Presentazione alla Spezia di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Venerdì 5 aprile ore 17 alla Biblioteca Civica Arzelà di Ponzano Magra
28 Marzo 2024 – 08:58

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Presentazione di “Il fascismo giorno per giorno” di Giovanni Scirocco – Mercoledì 7 dicembre ore 17.30 a Sarzana – Sala della Repubblica

a cura di in data 2 Dicembre 2022 – 22:57

Invito

Presentazione di
Il fascismo giorno per giorno
di Giovanni Scirocco
Mercoledì 7 dicembre ore 17.30
Sarzana – Sala della Repubblica

“La marcia su Roma non fu una cimice caduta chi sa mai donde sulla manica del popolo italiano.”, scrisse Gaetano Salvemini. Il tema è affrontato da Giovanni Scirocco, docente di Storia Contemporanea all’Università di Bergamo, nel libro “Il fascismo giorno per giorno. Dalle origini alla marcia su Roma nelle parole dei suoi contemporanei”, che sarà presentato mercoledì 7 dicembre alle ore 17,30 a Sarzana (Sala della Repubblica). All’iniziativa, organizzata dal Circolo Pertini, Archivi della Resistenza, Associazione Culturale Mediterraneo, Sezione ANPI di Sarzana, interverranno Nicola Caprioni, Alessio Giannanti, Giorgio Pagano.

È il marzo del 1919 quando “il prof. Mussolini” presiede a Milano alla fondazione dei fasci di combattimento. Nel giro di tre anni e mezzo quella che in un primo momento sembra un’accozzaglia di reduci delusi dalla fine della guerra e teste calde provenienti da altri partiti, desiderosa di continuare sotto altra forma l’esperienza bellica, diventerà una forza dirompente in grado di approfittare della crisi del paese e delle debolezze delle istituzioni per prendere il potere. Il modo migliore per capire come ciò sia stato possibile è quello di scoprire l’evoluzione del fascismo attraverso le parole dei testimoni di quel tempo: politici e uomini d’affari, intellettuali e giornalisti, prefetti e militari. Nel libro Scirocco raccoglie le voci di coloro che, da punti di vista diversi ma sempre vicini al centro dell’azione, seguirono l’ascesa di Mussolini e dei suoi. Quello che si viene formando davanti agli occhi del lettore è un racconto in presa diretta che ci parla del fascismo, ma altrettanto del suo contesto, degli errori di valutazione di chi non comprese quel che si trovava di fronte o che, intuendolo, non ebbe il coraggio o il potere di intervenire per fermarlo.


Circolo Pertini, Archivi della Resistenza, Associazione Culturale Mediterraneo e Sezione ANPI di Sarzana hanno presentato il volume “Il fascismo giorno per giorno. Dalle origini alla marcia su Roma, nelle parole dei contemporanei”, alla presenza del curatore Giovanni Scirocco, docente di Storia all’Università di Bergamo.
E’ stata un’occasione per riflettere sul fascismo nel suo contesto e sugli errori di valutazione e delle debolezze di chi non capì quel che si trovava davanti o che, intuendolo, non ebbe il coraggio o la possibilità di intervenire per fermarlo. L’intervento di Scirocco è stato preceduto da quelli di Marco Baruzzo, Alessio Giannanti e Giorgio Pagano.
Il libro inizia dal 1917, ma nell’introduzione Scirocco spiega che all’origine del fascismo vi furono le giornate del “maggio radioso” del 1915, D’Annunzio, la guerra e la violenza. “I protagonisti furono i soliti, gli ‘spostati’ abituati alla violenza” – ha detto lo storico, aggiungendo: “Se l’Italia fosse stata fuori dalla guerra chissà se ci sarebbe stato il fascismo”. La crescita del fascismo “fu dovuta alla violenza, una sua caratteristica identitaria, abitudinaria – ha proseguito – su 4 mila morti tre quarti furono antifascisti. La violenza socialista era simbolica e reattiva, come a Sarzana nel luglio 1921, ma non organizzata nazionalmente in un partito armato, come fu invece per il fascismo”. La violenza fascista ha “una connessione con la brutalità dello Stato tra fine Ottocento e inizio Novecento”. Vinse per “la complicità e la passività della classe dirigente “ e per “il vuoto della politica antifascista”: “il possibile antifascismo non parlava con nessuno, Giolitti e i liberali erano divisi in sette-otto gruppi e non capivano la novità della politica di massa, i socialisti erano divisi in tre, i popolari in due, e tutti tra loro”.
Di fronte al “pericolo del ritorno non del fascismo di allora ma del fascismo inteso come costellazione di valori ereditati dal fascismo” serve, ha concluso Scirocco, “un antifascismo che sia culturale, che combatta le opinioni e i comportamenti fascisti, e che sia anche sociale, che misuri cioè la sua forza e la sua attualità lottando contro le diseguaglianze sociali e non dimentichi i deboli e gli sfruttati”.

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