Presentazione alla Spezia di “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” di Dino Grassi – Venerdì 5 aprile ore 17 alla Biblioteca Civica Arzelà di Ponzano Magra
28 Marzo 2024 – 08:58

Presentazione alla Spezia di“Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista”di Dino GrassiVenerdì 5 aprile ore 17Biblioteca Civica Arzelà – PONZANO MAGRA
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Presentazione del primo Volume di “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello – Martedì 28 Luglio ore 21.30 Riva Trigoso – area esterna Biblioteca del Mare

a cura di in data 24 Luglio 2020 – 21:30
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Martedì 28 luglio alle ore 21,30 a Riva Trigoso (area esterna Biblioteca del Mare) si terrà la presentazione del primo Volume del libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”.
L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Tigullio Democratico e Progressista. Dopo il saluto della Sindaca di Sestri Levante Valentina Ghio, interverranno Francesca Dagnino, Presidente dell’Associazione per un Archivio dei Movimenti, Virginia Niri, storica, e Federico Vesigna, Segretario regionale della CGIL. Coordinerà Gabriel Dell’Uomo, consigliere comunale a Sestri Levante, saranno presenti gli autori.

Il primo Volume è intitolato “Dai moti del 1960 al Maggio 1968”. Il secondo Volume uscirà in autunno con il titolo “Dalla primavera di Praga all’Autunno caldo”.
Il primo Volume contiene i Racconti. 1960-giugno 1968, le Immagini. 1952-giugno 1968 ed i Documenti.
La presentazione inizierà con la proiezione del video “Un mondo nuovo, una speranza appena nata”, realizzato da Roberto Celi, del Gruppo Fotografico Obiettivo Spezia, e da Gian Paolo Ragnoli.

Nella Prefazione lo storico Paolo Pezzino ha scritto:
L’opera si segnala per l’utilizzazione di 330 testimonianze di donne e uomini che hanno vissuto le vicende degli anni Sessanta in provincia della Spezia (più quelle dei due autori). Le testimonianze non sono riportate nella loro integralità, ma inserite con frammenti all’interno della narrazione storica. Questa scelta consente di adottare uno stile di racconto coinvolgente e vivace, che fa sì parlare i testimoni, ma dà rilevanza e significato ai loro racconti all’interno di un contesto narrativo.
Altra caratteristica dell’opera è lo spettro veramente impressionante degli argomenti trattati: non ci si limita infatti agli aspetti più evidenti delle lotte sindacali degli operai, del movimento degli studenti, dei rapidi mutamenti del mondo politico, ma si prendono in considerazione anche l’evoluzione del costume, della cultura artistica e musicale, dei quadri ideologici, delle pratiche religiose.
I due volumi sono poi corredati da importanti apparati: una cronologia internazionale e nazionale, oltre che locale, appendici documentarie, le schede biografiche dei testimoni, e le fotografie, che fanno parte a pieno titolo dell’interpretazione e della narrazione storiografica.
In conclusione un’opera monumentale che restituisce alla Spezia, importante città industriale, il ruolo di primo piano che le spetta nel quadro dei sovvertimenti politico-sociali ed economici degli anni Sessanta
”.


L’area esterna della Biblioteca del Mare di Riva Trigoso si è riempita -nel rispetto delle regole del distanziamento fisico- per la presentazione del primo Volume del libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Un mondo nuovo, una speranza appena nata. Gli anni Sessanta alla Spezia ed in provincia”, organizzata dall’Associazione Tigullio Democratico e Progressista. Dopo il saluto della Sindaca di Sestri Levante Valentina Ghio e l’introduzione di Gabriel Dell’Uomo, consigliere comunale a Sestri Levante, sono intervenuti Francesca Dagnino, Presidente dell’Associazione per un Archivio dei Movimenti, Virginia Niri, storica, Federico Vesigna, Segretario regionale della CGIL, e i due autori.
Molti i temi sollevati, in particolare il tema che più accomuna la realtà spezzina e quella di Sestri Levante: la ripresa, negli anni Sessanta, delle lotte operaie e il “ritorno in fabbrica” dei sindacati, grazie alla contrattazione articolata su salari, cottimi, condizioni di lavoro, diritti. La ripresa delle lotte ebbe origine dal ripensamento strategico dei sindacati e dalla loro capacità di interpretare la spinta operaia. Ma vi fu anche un forte spirito di lotta che proveniva dal basso: le fabbriche erano cambiate, era entrata una nuova generazione, con più donne, con la mente aperta alle trasformazioni del tempo, sempre più determinata a non accettare la “fabbrica caserma” di allora e a conquistare dignità e autorealizzazione della propria vita.
Questa determinazione fu alla radice delle grandi lotte, in Liguria e in Italia, che si svilupparono nel 1968 e poi per lunghi mesi, fino all’Autunno caldo del 1969. Fu il più ampio movimento sociale mai nato nel nostro Paese.
Sia i relatori che il pubblico si sono soffermati sulla domanda: “quella stagione è irripetibile o è possibile una nuova fase di lotte sociali e del lavoro?”. Giorgio Pagano ha così risposto:
“In quegli anni le lotte operaie arrivarono nel cuore dei rapporti di produzione, ponendo il tema del controllo delle condizioni di lavoro e del potere in fabbrica. Poi si sviluppò la controffensiva e vinsero il neoliberismo e l’individualismo privatistico, anche per gli errori di subalternità della sinistra, che da allora è diventata sempre più ‘sinistra senza operai’. Non sarà facile, per questa sinistra, riconquistare un consenso di massa e mettersi in sintonia con la rabbia sociale, per la complicità che ha avuto nella sua genesi. Non facile, perché occorre che si reinventi il compito che ha svolto nella storia, anche negli anni Sessanta: portare masse di persone che vivono il disagio della società a diventare protagoniste consapevoli del proprio riscatto, e costruire una identità collettiva delle classi subalterne, prefigurando una nuova moralità e un nuovo senso della vita. A questo scopo possono aiutarci, nei tempi nuovi, i lasciti del Sessantotto operaio e giovanile, che fu innanzitutto rivolta libertaria ed etica”.

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