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Centrale a carbone intervenga il Sindaco

a cura di in data 7 Febbraio 2017 – 22:07

Il Secolo XIX nazionale, 2 febbraio 2017 – A causa di una minore importazione di elettricità dalla Francia il Ministro dello Sviluppo Economico ha chiesto a Terna di riaccendere la centrale a carbone di Genova, che a partire dal 2017 era già destinata alla chiusura definitiva, perché vetusta e inquinante.
Sarebbe interessante sapere se, prima di decidere, il Ministro Calenda abbia chiesto il parere dei Ministri dell’Ambiente e della Salute. Sarebbe stato il caso, in quanto la riaccensione dell’impianto, nel corso dei successivi 12 mesi, immetterà nell’atmosfera genovese 553 tonnellate di anidride solforosa, 604 di ossidi di azoto e 6 di polveri: inquinanti che con i venti di mare finiranno sulla città, in particolare sui quartieri di fronte al porto (Oregina, Lagaccio, Sampierdarena) e nei polmoni di chi vi abita.

Il Ministro dell’Ambiente Galletti avrebbe potuto ricordare a Calenda che, anche a causa del cronico inquinamento genovese, l’Italia è in infrazione da parte dell’Unione europea per il mancato rispetto degli obiettivi di qualità dell’aria e che la riaccensione della centrale avrebbe aggravato la nostra posizione.
Forse sarebbe stato inutile sentire il Ministro della Salute Lorenzin, che sembra ignorare i danni sanitari prodotti dall’inquinamento dell’aria. Eppure, visto che la centrale produce oltre il 7% degli ossidi di azoto che impattano su Genova, con la sua chiusura ci eravamo risparmiati un po’ di ricoveri d’urgenza per problemi cardio circolatori e respiratori: un piccolo beneficio che la scelta di riaprire la centrale di Genova vanifica.

In questa vicenda dovrebbero intervenire il Sindaco, massima autorità a tutela della salute pubblica, alle prese a Genova con il cronico inquinamento da ossidi di azoto, sempre superiore ai limiti di legge, e la Regione, per le sue competenze in campo sanitario, ambientale ed energetico. Serve, in particolare, un Piano energetico regionale. Un obiettivo minimo a cui tendere dovrebbe essere quello deliberato dal Consiglio europeo nel 2014, orizzonte temporale al 2030: -50% riduzione emissioni climalteranti; + 33% energia da fonti rinnovabili; + 35-40% efficienza energetica. Una svolta che salverebbe ambiente e salute e darebbe tanta occupazione in più.

Giorgio Pagano e Federico Valerio
Promotori dell’Osservatorio Civico Ligure

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