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Presentazione di “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Sabato 6 Ottobre ore 15.30 a Pontremoli

a cura di in data 29 Settembre 2018 – 08:46
Invito a Pontremoli

Invito a Pontremoli

Presentazione di “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana
di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello
Sabato 6 Ottobre ore 15.30 a Pontremoli
Stanze del Teatro della Rosa

Il libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” (edizioni Cinque Terre) verrà presentato sabato 6 ottobre alle ore 15,30 a Pontremoli, nelle Stanze del Teatro della Rosa. All’iniziativa, organizzata dalla Sezione Anpi di Pontremoli e dall’Istituto Storico della Resistenza Apuana, interverranno Alessio Giannanti, di Archivi della Resistenza, e gli autori.
L’intendimento del libro è quello di fornire un materiale organizzato, anche documentario, tramite il quale capire con la ragione e percepire sentimentalmente il fenomeno della Resistenza al femminile: moltissime donne, nate e cresciute sotto il fascismo, mai prima protagoniste, compirono dopo il 25 luglio e l’8 settembre 1943 scelte morali pesanti e drammatiche. Parteciparono agli scioperi operai, organizzarono proteste, diventarono staffette o partigiane in armi. Nelle campagne e nelle montagne si sviluppò la Resistenza civile delle donne, che furono curatrici e sostenitrici: senza il loro aiuto, variamente declinato fra silenzio, protezione, assistenza, il movimento partigiano non avrebbe potuto superare le traversie del durissimo inverno 1944-45.
Senza la pretesa di esaurire l’argomento “Donne e IV Zona Operativa”, il libro sicuramente costituisce una novità e un punto fermo: il nuovo sta nell’articolazione dei contenuti, nell’apparato di note, nell’ agevole accesso al materiale anche grazie all’indice analitico, nelle indicazioni bibliografiche, nell’ampia documentazione fotografica; il punto fermo è dato dal fatto che sono state raccolte- e oltre l’attuale fase storica sarebbe stato davvero impossibile- le ultime testimonianze delle protagoniste e/o di chi a stretto contatto con esse ha vissuto: 32 sono i ritratti delle donne partigiane, e un intero capitolo è dedicato alle donne delle campagne e delle montagne.
Tra le protagoniste del libro ci sono le pontremolesi Laura Seghettini, Aurelia Cabrelli e Maria Cattani, e molte altre donne lunigianesi.
“In un certo senso -scrivono Pagano e Mirabello- si è trattato di fare una corsa contro il tempo, per ‘fissare’ criticamente ma non freddamente un ‘altro’ tempo, senza il quale e senza l’affiorare in esso del protagonismo femminile non ci sarebbero state la Repubblica e la Costituzione. E’ un ‘altro’ tempo che ci parla ancora. Nella vita delle donne protagoniste del libro si intravede l’apertura di una breccia, il principio di un percorso di partecipazione: per tante di loro quei giorni furono ‘vissuti veramente da me’… Oggi che il percorso di emancipazione delle donne, così come il più generale percorso di emancipazione sociale, incontra grandi difficoltà, la concezione della Resistenza civile resta un potente strumento di trasformazione culturale: perché insegna che tutti e tutte, e quindi anche i più deboli, e in ogni occasione, possono fare qualcosa”.


Il tour di presentazioni del libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” ha fatto tappa anche a Pontremoli, per iniziativa della Sezione Anpi di Pontremoli e dall’Istituto Storico della Resistenza Apuana.
Paolo Bissoli, a nome degli organizzatori, ha introdotto mettendo in rilievo l’importanza del libro anche a fini didattici: ha citato una recente tesi di maturità -di una studentessa del Liceo Scientifico di Villafranca- sulla Resistenza al femminile, imperniata sulla ricerca di Pagano e Mirabello. Il libro, ha concluso, “ci spinge a una riflessione politica, perché anche oggi ci viene chiesto di fare una scelta contro l’indifferenza, come seppero fare le partigiane e le donne sostenitrici dei partigiani oltre settant’anni fa”.
Alessio Giannanti, di Archivi della Resistenza, ha parlato di un “libro importante”, perché “spiega attraverso l’intreccio tra testimonianze e archivi, che le donne ebbero un ruolo fondamentale nella Resistenza, e non si limitarono al ‘contributo’ di cui per tanti anni hanno parlato gli storici”. Ciò vale per le partigiane in armi, le staffette, le deportate e per “le donne della resistenza civile”, “che non tirarono a campare ma fecero atti di solidarietà a rischio della vita”. “Il ‘grande colpo’ del libro -ha concluso- è aver ricostruito la vicenda delle madri, donne contadine come la Adele di Tenerano, la Lalla di Zignago, la Carmela di Antessio, che furono punto di riferimento fondamentale per tante brigate partigiane”.
Gli autori si sono soffermati sulle donne pontremolesi protagoniste del libro: Laura Seghettini, Angela Bastelli, Aurelia Cabrelli e Maria Cattani, presente in sala. Nella sua casa di Bratto Maria ospitò e protesse non solo il marito Nello e il cognato, ma molti altri partigiani, tra cui Dante Castellucci “Facio” e Gordon Lett, sfuggendo più volte alla morte per mano tedesca grazie all’intervento del prete di Bratto e al fatto che era incinta e che aveva con sé un figlio piccolo e due cognate bambine. “Nel nostro Pantheon devono stare le donne e gli uomini semplici, le contadine, le ragazze come Maria, che seppero in quella fase drammatica della nostra storia fare la scelta morale e assumersi la responsabilità di combattere per la libertà”.
Dopo l’omaggio dei tanti cittadini presenti a Maria Cattani, l’incontro si è concluso con l’intervento di Nando Sanguinetti dell’ Anpi di Carrara, che ha raccontato le vicende della madre, una delle tante donne che da Spezia, Carrara e Massa facevano lunghi viaggi verso Parma e la pianura padana, per rimediare al cibo che mancava scambiandolo con il sale prodotto in distillerie artigianali o con elementi del corredo. A queste donne, anch’esse tra le protagoniste del libro, è dedicato un monumento a Mignegno, all’inizio della Cisa.

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