Per un golfo di pace, lavoro e sostenibilità “Riflettiamo sul progetto Basi Blu” – Sabato 13 aprile ore 17 alla Sala conferenze di Tele Liguria Sud
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Ciao Franco, ci incontreremo nella tua amata Gerusalemme

a cura di in data 27 Luglio 2015 – 07:51

Il Secolo XIX Nazionale, 25 luglio 2015 – E’ scomparso nei giorni scorsi Franco Scaglia, uno dei liguri più illustri. Era nato a Camogli settant’anni fa, il nonno materno e il padre erano direttori d’orchestra: aveva la cultura nel sangue. Si laureò in lettere a Genova, poi lasciò la Liguria. Aveva la nostra terra sempre nel cuore: scriveva in una casa in cima all’isola di Filicudi, ma pensava di tornare in vecchiaia nei luoghi natii, e mi chiedeva consigli sul dove. E’ stato un intellettuale poliedrico: giornalista, autore di pièce teatrali, per quarant’anni dirigente Rai, presidente di Rai Cinema e del Teatro di Roma, scrittore di saggi e romanzi -vinse il Campiello nel 2002- regista di documentari… La notizia mi è arrivata parecchi giorni dopo, colpendomi come una frustata, a Sao Tomè, in Africa, dove sto seguendo un progetto di cooperazione internazionale. Conobbi Franco Scaglia solo due anni fa, quando lo invitai alla Spezia, a nome dell’Associazione Culturale Mediterraneo, a presentare il suo libro “Il giardino di Dio”. Nacque allora un’amicizia cementata poi in un incontro nella sua Roma, e soprattutto via sms, strumento di comunicazione che lui preferiva alle email. Era una persona molto gentile, sensibile e generosa. Dovevamo vederci a Genova, dove la moglie recitava a teatro e dove era stato chiamato come esperto per la scelta del nuovo Direttore dello Stabile, ma gli impegni me lo impedirono. Avevamo in mente un viaggio a Gerusalemme -la città più amata da entrambi- che posso purtroppo solo rimpiangere. Ci univa la concezione, presente in tante sue opere, del Mediterraneo come culla della civiltà e luogo dell’incontro tra le religioni e le culture, invece che frontiera sud dell’Europa nella quale attestarsi per difendersi dalle migrazioni e per respingerle. E ci univa l’incanto per Gerusalemme, il luogo dove ci sono i segreti più forti della vita e dove si spera ancora, nonostante tutto, che il Mediterraneo non sia più diviso. I suoi romanzi sono ambientati in Terra Santa: l’eroe è il francescano Padre Matteo, ispirato al comune amico archeologo Padre Michele Piccirillo, scomparso nel 2008. Gli sms di Scaglia, che mi raccontavano le sue attività e i suoi progetti, si concludevano tutti con “Pace e bene”. San Francesco era per lui una figura centrale: il frate che sceglie una strada opposta a quella dello scontro militare con l’Islam intrapresa dai crociati, la strada della pace, del dialogo e dell’amore. Aveva subito colto l’aspetto rivoluzionario del nuovo Papa, che parla nel nome del Dio unico che non è cattolico, né musulmano, né ebreo, e che sostiene, come il Santo di Assisi, che “la povertà è un valore”. Se guardiamo con occhi politici, diceva Scaglia, è questo il valore del “nuovo umanesimo” necessario per risolvere i problemi del mondo.

Aveva letto di una mia possibile candidatura alla Regione, mi aveva subito scritto e incoraggiato per tutto quel mese in cui quell’obbiettivo impossibile sembrava possibile. Conservo gli sms di quella fase, fino all’ultimo: “Non dobbiamo perderci, amico mio. Siamo una minoranza ma dobbiamo reagire alla volgarità politica e culturale che ci circonda con la nostra presenza e la nostra attività!”. Dovevamo incontrarci al mio ritorno da Sao Tomè, ma ti ho perduto, caro Franco. Ti incontrerò sul monte Nebo, sopra Gerusalemme. Lì, dove Mosè ebbe la visione della Terra Promessa, andavi ogni volta, e ti sei anche sposato. Lì riposa Padre Piccirillo, e lì so che volevi riposare anche tu.

Giorgio Pagano
Presidente delle associazioni Mediterraneo e Funzionari senza Frontiere

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