Presentazione alla Spezia di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Venerdì 5 aprile ore 17 alla Biblioteca Civica Arzelà di Ponzano Magra
28 Marzo 2024 – 08:58

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La città al lavoro per il “diritto” al mare

a cura di in data 17 Agosto 2008 – 17:23

Il Secolo XIX – 17 agosto 2008 – La rubrica di domenica scorsa sulla “risorsa mare” ha suscitato molte e-mail di commento, che potrebbero dar vita a un piccolo instant book sulle proposte per restituire agli spezzini il “diritto al mare”.
Alcuni lettori rappresentano la flotta delle “barchette”, i piccoli natanti della nautica sociale, e premono per ottenere un campo boe per l’ormeggio e la balneazione a ridosso della diga.
Più in generale, i lettori hanno il “sogno” della spiaggia in città, o facilmente raggiungibile con la barca o il vaporetto.
Spezia è stata anche un centro balneare frequentato dalla famiglia reale. Con l’insediamento delle industrie e del porto la città ha perduto questa connotazione, per ragioni sia ambientali che di  sicurezza. Il “sogno” della balneabilità del golfo è comunque ancora aperto e non è irraggiungibile.
Acam ha impegnato, dal ’97 ad oggi, 110 milioni di euro per investimenti in fognature ed impianti di depurazione delle acque in provincia. Lo sforzo più imponente c’è stato nel capoluogo, con investimenti per 40 milioni di euro, che hanno incrementato il numero dei cittadini serviti dai 38.000 del ’97 ai 72.000 del 2007, il 76% del totale. Tutte risorse impegnate da Acam e non dai Comuni, a differenza di quel che succede altrove, il che spiega non tutto ma molto dei bilanci dell’azienda, anche se non sempre è stato ricordato nel dibattito di questi mesi. Ora Comune e Acam dovranno definire quando e come arrivare al 100%: bastano, comunque, pochi anni.
Inoltre dovrà andare avanti la bonifica dei sedimenti del golfo, superando le carenze normative: serve una codificazione degli standard ambientali dei sedimenti a mare e degli obiettivi di qualità da raggiungere.
Infine va tenuto conto che il ricambio delle acque all’interno della baia avviene attraverso gli accessi della diga, che sono insufficienti per una buona circolazione. In uno studio commissionato dal Comune è stato proposto un ribassamento della parte centrale della diga per circa 400 metri e l’installazione, subito dietro la diga ribassata, di frangionde galleggianti. Un’opera da ricomprendere nel progetto generale di “nuova diga” a cui sta lavorando l’architetto Gaetano Pesce.
Gli obiettivi di più immediata realizzazione sono quelli di riportare la balneabilità  e piccole spiagge nei borghi di Cadimare, Le Grazie e Muggiano e negli spazi di ormeggio da realizzarsi alla diga. Luoghi balneabili per cittadini e turisti, dotati anche dell’attracco dei vaporetti.
Certo, per gli spezzini rivestono un ruolo di primo piano Passeggiata Morin e Calata Paita, magari arricchite – ecco il “sogno”- con spiagge artificiali, così come avviene in altre città. E’ un obiettivo più lontano nel tempo, ma praticabile. Ancor prima usufruiremo della piscina prevista nel porticciolo Mirabello.
E nel frattempo? E’ possibile installare in Passeggiata Morin delle “ piscine sul mare”: il progetto era stato predisposto dal sindaco quando era assessore all’urbanistica. Conosco le difficoltà finanziarie dei Comuni. Ma c’è ancora quasi tutto il milione di euro stanziato con il protocollo di intesa  tra Regione, Comune e Autorità Portuale di due anni fa. E forse qualche privato potrebbe essere interessato. Sarebbe un piccolo-grande simbolo, il segnale che possiamo riconquistare il mare perduto.

lontanoevicino@gmail.com

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