Palmaria: amici della natura, non degli speculatori
Città della Spezia, 2 giugno 2024
Nell’inchiesta giudiziaria che ha sconvolto la politica regionale, il destino della Palmaria ha avuto un ruolo da detonatore. Tutto è nato alla Spezia, quando la locale Procura ha disposto per decreto l’intercettazione di Matteo Cozzani, allora sindaco di Porto Venere e braccio destro di Giovanni Toti in Regione: era il 17 agosto 2020. Gli investigatori stavano registrando da mesi le conversazioni di due imprenditori milanesi, Raffaele e Mirko Paletti, interessati a realizzare uno stabilimento balneare in un’ex cava dell’isola. Poi, dal 3 marzo 2021, Cozzani è stato intercettato anche all’interno del suo ufficio in Regione.
Ci sarà un processo, Cozzani si difenderà. Intanto si è già dimesso da capo di gabinetto di Toti. Se quanto emerge dalle intercettazioni fosse confermato saremmo di fronte a un disegno di “colonizzazione” della Palmaria, già deprecabile in sé, caratterizzato – scrivono i giudici – dal “costante asservimento agli interessi privati” in cambio di favori.
Si parla infatti di varianti al Piano del Parco di Portovenere e al Piano Urbanistico Comunale per rendere possibile la realizzazione di una piscina e, come corrispettivo, di finanziamenti elettorali al gruppo politico di Toti e di favori a ditte gestite da familiari dello stesso Cozzani. Quest’ultimo tema era emerso anche nelle indagini della precedente inchiesta sul porto della Spezia, come ha scritto la Procura di Genova.
Insomma, i guai di Toti sono cominciati con Cozzani, che è la figura chiave dell’inchiesta perché è l’elemento di connessione tra le vicende spezzine e quelle genovesi.
Il tema che ora più interessa non è però la vicenda giudiziaria: è il modello di sviluppo della Palmaria. Lo sostengono il Comitato Palmaria Sì Masterplan No e Legambiente, da sempre benemeriti oppositori della “colonizzazione” dell’isola, e hanno pienamente ragione. Bisogna rispettare le prerogative del Parco e soprattutto ritirare o quanto meno sospendere le deliberazioni oggetto dell’inchiesta. Di più: va messo da parte lo stesso Masterplan, cioè il disegno generale di una “Palmaria per pochi” che espone il territorio e il paesaggio a troppi pericoli.
Dal basso, in modo partecipato, il Comune di Porto Venere dovrebbe creare uno strumento radicalmente diverso per migliorare la vita di chi in Palmaria risiede e per sviluppare non il turboturismo dissipatore dell’ambiente ma l’ecoturismo rispettoso dell’identità dei luoghi. Ma se il Comune, come pare, volesse proseguire la politica di Cozzani, questo strumento andrebbe creato dai cittadini, riprendendo l’elaborazione comunitaria del “Laboratorio Palmaria” iniziata qualche anno fa: “un programma di riuso civico” e “una gestione a carattere ecologico-economico, a partire dalla natura di Parco e di proprietà pubblica dell’isola”. Un bene Unesco, patrimonio dell’umanità, merita tutto il contrario di ville, piscine e mazzette. Cozzani, nelle intercettazioni, definisce i cittadini “sudditi”, se stesso “un dittatore”, la precedente amministrazione “una setta di disabili”. “Sudditi” e “disabili” dimostreranno al “dittatore” i benefici per la Palmaria derivanti dall’impegno dei cittadini amici della natura, alternativo a quello dei ganassa di paese amici degli speculatori.
lucidellacitta2011@gmail.com
Popularity: 1%


