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“Chi sconfiggerà l’ISIS? Conflitti in Medio Oriente e responsabilità dell’Occidente” Incontro con Massimo D’Alema Giovedì 3 Marzo ore 21 Centro Allende

a cura di in data 23 Febbraio 2016 – 15:15
Invio

Invito

CHI SCONFIGGERA’ L’ISIS? CONFLITTI IN MEDIO ORIENTE
E RESPONSABILITA’ DELL’OCCIDENTE

Incontro con MASSIMO D’ALEMA
Giovedì 3 marzo ore 21 Centro Allende

L’Associazione Culturale Mediterraneo, nell’ambito del ciclo “Ripensare il Mediterraneo: un compito dell’Europa”, ha invitato l’on. Massimo D’Alema, presidente della Fondazione Italianieuropei e uno dei massimi esperti italiani di politica internazionale, a un incontro sul tema “Chi sconfiggerà l’Isis? Conflitti in Medio Oriente e responsabilità dell’Occidente”.

L’incontro si terrà giovedì 3 marzo alle ore 21 al Centro Allende. Per D’Alema la chiave della sconfitta dell’Isis sta innanzitutto nel superamento della tensione tra Arabia Saudita (di religione sunnita) e Iran (di religione sciita), le due massime potenze regionali. “Per fortuna -sostiene l’ex Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri- i nemici di ieri sono diventati i nostri alleati di oggi. Era sbagliato l’ostracismo verso l’Iran. Ed è divenuto insostenibilmente sbagliato con il passaggio dal conservatore Ahmadinejad al riformista Rohani. L’ostracismo era dettato non dagli interessi dell’Occidente, ma da quelli dei due alleati dell’Occidente: Arabia Saudita e Israele. I quali, più che alleati, si sono rivelati due problemi”. La sfida dell’Arabia Saudita all’Iran, prosegue D’Alema, “è un conflitto di potenze che tende a degenerare in un conflitto religioso; e i conflitti nazionali ammettono risoluzioni, quelli religiosi no. Eppure sciiti e sunniti hanno convissuto per secoli. La vera questione è l’egemonia nell’area. La nuova leadership saudita ha attitudini belliciste preoccupanti, si pensi all’avventura militare in Yemen. Fino a quando resterà questa tensione tra Arabia Saudita e Iran, l’Isis non sarà sconfitto”. D’Alema è molto critico verso l’israeliano Netanyahu: “il Governo della destra israeliana sta giocando un ruolo negativo nella regione. Con l’espansione delle colonie, la prospettiva di uno Stato palestinese è di fatto scomparsa”. E in Siria? “Dobbiamo costruire -dice il Presidente della Fondazione Italianieuropei- un fronte anti-Isis tra il governo, i suoi sostenitori interni tra cui la minoranza cristiana, i suoi sostenitori esterni che sono la Russia e l’Iran, i gruppi sunniti appoggiati dall’Occidente, i curdi”. Insomma, c’è materia per un confronto utile a creare -questo è lo scopo primario dell’Associazione- riflessione critica, formazione e informazione sui grandi temi del “Mediterraneo diviso”.

Per info www.associazioneculturalemediterraneo.com


 

“Solo il mondo islamico potrà sconfiggere l’Isis, e la responsabilità dell’Occidente sta nel sostegno all’Islam perché ciò possa avvenire”: questo, in estrema sintesi, il messaggio della densa “lezione” sui principali nodi della politica internazionale tenuta dal Presidente della Fondazione Italianieuropei Massimo D’Alema al Centro Allende, su invito dell’Associazione Culturale Mediterraneo. Già Giorgio Pagano, Presidente di Mediterraneo, aveva esordito dicendo: “Serve un lungo lavoro di educazione civile, culturale e politica, in Medio Oriente e qui da noi: l’unico in grado di contrastare davvero e fino in fondo il terrorismo”. D’Alema ha spiegato come è nato l’Isis, ma anche le radici del fondamentalismo islamico, sviluppatosi di recente, dalla seconda metà del Novecento, come reazione a quelle che sono state considerate le minacce prima del socialismo arabo, poi dell’Occidente. “Serve una strategia di lungo periodo -ha spiegato l’ex Presidente del Consiglio- perché la sconfitta dell’Isis non comporterà quella del fondamentalismo islamico”. In questa strategia, ha aggiunto, “la componente politica e culturale è fondamentale, ben più di quella militare e di sicurezza: se facciamo la guerra santa ci comportiamo come loro e li rafforziamo”. La tesi di D’Alema è che “per battere il fondamentalismo degli altri bisogna combattere il fondamentalismo nostro”, “non si tratta di riscoprire la nostra identità e fare le crociate, ma di promuovere il disarmo, che non significa rinunciare ai valori ma enucleare valori condivisi, perché tra le religioni monoteiste e le culture del Mediterraneo ci sono similitudini profondissime”. Circa la lotta che il mondo musulmano deve combattere contro il fondamentalismo, D’Alema ha affermato: “il problema è complesso, perché nell’Islam non c’è una Chiesa, ci sono tantissimi poli culturali autonomi”. Ed è importante che nasca “un Islam europeo, la seconda religione europea, che non va sospinta ai margini ma riconosciuta”. La parte conclusiva dell’intervento dell’ex Presidente del Consiglio è stata dedicata alle crisi di Iraq, Siria e Libia: “combattere l’Isis spetta a iracheni, siriani e libici, è comprensibile che quei governi ci chiedano aiuto, ma l’aiuto va dato in modo diverso rispetto al passato: servono missioni dell’Onu, non avventure militari di questo o quel Paese”. Mentre “l’Arabia Saudita sunnita deve mettere da parte le sue pulsioni belliciste e capire che è indispensabile un accordo con l’Iran sciita”. D’Alema ha poi interloquito con il numeroso pubblico presente. E’ intervenuto, tra gli altri, il parlamentare europeo Brando Benifei, che ha denunciato il silenzio di gran parte dell’Europa nei confronti dei “bombardamenti inaccettabili della Turchia contro i curdi, che sono i più eroici avversari dell’Isis”.

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