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Chiude l’emergenza Nord Africa Non lasciamo soli i 20 ragazzi che rimangono alla Spezia

a cura di in data 12 Febbraio 2013 – 10:26

COORDINAMENTO IO NON RESPINGO

CHIUDE L’EMERGENZA NORD AFRICA
NON LASCIAMO SOLI I 20 RAGAZZI CHE RIMANGONO ALLA SPEZIA

L’emergenza Nord Africa è finita, anche alla Spezia. Il 20 febbraio chiuderà la struttura di via Filzi a Pegazzano, che ha ospitato dall’autunno 2011 una quarantina di profughi africani provenienti da Lampedusa a seguito delle vicende cha hanno investito il Nord Africa. Nessuno di loro si avvarrà della possibilità del “rimpatrio assistito”: nei loro Paesi non intravvedono una speranza. Tutti hanno avuto il permesso umanitario, e al momento dell’abbandono della struttura hanno avuto o avranno 300 euro e il titolo di viaggio. Una parte dei ragazzi ha lasciato o lascerà La Spezia per cercare casa e lavoro altrove. Venti ragazzi hanno invece deciso di restare nella nostra città
Non dobbiamo lasciarli soli: lo chiediamo a Comune, Regione e Prefettura, e ci impegniamo in prima persona. Dal 20 febbraio i profughi avranno bisogno di un tetto, come tutte le altre persone, italiane e straniere, in difficoltà. La Cittadella della Caritas a Pegazzano e altre strutture dedicate potranno servire per una prima fase, necessariamente transitoria. Il Comune, tramite l’Agenzia per la casa, può facilitare accordi tra proprietari di alloggi sfitti e gruppi di profughi per l’affitto a prezzi contenuti: un alloggio con queste caratteristiche è già stato da noi individuato e segnalato al Comune. La somma ricevuta, però, può bastare per pagare l’affitto solo per un breve periodo. Chiediamo pertanto alla Regione di attivare percorsi formativi finalizzati all’inserimento lavorativo, utilizzando gli strumenti previsti per le persone in difficoltà. In particolare nel campo dell’edilizia, il settore in cui gran parte dei ragazzi lavorava in Africa.
L’esperienza di questi mesi ci invita, infine, a una riflessione per dotarci di strumenti di intervento e di accoglienza “permanenti”. Non ha senso parlare di “emergenza”, perché purtroppo il fenomeno delle migrazioni ci consegnerà in futuro molti casi analoghi. Abbiamo bisogno di strutture: il progetto in discussione tra Comune e Ferrovie dello Stato per l’individuazione di alloggi per persone senza fissa dimora, che abbiamo proposto e sollecitato, va nella direzione giusta. Ma abbiamo bisogno anche di strumenti che rifiutino una mera logica assistenziale, che abbiano come perno la dignità delle persone in difficoltà e il loro coinvolgimento responsabile nell’attuazione dei progetti. Il Coordinamento propone alle istituzioni l’organizzazione di un momento di disamina approfondita dell’esperienza che sta per concludersi, per capirne i pregi ma anche i limiti, al fine di un miglioramento in vista dei compiti futuri.

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