rispetto a una media OCSE di 8.6) e con un rapporto infermieri-medici assolutamente anomalo.
Secondo la recente relazione alle Camere della Corte dei Conti, la Germania investe 423 miliardi e la Francia 271. “A parità di potere d’acquisto – scrivono i magistrati contabili – la spesa italiana pro capite risulta meno della metà di quella della Germania”.
Alla Spezia siamo arrivati a un punto insostenibile, ancor più grave che altrove. Lo ha spiegato, nel suo intervento in piazza, il segretario della CGIL Luca Comiti:
“Siamo all’ultimo posto per numero di addetti e posti letto in relazione alle altre province liguri. Mancano oltre 1000 medici e infermieri rispetto alla media delle altre provincie liguri; mancano 164 posti letto negli ospedali Sant’Andrea della Spezia e San Bartolomeo di Sarzana rispetto allo standard nazionale; mancano 1500 posti letto nelle residenze sanitarie rispetto alle media delle altre province liguri”.
In questa situazione è grave che la Regione abbia deciso che l’ospedale del Felettino sia realizzato dal privato e che le casse dell’Asl5, già esauste, siano devastate dal pagamento dei canoni al privato. Eppure era così semplice realizzarlo interamente con soldi pubblici!
Ciò che accade è chiaro: lo “spettro della privatizzazione” avanza sempre più, come ha denunciato Comiti:
“Servono sei mesi per una risonanza magnetica? Vai dal privato che la fa in una settimana. Non c’è personale per le case della salute? Affidiamole ai privati. Una logica deleteria alla quale bisogna opporsi con tutte le forze”.
Un nodo nevralgico nevralgico è quello dell’assistenza territoriale. Da decenni si parla di continuità assistenziale (ospedale-territorio-domicilio e viceversa), ma non si fanno passi avanti. Il governo ha progressivamente tagliato il numero di case di comunità da realizzare con i fondi del Pnrr. E non è per nulla chiaro quali figure – medici di famiglia, specialisti, infermieri di comunità, assistenti sociali – vi opereranno davvero. Eppure, come scrivono i ricercatori, “il problema non è più procrastinabile: tra 25 anni quasi due italiani su cinque avranno più di 65 anni (molti di loro affetti da almeno una patologia cronica) e il sistema, già oggi in grave difficoltà, non sarà in grado di assisterli”.

La Spezia,14 giugno 2024, manifestazione “Siamo stufi di essere pazienti” indetta da Insieme per la sanità pubblica
(foto Marco Ursano)

Emerge sempre più che ciò che va messo in discussione, come hanno detto Di Sacco e Comiti, è l’aziendalizzazione della sanità. Perché se lo stesso attore pubblico diventa azienda è del tutto logico che ci si affidi sempre più al privato, in modo non complementare ma sempre più competitivo e addirittura sostitutivo del pubblico. In una competizione tra l’altro sempre più impari perché il privato punterà sulle attività più profittevoli, lasciando al pubblico quelle indispensabili ma non redditizie (l’emergenza, le pandemie, le cure ai malati cronici o agli anziani).
Papa Francesco, già nel maggio del 2019, parlando all’Associazione Cattolica degli operatori sanitari, aveva parlato delle conseguenze della aziendalizzazione nella vita degli ospedali :
“L’aziendalizzazione ha posto in primo piano la riduzione dei costi e la razionalizzazione dei servizi, ha mutato a fondo l’approccio alla malattia e al malato stesso, con una preferenza per l’efficienza che non di rado ha posto in secondo piano l’attenzione alla persona… E dove un malato diventa un numero anche voi rischiate di diventarlo, e di essere bruciati da turni di lavoro troppo duri, dallo stress delle urgenze e dall’impatto emotivo”.
La manifestazione di venerdì deve servire anche a sciogliere la contraddizione sempre più palese fra la salute e le logiche aziendaliste, a recuperare una gestione territoriale e partecipata della salute dei cittadini.
Oggi siamo più forti nel rivendicare il diritto alla salute: un diritto fondamentale che deve tornare ad essere fondamentale nei fatti. L’economia, il governo, la Regione – ma fino a quando dovremo essere “governati” da un ente il cui presidente è agli arresti domiciliari? – l’azienda sanitaria non possono interpretare questo diritto al fine di renderlo compatibile ad esigenze diverse da quelle della salute. La salute non è negoziabile. Il neoliberismo ha fallito: la sanità pubblica non è solo il passato, è soprattutto il futuro.
Il problema vero non è integrare il pubblico con il privato ma riaffermare il ruolo sovrano del pubblico riconoscendo al privato un ruolo di pura ausiliarietà. Il ricorso al privato non è in discussione ma come dice l’art. 46 della legge 833 del 1978 – conquistata con le lotte del Sessantotto e dell’Autunno caldo – chi lo vuole se lo deve pagare, cioè non può farselo pagare dallo Stato o da qualcun altro. Il diritto alla salute si garantisce solo con un forte servizio pubblico.
Ieri è stato solo l’inizio. Come hanno detto Comiti e Di Sacco, andremo avanti, perché questa è “la madre di tutte le battaglie”. O, meglio ancora: un pezzo decisivo della “madre di tutte le battaglie”, la difesa e l’attuazione della Costituzione.

Post scriptum
Le fotografie di oggi sono state scattate durante la manifestazione di venerdì da Marco Ursano.
Sul tema della sanità spezzina rimando al mio ultimo articolo in questa rubrica:
“Sanità, è il momento di svegliarci”, “Città della Spezia”, 11 giugno 2023.

lucidellacitta2011@gmail.com

Popularity: 1%