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Nautica, da Seafuture segnali di ripresa

a cura di in data 18 Ottobre 2010 – 14:45

Il Secolo XIX – 18 ottobre 2010 – Mare e nuove tecnologie fanno sempre più rotta su Spezia. Lo ha dimostrato la seconda edizione di SeaFuture, fiera internazionale dedicata alle innovazioni in campo nautico, marittimo e oceanografico organizzata dalla Camera di Commercio con l’Ice (Istituto Commercio Estero) e la Regione. Una fiera con oltre cento espositori (trentuno stranieri): imprese, centri di ricerca, aree marine protette, distretti. C’era anche il Governo dell’Iraq, con cui la Camera di Commercio ha sottoscritto un importante accordo economico.
In Seafuture le imprese si sono incontrate tra loro, per promuovere le collaborazioni e l’internazionalizzazione; e con i centri di ricerca. La città ha dato vita a un esempio eccellente di ciò di cui c’è bisogno per la crescita delle imprese: mettere insieme i singoli operatori, far dialogare i piccoli con i grandi, ed entrambi con i centri di ricerca. Sono obbiettivi validi per il Paese e in particolare per la Liguria e Spezia: abbiamo una grande industria da salvaguardare, che ha bisogno di piccole imprese di qualità, non più semplici fornitori ma veri e propri partner; tante piccole imprese che devono mettersi in rete tra loro e con la grande industria; enti di ricerca all’avanguardia, che servono alle imprese e che a loro volta hanno bisogno di un rapporto con il sistema industriale. E’ il tema di fondo per avere un sistema competitivo: non a caso qualche giorno fa Confindustria La Spezia ha organizzato un convegno su “imprese e reti”. Ed  è la sfida del Distretto ligure delle tecnologie marine, con sede a Spezia, che è già in grado di attivare investimenti per oltre 100 milioni di euro.
Il tema mare-nuove tecnologie richiama certamente il tema dei sistemi per la difesa, ma anche quello dei sistemi per la cantieristica e la nautica, del monitoraggio e della bonifica dell’ambiente marino, e così via. Sono sistemi strettamente intrecciati tra loro: la spinta, richiamata dall’Arci, verso la diversificazione nel civile è giusta, ma -a parte la necessità in questa fase storica di un sistema di difesa- va detto che molte tecnologie hanno un uso duale, sia militare che civile. Per esempio il nostro Nurc (centro Nato per la ricerca subacquea) ha presentato a Seafuture i “veicoli autonomi sottomarini”, utilizzati sia per la bonifica del mare che per la lotta al terrorismo e alla pirateria. La nostra storia industriale, del resto, è quella della nave: militare o civile o da crociera che sia.
Alla fiera si è discusso anche di nautica: la tempesta sta passando e si vedono segni di ripresa, grazie soprattutto ai mercati del Far East e del Brasile e al fatto che regge il mercato delle imbarcazioni medie. Il porto commerciale ha ripreso a “tirare”, nonostante l’insensibilità del Governo sul tema della portualità recentemente denunciata anche dalla nostra Autorità Portuale, mentre il turismo è l’unica voce sempre in attivo in questi anni. I problemi più seri dell’economia del mare spezzina sono quelli del futuro dell’Arsenale e di Fincantieri: paghiamo, in entrambi i casi, il fatto che siamo un Paese totalmente privo di politica industriale.
Infine, a proposito di economia del mare, una proposta: cosa aspettiamo ad occuparci di green economy e di energie rinnovabili del mare?

lontanoevicino@gmail.com

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