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Progettare una città a misura di bambino

a cura di in data 4 Gennaio 2009 – 09:54

Il Secolo XIX – 4 gennaio 2009 – “Se voi dite ai grandi: <ho visto una bella casa in mattoni rosa, con dei gerani alle finestre e dei colombi sul tetto> loro non arrivano a immaginarsela. Bisogna dire: <Ho visto una casa di centomilalire>, e allora esclamano: <Com’è bella>”. Così Antoine de Saint Exupery mostra, nel “Piccolo Principe”, quanto è difficile far incontrare la logica dei grandi e quella dei piccoli.
Alle Coriandoline di Correggio ci hanno provato. Case basse dai colori pastello, rondini dipinte sui muri, macchine invisibili: è il primo caso di quartiere concepito seguendo i suggerimenti dei  bambini, inaugurato qualche settimana fa. In fondo non poteva accadere che nel Reggiano, la terra delle scuole per l’infanzia migliori del mondo. Pedagogisti e architetti si sono messi all’ascolto dei più piccoli, raccogliendo consigli sul posto ideale in cui vivere: una casa trasparente, per poter guardare all’esterno, “dura fuori”, cioè sicura, “non trafficona” e quindi senza auto, giocosa e poi “morbida dentro”, cioè accogliente, colorata, intima. Ora quel progetto si è trasformato in realtà. Dieci villette e dieci appartamenti, un paesino che sembra una nursery: lo scivolo accanto alle scale, l’ascensore con lo specchio deformante, il periscopio-orecchio in mezzo al giardino che aiuta a sentire la mamma dal balcone, l’atelier luminoso in ogni casa, una grande sala comune…E le pennellate sui muri di un vecchio bambino: Emanuele Luzzati, il pittore scenografo genovese purtroppo scomparso prima che l’opera fosse finita.
Spezia può diventare come Correggio. Dal ’97 c’è l’assessorato alla “città dei bambini”, che ha  l’obiettivo di migliorare il difficile rapporto tra città e bambini e di farli partecipare alle trasformazioni urbane. Ricordo il parco della Pianta, progettato dai bambini della scuola elementare. Se andiamo in questo quartiere, che era fatto solo di strade e di case, ora rivediamo i bambini. E’ importante, perché una città senza i bambini è meno umana e meno allegra. E perché una città più adatta per i bambini è più adatta per tutti. E’ necessario, allora, ascoltarli. In questi anni molti altri parchi e cortili sono stati progettati con loro. Attualmente i bambini sono coinvolti, insieme ai ragazzi di medie e superiori, nella riqualificazione del parco della Rimembranza. Il passo avanti da fare è quello della partecipazione  a progetti più complessi. E’ importante che i bambini siano stati coinvolti nel progetto del waterfront e in quelli  di trasformazione  dei quartieri di Melara, Valdellora e Pegazzano. Ora bisogna stare attenti, nella fase realizzativa, a non deluderli. E un  progetto potrebbe  riguardare, come a Correggio, la costruzione di case “creative”, non ripetitive e anonime ma tali da far dire a chi ci abita la frase che dicono con orgoglio  i residenti delle Coriandoline: “nessuno ha una casa uguale alla mia”.
Il tema del coinvolgimento dei bambini è parte integrante del tema della partecipazione dei cittadini. Oggi è di moda il decisionismo. Ma senza la partecipazione o non si decide o si decide male. Decisione  e partecipazione non sono in contrapposizione tra loro, anzi. Il riformismo, l’opera di cambiamento di una città non si può fare senza cittadini, senza popolo. E la politica democratica esiste perché e fintantoché ci sono cittadini che si organizzano e agiscono collettivamente. Ecco perché i bambini vanno stimolati, come alle Coriandoline o alla Pianta, a diventare cittadini attivi e consapevoli.

lontanoevicino@gmail.com

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