Per un golfo di pace, lavoro e sostenibilità “Riflettiamo sul progetto Basi Blu” – Sabato 13 aprile ore 17 alla Sala conferenze di Tele Liguria Sud
10 Aprile 2024 – 20:59

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Le città non sono luna park

a cura di in data 24 Luglio 2013 – 15:14

Il Blog di Mastro Geppetto – “Noterelle e schermaglie” – 15 Luglio 2013 – Il noleggio di Ponte Vecchio alla Ferrari di Montezemolo per una cena elegante segna l’apice della strumentalizzazione del patrimonio storico e artistico e della privatizzazione dello spazio pubblico di Firenze. E’ un atto simbolico: del fatto che, negli ultimi trent’anni dominati dall’ideologia del mercantilismo liberista, il valore civile dei monumenti delle nostre città storiche viene sempre più spesso negato in nome di una visione che le trasforma in luna park da mettere a reddito. In questo caso a beneficio di uno degli uomini più potenti, come in un nuovo feudalesimo. Ma Matteo Renzi, si dirà, è un innovatore. No, non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Renzi stesso ce lo spiega quando ci dice che il suo modello è Tony Blair: cioè il leader che fece incontrare la componente labour con la tendenza del mercantilismo liberista che aveva portato al potere la Thatcher e Reagan. Se stiamo alle analisi dei Nobel Stiglitz e Krugman sulla straordinaria crescita delle diseguaglianze, non si può dire che quell’incontro sia stato entusiasmante. Non lo è stato anche perché quelle formidabili distorsioni nella distribuzione delle risorse hanno generato l’attuale crisi. Il noleggio di Ponte Vecchio svela il progetto politico e sociale del Sindaco di Firenze: un progetto che, in totale coerenza con il blairismo subalterno al mercantilismo liberista, favorisce la manifestazione delle diseguaglianze e sottopone tutto alla ferrea legge del mercato, anche il patrimonio storico e artistico della nazione. Eppure per un numero sempre maggiore di politici del Pd Renzi deve diventare il leader della Sinistra italiana. Perché con lui si vince, spiegano. Viene in mente l’avvertimento dell’ex Presidente della Commissione europea Jacques Delors: “E’ meglio perdere un’elezione che perdere l’anima e il senso della propria direzione; un’elezione si può rivincere dopo cinque anni, che vuole che sia? Ma se si perde la bussola o si perde l’anima, per ritrovarle ci vorranno generazioni”.

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