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Città Metropolitana, serve una “rivoluzione”

a cura di in data 17 Maggio 2017 – 07:21

IL Secolo XIX nazionale, 14 maggio 2017 – Che cosa dev’essere la Città Metropolitana? Il dossier del Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri dedicato alla CM di Genova pone il dilemma di fondo: seguire l’esempio di grandi conurbazioni europee che hanno puntato a un forte carattere “municipale” della CM, costituita da gruppi di Comuni riconducibili a un unicum urbano, oppure limitarsi a selezionare per la CM poche funzioni di raccordo, simili a quelle della vecchia Provincia? L’Osservatorio Civico Ligure non ha dubbi: serve una “rivoluzione” istituzionale e amministrativa di tipo europeo, che preveda l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio della CM di Genova e l’articolazione del Comune capoluogo in più Comuni, che abbiano maggiori competenze rispetto agli attuali Municipi e si affianchino agli altri Comuni dell’area metropolitana. Serve dar vita a una nuova versione della “Grande Genova”, che superi l’attuale frammentarietà dei luoghi della decisione amministrativa e potenzi le prospettive di integrazione e di coesione democratica. La legge consente già oggi di procedere in questa direzione, anche se si potrebbe chiedere al Governo di prevedere una procedura più semplice e praticabile. Ma c’è bisogno soprattutto di lungimiranza politica. I vantaggi sono evidenti, in termini di democrazia rappresentativa, di maggiori poteri ai cittadini, di riequilibrio territoriale, di efficacia amministrativa. Il Sindaco di Genova non può governare un territorio molto più ampio e portatore di problematiche diverse, tanto più che oggi al vertice della CM non è eletto dal popolo ma “nominato di diritto”, in quanto Sindaco del Comune capoluogo.

A questa “rivoluzione” istituzionale e amministrativa va accompagnata una “rivoluzione” politica nel campo della pianificazione strategica e della pianificazione territoriale e urbanistica. Le due “rivoluzioni” devono procedere insieme per garantire il massimo di democrazia. Basti pensare che la riforma prevede l’adozione di un Piano strategico triennale del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo per l’ente ma anche per l’esercizio delle funzioni dei Comuni, ma soprattutto attribuisce alla CM la funzione fondamentale della pianificazione territoriale generale in nome dell’equità territoriale nella distribuzione delle risorse e delle opportunità nell’intero territorio metropolitano.

Il tema CM è assente dalla campagna elettorale, che finora ha fatto riferimento ai tradizionali problemi delle precedenti campagne, come se dal 2013 non fosse intervenuta la riforma e, soprattutto, come se non avessimo alle spalle una prima sperimentazione della CM, che sarebbe da valutare nei suoi limiti e criticità. E’ una sottovalutazione che va superata.

E’ il tempo di riconoscere che gli indirizzi delle politiche territoriali devono essere presi a livello metropolitano, su materie come quelle connesse alla resilienza, alla tutela del suolo, alla valorizzazione delle risorse e al più generale riequilibrio territoriale. È il tempo di dare centralità al concetto di “giustizia territoriale”, tipico di un modello non competitivo di organizzazione del territorio. È il tempo di promuovere un esercizio di creatività istituzionale e amministrativa che dia maggior respiro alla politica e alla partecipazione dei cittadini, per rendere quest’ultima effettiva e non più esercizio retorico.

Proporremo questo tema ai candidati a Sindaco nell’incontro di mercoledì 17 maggio alle 17 nella Sala CAP. E’ una sfida di grande complessità. Ma è potenzialmente in grado di produrre benefici rilevanti per tutti i cittadini metropolitani, indipendentemente dall’appartenenza al proprio Comune.

Ernesto Avegno, Giorgio Pagano e Massimo Quaini
Comitato Promotore dell’Osservatorio Civico Ligure

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