Per un golfo di pace, lavoro e sostenibilità “Riflettiamo sul progetto Basi Blu” – Sabato 13 aprile ore 17 alla Sala conferenze di Tele Liguria Sud
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Incentivare il trasporto pubblico è la prima ricetta per aiutare l’ambiente

a cura di in data 13 Dicembre 2007 – 18:25

Il  Secolo  XIX – 13 dicembre 2007 – Nella conferenza del clima a Bali siamo stati sonoramente bocciati. L’Italia è tra i principali emettitori mondiali di anidride carbonica: le nostre emissioni serra sono aumentate del 13%.
Il settore con il ritardo più clamoroso, spiegano gli studiosi, è quello dei trasporti.
Nei giorni scorsi l’Eurobarometro (la summa annuale delle statistiche UE) ha affibbiato all’Italia il poco invidiabile primato di ”paradiso dell’automobile”. Siamo coloro che utilizzano di più il mezzo privato e che più diffidano del mezzo pubblico. Contemporaneamente Legambiente ha rivelato che     ben 47 aree urbane su 68 hanno già consumato, prima ancora che si concluda il 2007, il bonus annuale concesso dall’Unione Europea per le eccezioni a un normale livello di qualità dell’aria. Le nostre città sono avvelenate dalle polveri sottili, e l’imputato principale è il traffico.
Il trasporto pubblico è dunque il fattore chiave per la vivibilità delle città, la riduzione dell’inquinamento, la prevenzione dei cambiamenti climatici, la difesa della salute pubblica. La commissione nazionale emergenza inquinamento atmosferico (CNEIA) ha concluso i suoi lavori e ha valutato il fabbisogno per realizzare gli interventi mirati necessari per raggiungere gli obbiettivi europei di qualità dell’aria per il 2010 nell’ordine di un miliardo di euro l’anno, da impegnare prevalentemente nel trasporto pubblico.
La Finanziaria 2008 può rappresentare una svolta perché comincia a stanziare risorse per il settore, per la prima volta dal 1997. Ma queste risorse sono ancora insufficienti. L’ANCI propone di incrementarle anche con l’aumento dell’accisa su benzina e gasolio fino a 3 centesimi di euro, che creerebbe proventi per un miliardo e 400 milioni di euro. Certo è che occorrono maggiori risorse-provenienti anche dalla mobilità privata da destinare ai servizi collettivi per la mobilità: costruzione di metro, tram e corsie preferenziali, acquisto di bus, incentivazione della quantità e qualità dei servizi del trasporto pubblico. Questo è l’unico modo per cambiare il trend attuale, che è del tutto”perverso”: le aziende di trasporto pubblico hanno bilanci in rosso e devono o ridurre i servizi o aumentare le tariffe, con un conseguente ulteriore travaso dell’utenza dal trasporto pubblico a quello privato; l’inquinamento cresce e si è costretti, con i blocchi, a ridurre le possibilità di movimento dei veicoli privati. In definitiva, stiamo andando verso la riduzione di ambedue le capacità di trasporto, del sistema pubblico e del sistema privato: una prospettiva disastrosa.
Ma per una strategia alternativa non è necessaria soltanto una svolta nella politica nazionale, che riconosca la sostenibilità dello sviluppo come priorità. Bisogna anche riconoscere, da parte dei Comuni proprietari delle aziende, che il trasporto pubblico italiano mostra il più alto grado di frammentazione; che i principali operatori nazionali hanno dimensioni decisamente inferiori rispetto alle grandi aziende europee; e che i Paesi con le migliori prestazioni sono quelli con operatori forti, che hanno saputo sfruttare i benefici derivanti dalle economie di scala. Lo studio presentato dalla Regione Liguria nei giorni scorsi ha questo merito:spingere a perseguire, anche in Liguria, politiche di aggregazione che conducano a una semplificazione del mercato, per arrivare a una o tre aziende capaci di ridurre i costi e di fornire servizi più efficienti. L’ANCI e i Comuni liguri sono pronti a partecipare a una riflessione profonda con l’obbiettivo di dar vita a una riforma strutturale che non può essere rinviata.

Giorgio Pagano
Presidente di ANCI Liguria

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