Presentazione alla Spezia di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Venerdì 5 aprile ore 17 alla Biblioteca Civica Arzelà di Ponzano Magra
28 Marzo 2024 – 08:58

Presentazione alla Spezia di“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”di Dino GrassiVenerdì 5 aprile ore 17Biblioteca Civica Arzelà – PONZANO MAGRA
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Fame, la sfida delle fondazioni bancarie

a cura di in data 6 Giugno 2008 – 18:36

Il  Secolo  XIX – 6 giugno 2008 – A Roma, al summit della Fao, l’accordo è stato totale, ma solo sulla malattia: tutti hanno concordato che la crisi alimentare è un’emergenza drammatica, ma poi si sono divisi sulle cause e sulla cura. Sulle cause non contingenti e sulla cura vera sono tornati, in questi giorni, Vandana Shiva sulla Stampa e Carlo Petrini sulla Repubblica. “Se si vuole produrre più cibo, proteggendo il pianeta e il clima, occorre puntare sulla biodiversità degli ecosistemi”, ha detto l’economista indiana. Concetti ripresi dal fondatore di Slow Food: “La soluzione definitiva consiste nel passaggio ad un’agricoltura biologica ed ecologica che sia più decentrata, democratica e cooperativa, non controllata dalle multinazionali e attuata su piccola scala…La cura è una rete di economie locali che sappiano coniugare tradizione e innovazione: queste andrebbero incentivate con i soldi che si raccoglieranno a Roma”.
E’importante, allora, che in Italia Enti locali e Ong si impegnino sempre più nel sostegno delle attività economiche locali dei Paesi del Sud del mondo. Ma la grande novità di questi giorni è l’impegno di quattro fondazioni bancarie. Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariparma, Cariplo e Monte dei Paschi hanno firmato un protocollo operativo d’intesa, che per i prossimi tre anni le impegna a sostenere gli interventi gestiti sul campo da 12 Ong già attive in Senegal e in Uganda. Undici milioni di euro il budget messo a disposizione fino al 2011.
In particolare, l’iniziativa in Senegal si propone di migliorare le condizioni economiche e sociali delle popolazioni che vivono in ambito rurale e prevede interventi in settori e filiere chiave per lo sviluppo del Paese: produzione, trasformazione e commercializzazione della frutta e dei prodotti lattiero-caseari, pesca, turismo responsabile, microfinanza. Un’altra caratteristica peculiare del progetto è il coinvolgimento, in ogni fase e settore, di alcune associazioni di migranti senegalesi residenti in Italia.
L’intervento in Uganda è molto simile, ma soprattutto mira a promuovere la riconciliazione nazionale dopo vent’anni di guerra civile e la reintegrazione degli ex combattenti nei villaggi di origine.
E’ un impegno inedito, un importante salto di qualità nelle azioni delle fondazioni, che diventano “agenti di sviluppo” nei confronti dei Paesi del sud del mondo e aiutano a modernizzare il mondo italiano delle Ong, oggi frammentato e spesso arretrato. E’ un’idea saggia che speriamo faccia da apripista  alle altre fondazioni bancarie italiane.
L’auspicio è che le fondazioni bancarie liguri coinvolgano gli Enti locali e le Ong liguri e finanzino progetti di analogo valore. Capacità e idee non mancano. Faccio solo un piccolo esempio che va nella direzione giusta: il progetto dell’Arci spezzina per sostenere tecniche di agricoltura biologica in una comunità rurale brasiliana, che coinvolge il movimento contadino dei Sem Terra e gli agricoltori del biologico della Val di Vara.
Giorgio Pagano
L’autore, già sindaco della Spezia, si occupa di cooperazione internazionale allo sviluppo nell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e di politiche urbane nella Recs (Rete città strategiche)

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